Suoni di piatti, forchette che tintinnano, l'acqua buttata giù nella gola.
Alterno lo sguardo su tutti i presenti, dondolo un po' le gambe e una la poso contro quella di Mirko al mio fianco.
Sembra stia andando piuttosto bene. Non ci sono state ancora vittime, e questo è un ottimo inizio.
Adel ha accettato la novità e non ha affilato i coltelli, una buona speranza per il futuro.E allora perché sono nervoso? Anzi, esiste qualcosa di più di essere nervoso? Ecco, sono quello.
Aprire le porte sulla mia vita è complicato, perché nessuno ha mai messo piede oltre la soglia.E se dopo questo incontro con Adel, Mirko ricercasse il mio lato in ombra?
La paura ha iniziato a soffocarmi da quando mi sono tornate in mente le parole di Jack, stringe forte e mi impedisce di mandare giù il boccone. Continuo a passarlo da una parte all'altra, a infilarne un po' nella forchetta fino ad aggiungere ulteriore cibo a quello già incastrato ai lati delle guance.
Visto da fuori devo somigliare proprio a un buffo criceto, una copia distorta di un animale carinissimo.-Lo sai cosa fanno ai ragazzi che fanno la spia? Li ammazzano, ed è questo ciò che farò io se proverai a chiedere aiuto a qualcuno, ci siamo capiti?-
No, papà, non chiedo aiuto.
Sto trascorrendo un pranzo in compagnia, tutto qui, va bene?
Dio, fa' che non lo scopra, che non si metta in testa strane idee e cerchi di vendicarsi su di me, o peggio, su Roberta.
Mi attacco al bicchiere e mando giù buona parte del mio pranzo con il liquido. Tanto sono abituato a non masticare, una volta in più una volta in meno non cambierà di certo le sorti.«Ammiro il fatto di non avere la televisione in casa» esordisce Mirko e cattura l'attenzione della mia tutrice.
A fatica ascolto la risposta. Li vedo parlare, eppure i suoni percorrono l'aria, avanzano fino alle mie orecchie e poi tornano indietro.
Perché non riesco a spingerli dopo una certa soglia?
Sto sudando, l'ansia ha smesso di farmi ragionare.
Mi sento solo un pezzo di legno attorno a una tavola felice: vorrei sorridere, ma la mia bocca non si solleva e resta incastrata nel materiale.-La vuoi vedere morta?-
No, non voglio.
-La vuoi vedere morta?-
Portatemi via di qui, non riesco a respirare.
«Daniel.»
Scatto con gli occhi verso Adel e lei mi guarda intensamente, sembra volermi entrare dentro ed estrapolare le informazioni dalla testa, da quella stupida testa che non riesce proprio a stare ferma neppure per un secondo.
«Mi aiuti a preparare il dolce?» domanda e si alza, quasi mi tira su per un braccio e mi porta di là con uno strattone per nulla gentile.
Eppure gliene sono grato.
Stavo per impazzire.«Cosa ti prende, ragazzino?» chiede burbera con un dito puntato verso di me. Schiaccio la schiena contro il frigo, le palpebre spalancate come un animale messo all'angolo.
Be', un po' mi ci sento, con lei che mi sovrasta in cerca di indizi da spremere direttamente dalla mia bocca. Le basterebbe solo girarmi per bene come uno straccio pieno d'acqua, e potrei sputare fuori tutto, lo giuro, tutto quanto.
«Niente» soffio incerto e lancio una breve occhiata al salone. «Lo sai, non ho mai invitato nessuno e...»
Mi blocca con la sola forza di uno sguardo. Un'occhiata da incassare, la sento stamparsi su di me come una patina adesiva.
«Stronzate» avanza e mi sposta di lato per aprire l'anta di ferro, un paio di bottiglie barcollano sul pianale interno. Estrae una crostata con sopra una cascata di fragole, un paio di kiwi a fettine e tanta crema pasticciera.
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Il suono della mia Paura
Narrativa generale[SPIN-OFF/PREQUEL DI: "DESTINO"] (Sospesa.) Essere abbandonati dalla propria madre non è un problema; abitare con un mostro ubriaco e manesco neppure; crescere in fretta e tenere sulle proprie spalle la vita di una sorella piccola, neanche. Questo s...