Rivelazioni.

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Biondo.
S: Smettila Sa', sai che non è così - negai.
Sa: Lo sai che sono tua sorella ve? - rise.
Avevo sempre odiato quando faceva questo tipo di domande, volevano dire solo una cosa: lei sapeva capire quando mentivo.
Sa: dovresti andare da lei per parlarle invece di fare l'incazzato. Così la perderai - mi consigliò.
S: Ci siamo persi già da un pezzo - sbottai alzandomi dal letto - Lasciami in pace almeno mentre mi faccio una doccia - la avvertii.

Mi rilassai per un bel quarto d'ora sotto la doccia, lasciando scorrere via tutti i pensieri negativi assieme all'acqua calda.
Sara mi aveva fatto innervosire ancora di più, anche se da una parte ero consapevole del fatto che avesse totalmente ragione.
Cosa mi frenava? Il fatto che lei ormai mi odiava.

Non riusciva a starmi accanto per un certo lasso di tempo e questo l'aveva dimostrato spingendosi fino al punto da non uscire più in compagnia con la stessa frequenza di una volta e andando a Malta.
Era palese il fatto che volesse vedere sicuramente i suoi genitori, i suoi amici e lui: il suo ragazzo; ma tutti i nostri amici avevano detto che si era allontanata anche per stare lontano da me e mi volevo fidare.
C'era ancora una piccola possibilità che mi volesse bene? Beh, mi auto-convinsi e ci sperai fino all'ultimo .
Infondo, se stava ancora male per me, non poteva provare solo odio nei miei confronti.

Spensi l'acqua ed andai in camera con addosso solo un asciugamano per vestirmi.
Vidi ancora Sara seduta sul letto e corrucciai la fronte.
Che ci fa ancora qua?
Sa: Non abbiamo ancora finito di parlare - disse come se mi avesse appena letto nella mente.
S: E io non mi sono ancora finito di vestire come puoi vedere - abbozzai infastidito.
Come risposta si alzò e andò nel bagno della mia stanza, aspettando che mi vestii.
Mentre mi stavo infilando la felpa sentii la sua voce urlare "hai finito?".
Non risposi e mi limitai ad aprire la porta del bagno per farla uscire.

Sa: Bene, quindi quando parti?
S: Sara, cosa non hai capito? Ti ho detto che non vado! - iniziava veramente ad infastidirmi.
Sa: Simo, lo sai anche tu che ho ragione.
S: Sì, lo so, sei felice ora?
Sa: Cosa ti frena allora? Una volta il mio fratellino non aveva paura di nulla! - scherzò facendomi finalmente ridere e scompigliandomi i capelli.
S: Cosa dovrei fare? Presentarmi sotto casa sua, che non so nemmeno perfettamente dove si trova, e parlarle come se niente fosse successo? Magari pure davanti al suo fidanzato di merda? - confessai.
Questa sua idea mi faceva paura, anzi, mi terrorizzava proprio.
Sa: Non ti ha mai detto dove andava solitamente quando stava a Malta? - domandò pensierosa.
Stava tramando qualcosa.
S: Mi aveva raccontato un po' di cose che erano successe quando era andata nella piscina accanto ad una spiaggia, in barca o cose così. Ma non so minimamente dove si trovino quei posti.
Sa: Facciamo che chiamo Filippo e gli chiedo dove abita - disse ridendo.

Pensavo scherzasse, invece fece esattamente così.
Uscì dalla mia camera con il telefono in mano e se lo mise subito all'orecchio.
Mi affacciai alla porta della mia stanza per osservare quella scena divertente.

Sa: Fil, ciao, tutto bene?.... Bene bene, mi serve un favore.... Sai per caso dove abita Emma?.... No, non qui, intendo la sua casa a Malta.... Ti spiego dopo, ora non posso.... Perfetto, grazie mille. Ciao Ira - concluse la chiamata.
Mi venne da ridere per il modo naturale con il quale aveva appena parlato.
Mia sorella era sempre stata così.

