Pensieri.

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Biondo.
Perché diavolo si divertiva a starmi lontano? Era normale il suo comportamento?
Era ovvio che non lo fosse.
Sì, avevo preso la scusa di andare a scambiare quattro chiacchiere con Lauren per avvicinarmi a lei, ma lei che aveva fatto? Mi aveva ignorato completamente. Non mi aveva neanche rivolto un "ciao", si era allontanata subito.
Il suo comportamento non aveva minimamente senso, se diceva di non provare nulla perché, allora, non voleva rimanere mia amica? Perché mi evitava? Perché non scambiavamo nemmeno due parole?
Tutto questo mi stava stranziando, avevo bisogno di risposte.

Feci per scriverle un messaggio dove le dicevo che avrei voluto parlare con lei per risolvere la situazione definitivamente, ma prima di inviarlo mi resi conto che era una stronzata. Così le avrei fatto pensare chissà che cosa.
Meglio evitare.
Se ne avessi avuta l'occasione, mi sarei fermato a parlarle.

L'occasione arrivò esattamente il giorno dopo.
Stavo uscendo di casa per andare a prendere il pane dato che non lo avevamo e vidi Emma tornare da scuola.
S: Emmì - Le urlai da lontano.
Lei alzò lo sguardo e mi rivolse un sorriso forzato e imbarazzato, probabilmente per quello accaduto due sere prima. Stava cercando qualcosa nello zaino e non mi disse una parola.
Nemmeno oggi.
Questa volta, però, non potevo permetterglielo.
Pensi di evitarmi a vita?

S: Ehi, fermati un attimo - dissi quando ormai mi trovavo accanto a lei prendendole dolcemente un braccio e facendo si che mi guardasse.
E: Che vuoi Simone? - disse seria.
S: Solo parlare - risposi innocentemente alzando le mani al cielo.
E: Abbiamo già parlato - fece per andare ma mi posizionai davanti a lei.
S: Ho bisogno di risposte.
E: Cosa vuoi sapere? - chiese ormai rassegnata mettendosi le mani incrociate sotto ai seni.
S: Perché cazzo mi eviti? - dissi secco.
E: Non ti evito, semplicemente ti ho già detto che preferisco mantenere le distanze - mentì, mi fece quasi ridere.
S: Ricapitolando: non provi nulla per me ma vuoi tenere le distanze. Uhm già, ha molto senso! - affermai retorico.
E: Ora mi prendi anche per il culo?
S: Stavo solo scherzando - dissi vedendo come si stava alterando - Che succede Emma? Non può essere solo questo.
E: Stiamo meglio distanti, non insistere. Poco tempo fa nemmeno ci conoscevamo quindi non farne un dramma.
S: Quindi mi stai dicendo che non mi ritenevi poi così tanto tuo amico, sbaglio? - domandai.
E: Non ho detto questo.
S: Sì, invece, l'hai fatto.
E: Pensala come vuoi, devo andare.
Si allontanò.

No Muscat, non pensarci neanche.
S: Mi stai dicendo che non ti manco neanche un po'? Se non sbaglio ci divertivamo molto assieme.
E: Non mettermi in bocca parole che non ho detto, Simone.
Il mio nome pronunciato da lei era dannatamente perfetto.
S: Sei proprio strana - alzai gli occhi al cielo.
E: Perché a te manco per caso? - domandò
Ovvio che mi manchi stupida, non sarei qui a parlarti altrimenti!

Non risposi. Per quanto volessi dirglielo non riuscivo, era più forte di me. Non potevo ammettere una cosa del genere.
Tutti mi conoscevano per il ragazzo che faceva fatica ad affezionarsi alle persone, che poi era vero. Avevo sempre fatto fatica a fidarmi di qualcuno ma con Emma mi ero buttato, non mi aveva mai dato motivo di non fidarmi, anzi. Se mai era stato il contrario. Io le avevo dato più volte una ragione per andarsene: la prima sera quando, come tutti, mi aveva infastidito il suo comportamento ma il giorno dopo ci ero stato assieme tutto il tempo; il giorno in cui avevamo organizzato la festa, quando l'avevo distratta mentendole spudoratamente.
Forse non avrei dovuto insistere così tanto, aveva più di un motivo per volermi stare lontano. Forse faceva persino bene a volerlo fare.

E: Come immaginavo, ciao Simone - disse prima di entrare distraendomi dai miei pensieri.
Dio! Ma perché sono così stupido?

Mangiai con mia mamma e Sara in assoluto silenzio. Ancora una volta i miei pensieri erano al centro della mia mente e non volevano lasciarmi in pace.
Pensavo anche ad Irama, chissà se con lui si sarebbe risolto tutto. Era mio fratello, a differenza di Emma lo conoscevo da una vita, avevamo passato veramente tutto il tempo assieme e perderlo cosi non era poi tanto bello.
Chissà se con il tempo mi avrebbe perdonato.
Con quella bionda avevo fatto un casino, avevo stravolto tutto. A lei tenevo veramente, anche se in poco tempo ero riuscito a conoscerla e mi aveva mostrato tanto di lei. Io avevo fatto lo stesso, non ero mai stato così tanto me stesso, mentre con lei lo ero sempre.
E poi Filippo, non mi sarei mai immaginato di starci distante più di una settimana. Solitamente le nostre liti duravano svariate ore, tranne una volta che era durata qualche giorno ma non era paragonabile a quello che stavo vivendo in quei giorni.
Filippo ti voglio un bene dell'anima.
Anche con lui mi aprivo come non facevo con nessuno.
Ma che ho fatto?

