Il campanello suona insistente, gracchia come un uccello su un trespolo e mi martella la testa.
E addio al mio risveglio delicato.
Chi diavolo sarà a quest'ora?
Forse degli amici di mio padre già ubriachi di prima mattina e giunti qui per radunarsi attorno alle poltrone proprio come una setta, a parlare di idiozie, ridere senza ragione e scolare altro alcool in gola fino a sentirlo scorrere nelle vene al posto del sangue.Patetici.
Se un giorno dovessi diventare come loro, ammesso che rimanga in vita per un tempo sufficiente, spero che qualcuno mi prenda a schiaffi così forte da farmi rinsavire.
«Dani», bisbiglia Roberta stropicciandosi gli occhi, «è Adel.»
Cosa?
Mi rizzo a sedere e spalanco le palpebre, i piedi già sul pavimento e la mano a stringere la maniglia della porta per sporgermi oltre la soglia. Conto i battiti del mio cuore, li ascolto velocizzarsi e ingoio la saliva finché non smette di invadermi la lingua.
Incerto, compio qualche passo verso la ringhiera laddove si sentono entrambe le voci, quella di Adel e di mio padre, sollevarsi di continuo.
Perché è venuta qui?
La tana del mostro è sempre stata per lei zona neutra, una dove non avrebbe dovuto addentrarsi per non restare incastrata in mezzo a tanto nero.
Vuole farsi mangiare, masticare e poi sputare, proprio come accade di continuo a me e a mia sorella.
Sono agitato.
Così tanto agitato che non riesco a tenermi in piedi e sono costretto ad accucciarmi e sbirciare attraverso le fessure.Scappa, finché puoi.
Non lo incattivire o, quando andrai via, diventerò il suo prossimo pasto, uno con cui consumare una ricca abbuffata.
La mia tutrice intercetta il guizzo della mia figura e il suo sguardo è subito su di me, rovente come un fuoco dentro a un camino.
No, non è così delicato.
Si tratta di un incendio di dimensioni colossali, e si sta abbattendo su Jack senza che lui possa fare nulla per contrastarlo.
Lo divora, lo lacera con la forza delle parole ed è tutto il contrario di ciò che mi sarei aspettato da questa scena.
Adel l'ha sfidato, e sta vincendo.Sta vincendo.
«Daniel, va' su e prepara una borsa con qualche vestito e un paio di oggetti utili per un viaggio» dice lei e muove le dita verso la mia stanza, anche se non può vederla da laggiù.
«Non dirai sul serio, stracciona. I miei figli restano qui per l'estate, e faresti meglio a...»
Adel non gli dà modo di ribattere: stronca le sue frasi a metà, lo rigira a suo piacimento e tiene saldo il timone della sua nave di salvataggio.
«Farei meglio a fare... cosa? Ringrazia il cielo che non mi sia portata dietro il fucile da caccia, altrimenti te lo starei infilando in quella bocca di merda che non fa altro che vomitare stronzate» ribatte puntando il dito sul suo petto, l'aria minacciosa e lo sguardo torvo.
Non l'ho mai vista così.
Dove si è nascosta per tutto questo tempo?
Ti importa davvero, Daniel, o ti decidi a muovere queste stupide gambe e darle retta, finché possibile?
Sì, scelgo decisamente questa come opzione.
Il chiacchierio si sussegue al piano di sotto, i toni si scaldano, le voci si fondono e non si distingue più una singola parola.È uno scenario così confuso.
Io, mi sento confuso.Un istante prima mi trovavo nel mondo dei sogni, la mia unica isola sicura contro il mondo reale, e adesso ho uno zaino tra le dita pieno dei miei pochi averi, e non so perché.
«Dani... che succede?» chiede con un sussurro impaurito Roberta, gli occhioni spalancati e fissi su di me, e lì dentro riesco a vedere la mia stessa incertezza mischiata alla paura dell'ignoto.
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Il suono della mia Paura
Genel Kurgu[SPIN-OFF/PREQUEL DI: "DESTINO"] (Sospesa.) Essere abbandonati dalla propria madre non è un problema; abitare con un mostro ubriaco e manesco neppure; crescere in fretta e tenere sulle proprie spalle la vita di una sorella piccola, neanche. Questo s...