Sa: Bene, ora cerchiamo i biglietti. Costeranno un sacco siccome li stiamo prendendo all'ultimo. Ah, dobbiamo anche cercare un hotel, non vorrai mica dormire per strada! - esclamò.
S: Se a te farebbe piacere! - scherzai - Dai, vediamo un po' - dissi sedendomi accanto a lei intenta ad accendere il computer sul divano.

Emma.
Avevo passato tutta la giornata con Keanu e non vedevo l'ora di rivedere le mie amiche.
Sinceramente volevo già uscire assieme a loro
pomeriggio ma a lui non andava bene perché diceva di voler passare tutto il tempo con me.
Io non l'avrei escluso, saremmo usciti in compagnia ma lui aveva insistito.

K: Ci vediamo dopo? - chiese mettendosi la giacca.
E: Devo uscire con le mie amiche stasera - risposi.
K: Dai, vengo anche io. Alle nove ti passo a prendere - fece per lasciarmi un bacio ma lo fermai posando una mano sul suo torace e spingendolo leggermente più lontano.
E: No, è un'uscita tra ragazze - forzai un sorriso.
K: Non ci vediamo mai da quando sei in Italia, almeno quando sei qui potremmo stare assieme! - esclamò infastidito.
E: Beh, non vedo mai nemmeno loro! E se solo tu non avessi insistito pomeriggio saremmo usciti tutti assieme in modo da avere la serata solo per noi! - mi stava infastidendo.
K: Se solo mi amassi veramente potresti metterle da parte e stare con me! - mi sentii in colpa per la prima parte della sua frase, ma il resto mi fece talmente incazzare da non pensarci.
E: Spero tu stia scherzando! Cioè mi stai dicendo che non posso uscire con le mie amiche? - urlai, fortunatamente i miei genitori non erano in casa.
K: Sì, Emma, ti sto dicendo che dovresti preferire me! - disse convinto.
E: Pensaci e poi fammi sapere, non so che cazzo hai nella testa ultimamente! - sbattei la porta.

Non ci potevo credere.
Ma aveva parlato veramente?
Aveva veramente detto ciò che avevo sentito?
Ma con chi cazzo ero fidanzata?
Ora osava pure dirmi di non uscire con le mie amiche?
Lui non era l'unico che non vedevo mai e di certo non lo facevo apposta!
Non potevo mica prendere un aereo ogni weekend.

Ancora non capivo perché non avevo trovato il coraggio di lasciarlo.
In quel momento, mi ero schiarita le idee al cento per cento: ero certa di non amarlo più.
Allora perché non riuscivo a lasciarlo una volta per tutte? Forse avevo paura di dire addio ad una parte così importante della mia adolescenza?
Nonostante in quel periodo si stesse comportando esattamente come un bambino di otto anni che vuole tenersi un giocattolo tutto per sé senza prestarlo a suo fratello, prima era diverso. Prima passavo giornate intere con lui, ridendo e divertendomi come non mai. Riusciva sempre a farmi stare bene e tirarmi su il morale. Ovviamente avevamo avuto litigate allucinanti ma alla fine era sempre andato tutto bene ed eravamo tornati ad amarci più di prima, stando addirittura meglio di quanto stessimo già.

Era duro accettarlo, ma qualcosa era cambiato ed era cambiato proprio da quando io vivevo in Italia.
Lui era cambiato.
Non mi trattava più come prima ed era geloso ai massimi livelli. Sì, ci stava, ma lui era esagerato!
Ogni tanto passavano anche settimane dove non ci cercavamo e poi se ne usciva accusandomi e dicendomi che non mi importava di lui. La verità era che poteva venirmi a cercare anche da solo, senza far fare tutto a me.
Purtroppo tutto era stato amplificato non solo dal suo cambiamento, ma anche dai miei dubbi.
Con il tempo avrei dovuto trovare il coraggio perché non potevo andare avanti a stare con una persona senza amarla.

Ciao ragazzi!
Questo capitolo è un po' più corto rispetto agli altri capitoli ma ho preferito concluderlo in questo modo, presto capirete perché❤️
Spero che la storia vi stia continuando a piacere, se volete fatemelo sapere con un commento e ricordatevi di lasciare una stella🌟
Ciao! <333
Ambra

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