Emma.
Nonostante fosse passata una settimana Filippo non ne voleva sapere di me, la situazione era peggiorata senz'altro. Quando ero in casa lui cercava sempre scuse per uscire, non riuscivamo più nemmeno a condividere la stessa aria.
Sarebbe andato avanti ancora per molto? Mi avrebbe evitata per tutti gli anni che avrei passato lì? Cosa potevo fare più di così? Avevo addirittura smesso di uscire con Simone, non parlavamo più.
Avevo provato più di una volta a dirglielo ma lui sosteneva che ormai avevo sbagliato e che era troppo tardi. Io avevo rovinato un'amicizia per lui, e lui che aveva fatto? Lui se ne fregava, andava avanti a non volermi accanto.

Iniziai a pensare che la stesse usando solo come scusa, magari non voleva starmi attorno dall'inizio e questa era l'occasione che aveva per tenere le distanze.
No Emma cosa dici. Non è così.
Era stato lui a volermi nel suo gruppo di amici, lui a farmi integrare, lui ad insistere. Se non avrebbe voluto se ne sarebbe fregato dall'inizio.
Questi ormai erano pensieri che mi giravano nella testa ventitré ore su ventiquattro, non riuscivo a concentrarmi.

La domenica si faceva sempre più noiosa, non avevo nulla da fare. Avevo finito di studiare, Lauren non c'era, Filippo era in giro con i nostri amici e questo significava che non potevo uscirci io.
L'unico che restava era lui, Simone.
Lasciai perdere.
Decisi di uscire con un ragazzo della mia classe, avevo legato tanto con lui nelle settimane precedenti e mi sembrava un ragazzo a posto.
Non era tanto alto, aveva i capelli scuri e degli occhi splendidi color azzurro come il mare, chiarissimi. Si chiamava Lorenzo Galli.

Mi prepari indossando dei jeans lunghi neri ed attillati, sopra misi una canottiera bianca che lasciava scoperto un pezzo di pelle poco sotto l'ombelico. Come scarpe utilizzai delle semplici nike nere e, dopo essermi truccata leggermente e messa il profumo, afferrai la mia giacca di jeans per evitare di avere freddo, la mia borsa e uscii di casa.

Trovai Lori già fuori casa ad aspettarmi, intento a tirare una sigaretta fuori dal pacchetto di Marlboro.
L: Alla buon ora! - disse accendendola.
E: Non sono in ritardo - mi lamentai ridendo - Come stai? - chiesi poi.
Parlammo un po' durante la strada e dopo poco arrivammo in un bar. Era il solito bar dove andavo con gli altri miei amici e pregai mentalmente che non fossero proprio lì.
Per una volta ebbi fortuna, non c'erano. Tirai un sospiro di sollievo e subito Lori, ridendo, mi chiese cosa stava succedendo. Lui sapeva del casino che avevo fatto ma gli risposi semplicemente con un nulla.

L: Con il biondino? - chiese improvvisamente.
Ma scherziamo? Vi prego no!
E: Cosa? - feci finta di nulla.
L: Vi siete più visti?
E: Sì, ieri. Ma come già gli avevo detto preferisco tenere le distanze.
L: Come siete strane voi donne - disse punzecchiandomi - prima ci volete finire a letto e poi fate finta di nulla.
E: Devi andare avanti ancora per molto? Ogni volta la stessa storia - sbuffai.
Ormai ci ero abituata, gli piaceva scherzare.
L: Dico solo che la devi smettere di fare finta di nulla. E poi ammettilo, lo rifaresti ancora - continuò a provocarmi.
E: No Lori, davvero.
L: C'è troppa attrazione fisica! - disse facendo il verso, imitandomi dicendo la frase che avevo già usato come scusa per giustificare la mia decisione - Non ci penseresti due volte se te lo ritrovassi davanti in un luogo più appartato - rise.
E: Sei proprio un porco! - dissi scherzando per cambiare argomento.

Passai un pomeriggio tranquillo con lui e quando mi accompagnò a casa intravidi, ancora una volta, Simone uscire dalla sua.
Questo mi perseguita!
Tirai Lori per un braccio spingendolo dentro casa in modo da non dargli tempo di ribattere e aspettai che Simone se ne andasse per farlo uscire.
Spiegai a Lori tutto e ovviamente non fece mancare qualche sua solita battuta.

E: Grazie per oggi, ci vediamo domani a scuola.
Lo salutai e rientrai dentro casa vedendo Filippo guardarmi storto.
E: che c'è ancora? - alzai gli occhi al cielo.
I: chi è lui? Simone 2.0?
Lo ignorai e salii in camera, non potevo credere che l'avesse detto davvero.
Ora inizi anche a darmi della puttana? Dio, ma io non vado a letto con nessuno!
Capii che era inutile stare lontano da Simone, Filippo avrebbe trovato comunque un motivo per restare incazzato con me. Con Keanu, invece, dovevo semplicemente riflettere.
Con Simone c'era tanta attrazione, era vero, ma non per questo sarei caduta di nuovo sulle sue labbra.

Ciao! Vi stanno piacendo i capitoli? Spero di sì❤️
Per aiutarmi a salire nelle classifiche vi chiedo di mettere una stella ogni volta che li leggete, grazie se lo farete, per me vale tanto il vostro supporto.
Ci sentiamo domani😘
Ambra

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