"Non posso starti distante"

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Emma.
Mi svegliai la mattina seguente a non so bene che ora. La luce iniziò a darmi fastidio e sentivo una strana presenza sul bordo del mio letto, segno che qualcuno era venuto a svegliarmi, probabilmente il mio amato cugino Filippo.
Non aprii gli occhi perché ero certa che sarei rimasta accecata.

E: Fil please, I want to sleep - mi lamentai.
S: Filippo eh? Dai Emmì alzati che è tardi.
Simone? Che diavolo ci faceva lì Simone?
Okay che era una seconda casa per lui, ma mai era venuto a svegliarmi di prima mattina.
E: Che ore sono? - domandai sbadigliando.
S: Sono le dieci dormigliona, dai! - insistette cercando di liberarmi dalle coperte.
Usai la poca forza che avevo di prima mattina per tenerle sopra di me, ma si sa, Simone è decisamente più forte.
E: Dai Simo, di solito quando prendo una sbronza dormo molto di più - mugugnai strofinandomi la faccia e poi aprendo gli occhi lentamente.
S: Ti ho anche portato la colazione, smettila di lamentarti.
Mi comparve un enorme e smagliante sorriso sul volto.

Quelle erano solo piccole attenzioni, ma io avevo bisogno proprio di questo.
E: Possiamo dormire un'oretta ancora? Dai vieni - dissi facendogli spazio.
Esitò un attimo cercando di convincermi ad alzarmi, ma poi si sdraiò accanto a me e prima che infilasse anche i piedi sotto le lenzuola sentii un tonfo sul pavimento, segno che si era levato le scarpe.
Intrecciai le mie gambe alle sue e portai il mio viso sul suo possente petto, non ci pensò due volte ad iniziare ad accarezzarmi la nuca, era il suo passatempo preferito.

S: Senti Emma, guarda che ieri stavo scherzando, non volevo mica prenderti per il culo - disse.
Solo quando pronunciò quelle parole capii il vero motivo per cui si trovava qui, mi ero completamente dimenticata della sfuriata avuta la sera precedente contro di lui.
Posai una mano sul suo basso ventre ed iniziai ad accarezzarlo dolcemente sentendo attraverso la maglia quei suoi leggeri addominali.
E: Ma va Simo, anzi scusami, me la sono presa per niente. So che scherzi spesso, ma ieri non ho colto l'ironia. Anche se mi sforzassi non riuscirei a stare incazzata con te, non posso starti distante - dissi in tutta sincerità.
S: Ancora una volta chi aveva ragione? Io. Era l'alcool a parlare - mi rinfacciò facendo lo sbruffone.
E: Peccato che le cose che ho detto su me e Keanu le penso davvero - ammisi.
S: Piccolè, io resto della mia idea: devi pensarci su bene, non fare cose affrettate. L'ultima volta te ne sei pentita subito.
E: Sì, è vero, ma quando sono stata con lui ho capito che non era più come prima, te l'ho già detto. Prima ho rifiutato di andare a letto con lui, dopo mi sono annoiata e non ce la facevo più a passare il pomeriggio in sua compagnia e, infine, ho realizzato di non aver mai un argomento di cui parlare - affermai con un pizzico di tristezza.
A: Sai ora basta pensare a ste cose, ci alziamo? - disse cercando di mettersi in piedi e uscire finalmente da quel comodissimo letto.
E: Scordatelo, io ho sonno. Hai voluto svegliarmi? Ora sono cavoli tuoi - negai posando una mano sul suo petto per farlo sdraiare di nuovo - sogni d'oro Blondie!

Mi girai sull'altro fianco, dandogli le spalle, visto che quella posizione era diventata estremamente scomoda e lui, senza esitare, si girò verso di me abbracciandomi da dietro e tenendomi stretta a lui.
S: Ti voglio un gran bene Emma, non permetterei a nessuno di farti stare male - sussurrò tra i miei capelli.
Mi si sciolse il cuore.
Era diventato estremamente importante ed ero convinta che non avrei potuto trovare una persona migliore. Sapeva esattamente cosa fare per farmi stare bene, mi dava sempre piccole attenzioni e ogni sua azione o parola era una certezza per me. Era anche grazie a lui se in Italia mi trovavo bene, grazie a lui se ero comunque felice e grazie a lui se non ero malinconica, non mi permetteva di pensare alla mancanza che provavo non avendo la mia famiglia accanto.
Anche se in poco, lui era diventato speciale ai miei occhi, ero convinta di tenere di più a lui che ai miei vecchi amici, i quali non sentivo ormai da più di un mese.

Biondo.
Lasciai Emma dormire ma non chiusi gli occhi nemmeno un secondo, le mie pupille erano puntate sulla sua figura così minuta che si trovava tra le mie braccia.
Sostenevo la mia testa con una mano tenendo il gomito appoggiato al materasso poco dietro di lei, in modo da poter vedere il suo viso. Con l'altra mano le accarezzavo l'addome piatto.
Emma era estremamente forte, non stava passando di certo un bel periodo.
Non so come ma aveva tutta questa confusione in testa, speravo solo che si sarebbe schiarita le idee il prima possibile per far sì che la smettesse di soffrire una volta per tutte.

