Keanu.

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Vi ricordo di immaginarvi i dialoghi in inglese tra Emma, la sua famiglia e il suo ragazzo. So benissimo che con questo avvertimento vi ho spoilerato metà capitolo ma il titolo non avrebbe lasciato tanto spazio alla fantasia😂

Emma.
La mattina di qualche settimana dopo, dopo una festa a casa di alcuni amici di mio cugino, accadde una cosa inimmaginabile.

Mi svegliai ed andai in cucina, dove incontrai Irama che stava già preparando la colazione.
A dire il vero era quasi mezzogiorno.
E: Puoi preparare qualcosa anche a me? - chiesi tra uno sbadiglio e un altro.
Lui annuì, così mi sedetti su uno sgabello attorno all'isola.
E: Ma Simone? - chiesi non vedendolo.
La sera prima era tutto fatto e non mi ero fidata a lasciarlo andare a casa da solo, anche se Filippo sosteneva non fosse la prima volta che si conciasse così. Io e mio cugino ci eravamo contenuti e decidemmo di farlo dormire qui nella camera di mia zia.
F: Dorme ancora, dopo una botta del genere dormirebbe anche tutto il pomeriggio - rispose facendomi ridere.
Era quasi ora di pranzo e di lui non c'era nessuna traccia di vita.

Il ragazzo piumato mi passò un bicchiere stra colmo di spremuta d'arancia che bevvi tutta velocemente, senza esitare. Mi ci voleva proprio, avevo una sete tremenda.
E: Io vado a farmi una doccia che puzzo un sacco di alcool e fumo dato che ieri quando siamo tornati mi hai fatto fare la babysitter a Simone senza lasciarmi del tempo per me - dissi rimproverandolo leggermente - dopo andiamo a fare un giro?
F: Okay Emmina - annuì.

Sfilai il mio pigiama buttandolo immediatamente nella lavatrice dato che aveva ormai preso il tanfo che la sera prima si era impossessato del mio corpo.
Entrai in doccia evitando i getti d'acqua poiché ancora erano ghiacciati.
Che odio quando l'acqua non si riscalda subito, lasciandoti così in un angolino con la pelle d'oca ad imprecare contro tutti i Santi!
Quando trovai la temperatura adeguata lasciai accarezzare la mia pelle dai getti d'acqua. Finalmente potevo rilassarmi un attimo e togliermi di dosso tutta la stanchezza e lo stress accumulati durante la settimana.

Dopo essermi lavata per bene uscii tamponando i capelli in un asciugamano e avvolgendomene al corpo un altro.
Senza pensarci lasciai il bagno per dirigermi in camera, ma quando misi un piede fuori dalla porta mi ritrovai davanti il romano che, vedendomi, fece un sorriso malizioso. Inutile dire che le mie guance presero fuoco immediatamente e che, abbassando la testa, raggiunsi la camera da letto con passo svelto.
Ma possibile che sei così stupida? Lo sai che c'è qui anche lui!
Simone sapeva quanto fossi timida e faceva apposta a fare delle battute o dei gesti che mi mettevano in imbarazzo, quel biondo ossigenato era riuscito a mettermi soggezione fin dal primo giorno e, nonostante ora fosse un mio grande amico, non riuscivo a togliermi l'imbarazzo di dosso in certe situazioni.

Mi vestii con una tuta e asciugai i capelli velocemente.
Mi diressi verso il salotto ma, proprio nel corridoio, sentii una mano afferrarmi il polso.
Simone ormai ti conosco, capisco che sono le tue mani. Non giochi con me. Che vuoi?
Mi girai verso di lui con un espressione interrogativa e lui capì che volevo sapere cosa volesse.
S: Non si usa più salutare quando si vede qualcuno? - scherzò.
Ed io che pensavo fosse qualcosa di serio, voleva solo dirmi due cazzate.
E: Mi scusi mr. Biondo - dissi prendendomi gioco di lui.
S: Ah, Irama mi ha detto che stanotte non hai quasi chiuso occhio a causa mia, la prossima volta cedimi a tuo cugino.
E: Dillo a lui che si è praticamente chiuso in camera lanciandoti tra le mie braccia, sai che pesi? È già tanto che non sono caduta e sono riuscita a trascinarti sul letto. Dovresti andare in palestra e iniziare una dieta - dissi scherzando, lasciando qualche colpetto sulla sua pancia con le mie mani.
Inutile dire che, al contrario, avesse un fisico perfetto. Non me lo spiegavo proprio, non frequentava la palestra, non andava a correre eppure aveva un fisico adatto ad un ragazzo della sua età. Non era troppo muscoloso e nemmeno troppo asciutto, era tonico al punto giusto.

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