Sei l'ultima cosa che volevo, l'ultima cosa di cui ho bisogno
Come risponderò quando i miei amici mi diranno:
Mio figlio stava baciando i ragazzi per la strada?-Boys in the street - Greg Holden -
***
Dischiudo le palpebre e fisso la persiana abbassata laddove uno spicchio di sole penetra, si infrange contro la parete e taglia di netto il bianco dell'intonaco.
Deglutisco e sento il sapore amaro nella bocca mischiato al sale delle lacrime che hanno smesso di scendere da poco.
Quanto tempo è trascorso dall'ultima volta in cui ho messo i piedi per terra?
Tanto, ne ho perso il conto, così come di tutte le insistenti domande di Roberta e la sua preoccupazione evidente.
Dovrei alzarmi per farle capire che sto bene, sono il solito fratellone forte come una roccia, l'unica ancora della nostra nave alla deriva.Non ci riesco, e questo mi fa stare ancora peggio.
Fallisco su ogni punto rimanendo fermo tra le coperte ormai sgualcite, a piangermi addosso quanto più dolore possibile, aggiungendone altro e altro ancora.
Dentro queste quattro mura, però, non c'è niente in grado di ferirmi, di tagliarmi in due proprio come il sole sulla parete.Pigio la testa sul cuscino e smetto di respirare, la stoffa preme sulle narici e la sento entrare dentro la bocca ad ogni boccata calda.
Un minuto di apnea, un lunghissimo minuto in cui mi passano milioni di immagini nella mente, ingaggiano un duello all'ultimo sangue con il mio istinto e, alla fine, vincono loro e mi costringono a tornare alla realtà.
Prendo fiato, inclino il viso di lato e fisso la cornice della foto sul comodino.Era facile la vita quand'ero più piccolo.
Dovevo solo preoccuparmi di non tornare a casa con il grembiule sporco di terra, o altrimenti mi sarei preso una lavata di capo da mio padre.
Poi sono arrivate le botte; i pensieri; la paura di non riuscire ad arrivare a più di dieci anni sotto le minacce di chi avrebbe dovuto amarmi; i sentimenti.
Dannazione all'ultimo punto.
Perché si è dovuto mettere in mezzo l'amore?
Si stava meglio senza.
Ero libero, privo del timore di fare un passo sulla mattonella nera o su quella bianca e ascoltare il mondo intero sollevare un polverone, criticare, parlare e parlare fino a farmi scoppiare la testa.Faccio un versaccio e chiudo gli occhi, li stringo man mano di più e mi chiedo se prima o poi riuscirò davvero a scomparire.
Illuso.
Sempre qui si torna, a piangere sulle mie scelte sconsiderate.
Compio azioni sbagliate di continuo, mi fido di chi non dovrei perché sono troppo stupido per capire la verità dei fatti: nessuno tiene a me, e vogliono solamente vedermi crollare e smettere di rialzarmi.
Dono il mio cuore e loro me lo rendono coperto di tagli profondi, quasi ridotto a una poltiglia.
Un tempo mi pensavo troppo gentile, ecco spiegata la ragione delle mie fregature continue, poi ho capito di essere il fesso da poter rigirare come un calzino, e gli altri si approfittano di questo; tanto con una bella stirata torno come nuovo, con il sorriso perenne sulla faccia da idiota che mi ritrovo.Da quando il mio volo ha sbagliato la rotta e adesso precipito in questo pozzo scuro?
Non lo so, dannazione.Non lo so.
Mentre ci penso, però, rimarrò qui al pari di un vegetale dentro la cassetta del frigo.
Andare lì fuori ed essere colpito dalle frecce del nemico?
No, grazie, ho un bersaglio disegnato sul petto e preferisco di gran lunga fuggire e tornare quando la tempesta si sarà placata, se mai accadrà.
D'un tratto un colpo fuori dalla finestra mi fa sobbalzare e mi sento tremare.
Cosa è stato? Un bussare alla porta d'ingresso, forse, o alla finestra del salone, non ho ben capito la posizione.
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Il suono della mia Paura
General Fiction[SPIN-OFF/PREQUEL DI: "DESTINO"] (Sospesa.) Essere abbandonati dalla propria madre non è un problema; abitare con un mostro ubriaco e manesco neppure; crescere in fretta e tenere sulle proprie spalle la vita di una sorella piccola, neanche. Questo s...