Qualunque sarebbe stata la sua decisione ero sicuro che avrebbe sofferto. Poteva decidere di voler ancora Keanu, ma io ero sicuro come non mai che quel coglione l'avrebbe fatta stare male ancora non dandole minimamente attenzione, poteva anche scegliere di chiudere la sua relazione definitivamente ma di certo non sarebbe stato facile dopo anni e sarebbe stata male.
In ogni caso io ero pronto a starle accanto e a consolarla.

Si aprì improvvisamente la porta rivelando Irama.
F: Bro, che cazzo fai? Ti devo per caso ricordare che oggi ti devo accompagnare ad un colloquio di lavoro?
S: Cazzo! - imprecai sussurrando - Me n'ero completamente dimenticato.

Mi alzai immediatamente dal letto, stando però attento a non svegliare Emma che dormiva ancora come un angelo.
F: Non si è ancora svegliata? - chiese facendomi un cenno con la testa verso la maltese.
S: Sì, ma poi ha voluto dormire ancora.
F: Non è più incazzata, vero? - mi domandò quasi preoccupato.
S: No, si è calmata - lo rassicurai.
F: Menomale. Non pensavo di dirlo ma sono felice che siate così amici. Inizialmente sembrava che vi odiaste, invece ora guardatevi, siete praticamente fratelli!
A questa sua affermazione feci un sorriso senza nemmeno rendermene conto. Era vero, inizialmente non la sopportavo e non capivo nemmeno io il motivo di quel mio atteggiamento freddo e da sbruffone che tenevo nei suoi confronti.
S: Sei tu che pensavi ci fosse altro! - scherzai alzando le braccia al cielo.
F: Ti spezzerei le ossa - rise.
Mi limitai ad annuire, afferrai la mia giacca e uscii insieme a lui.

Era arrivato il momento di cercarmi un lavoro.
Quando finii le superiori decisi di stare tranquillo per l'estate, non volevo pensare a nulla, volevo solo spassarmela dalla mattina alla sera senza avere preoccupazioni.
Ormai, a metà ottobre, era arrivato il momento di mettermi sotto, non potevo continuare a fare il mantenuto.

Avevo sentito che all'Hard Rock Cafe, che si trova nel centro di Roma, cercavano un commesso che lavorasse nella parte dell'abbigliamento, sia alla cassa che nei camerini.
Avevo così deciso di provare ad ottenere il posto.
Il negozio non era lontano da casa mia poiché io mi trovavo vicino al centro di Roma, in più avrei certamente avuto una buona paga vista la qualità e la notorietà del posto.

Quando arrivai aspettai circa mezz'ora e, dopo un altro ragazzo che avrà avuto all'incirca la mia età, alto e moro, il capo chiamò me.

Mi fece numerose domande che sembrarono decisamente interminabili. Mi chiese un po' di tutto, della mia vita, del perché volevo avere quel posto di lavoro, dove vivevo e cos'ero disposto a fare.
Dopo il lungo interrogatorio mi chiese di lasciargli il mio curriculum e gli diede una veloce occhiata mostrandomi poi un sorriso. Le ultime parole che mi disse prima di salutarmi furono "mi sembri un ragazzo in gamba, ti terremo aggiornati e stasera guarderò bene il tuo curriculum".

Una volta finito il colloquio andai a mangiare con Irama, ci fermammo in un fast food per mangiare qualcosa di veloce e poi tornare a casa.
Filippo aveva un sacco di cose da fare e, siccome il giorno dopo avrebbe lavorato, non voleva perdere tempo.

Emma.
Quel giorno mi svegliai dopo ore, ero com'è andata in letargo.
La testa mi faceva decisamente meno male, ma i crampi allo stomaco non volevano proprio cessare.
Non potevo negare che svegliarmi senza Simone mi deluse un poco.
Mi ero addormentata tra le sue braccia ed ero convinta che mi sarei svegliata ancora così, al riparo da tutto in mezzo al suo calore.
Invece mi sbagliai, ero sola in quella stanza.
Feci finta di nulla, ma se una cosa simile mi aveva anche solo minimamente ferita, non potevo ancora immaginare a come sarei stata più avanti davanti ad alcune rivelazioni.
Sarebbe iniziata la mia fine.

Ciao amici! Come state?
Vi chiedo subito scusa per il ritardo, ma essendo estate non mi va di stare tutto il giorno incollata al telefono e non sempre ho le idee che frullano velocemente nella mia testa, spero possiate capirmi❤️
Spero che il capitolo vi piaccia e se è così, come sempre, lasciate una stella o un commento.
Ci sentiamo presto <33
Ambra

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