Tempo di chiarimenti.

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Vi chiedo di leggere lo spazio autrice in fondo al capitolo, è abbastanza importante.

Biondo.
S: È arrivato il momento di chiarire una volta per tutte.
Parlavo con Irama ed ero più determinato del solito, rivolevo mio fratello e lo rivolevo in quel momento. Mi mancava, avevo bisogno di lui. Non l'avrei fatto uscire dalla stanza finché non si sarebbe messo in testa che non era successo nulla di male.
Ero davanti alla porta affiancato da Emma. Era sera, sarebbe arrivata sua mamma a momenti.

F: Non c'è nulla da chiarire - mentì, sapeva benissimo che non era così.
E: Come on Fil! Basta! Ci manchi.
S: Rivoglio mio fratello - gli dissi sincero.
Ero sicuro che nel mio sguardo avrebbe visto tutto quello che stavo provando in quel momento: malinconia.
E: Fili, entrambi siamo tanto legati a te. Non possiamo andare avanti così, you know. Stare in questa casa è diventato un inferno da quando litighiamo! - continuò Emma con voce sofferente.
Forse stava soffrendo più di me, o forse ero io bravo a nascondere i miei sentimenti.
F: Ragazzi, non si tratta solo di quello che è successo tra voi due. Io ho sempre odiato queste cose - disse.
E: E di cosa si tratta allora?
F: Boh, voi avete legato così tanto. A momenti state senza di me - affermò di botto.

Sbarrai gli occhi.
Era geloso? Era geloso del rapporto che avevo con Emma? Pensava veramente che avrei potuto rimpiazzarlo con lei?
S: Ma sei scemo? - sbottai di botto ridendo, non ci potevo credere.
F: No, lo penso davvero.
S: Non ti rimpiazzerei mai con nessuno bro, tu sei mio fratello cazzo! - gli diedi una pacca sulla spalla.
Finalmente la sua espressione si addolcì e le sue labbra si piegarono in un dolce sorriso.
E: Ma io sono tua cugina! Sei il mio migliore amico qui! Non ti rimpiazzerei mai nemmeno io - disse ridendo.
F: Già l'hai fatto col gallo - scherzò lui.
E: Lori è pur sempre Lori - sorrise lei.
Ma chi è sto Lori?
F: Scusatemi ragazzi, vi devo delle scuse. Ho esagerato - ammise.
S: Fa niente bro!
E: Usciamo a mangiare stasera?
S: Va questa che pensa sempre a magna'! - la derisi beccandomi uno schiaffo in piena faccia.
Aggressiva la ragazza.
E: Però dobbiamo andare presto. Lori deve venire per spiegarmi le cose che hanno fatto in classe.
F: Fallo venire, poi viene qui a casa.
S: Sì, fallo venire almeno lo conosco!
Vediamo un po' che tipo è sto Lori!

Tornai a casa mia a prepararmi per poi uscire.
Misi dei jeans che mi arrivavano alle ginocchia, le nike bianche e una maglia nera della Pirex.
Uscimmo a cena per le 8 e facemmo in tempo a beccarci con la mamma di Irama.
Ci disse che era felice che finalmente avessimo risolto. Come darle torno? Emma e Filippo in casa non facevano altro che litigare come marito e moglie o, peggio, come due bambini di cinque anni.
Anche io ero felice che finalmente non eravamo più in cattivi rapporti. Ero felice per me perché avevo bisogno di poter riabbracciare Irama e considerarlo mio fratello a tutti gli effetti, ma ero anche felice per Emma. Era stata molto male a causa della distanza che si era creata tra lei e suo cugino; mentre ora, a poche ore da quando hanno sistemato, era felice. Glielo si leggeva negli occhi.

Andammo a mangiare del sushi dato che Emma insistette dicendo che non lo mangiava da tanto e non poteva più sopportare quest'astinenza.
Come la definisce lei!
Era così buffa mentre mangiava, non potevi non incantarti a guardarla.
Aveva occhi solo per il cibo.
Sembrava una bambina che riceve il regalo di Natale che tanto desiderava, sembrava un cane quando rivede il suo padrone alla fine della giornata, sembrava un genitore che va a prendere il figlio dopo una vacanza.
Emma era così.
Una bambina, una donna, era tutto e niente.
Era felice, sorridente, allegra, buffa, pazza, dolce.
Ringraziai Irama mentalmente per avermela fatta conoscere, era diventata fondamentale nelle mie giornate.

Lori sembrava un ragazzo simpatico, sempre con la battuta pronta al momento giusto, in grado di sdrammatizzare ogni situazione.
Si era presentato in modo sereno e amichevole, cosa che non mi aspettavo.
È compagno di classe di Emma, nonché grande suo amico dal primo giorno. Non ci eravamo mai conosciuti perché frequentava una scuola diversa dalla mia, lui viveva nella periferia di Roma, al contrario nostro che ci trovavamo al centro.
Ora che ci penso era lui il ragazzo che si trovava con Emma qualche giorno fa, lo stesso che ha spinto in casa probabilmente per evitare una possibile conversazione con me.

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