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I'm tired of always chasing, chasing after you

I giorni passavano veloci. Quell'anno nessuno voleva che la scuola finisse. Era diventata l'unica certezza in un mondo minacciato dalla guerra, l'unico impegno che distoglieva la mente dagli orrori che stavano per sconvolgerla. Tutto sembrava essere così diverso, nessuno diceva più di non vedere l'ora che arrivasse l'estate. Sapevano tutti ormai che la scuola era l'unico modo per non pensare a ciò che si stava avvicinando, ed era anche l'unico modo che si aveva per restare in contatto con gli amici, con le persone a cui si voleva bene.

Hermione ne stava soffrendo più di tutti: era sempre stata tra le uniche ad amare la scuola, lo studio, i compiti e i professori. Le era sempre piaciuto tenersi occupata, impegnarsi in difficili obiettivi scolastici anche troppo ambiziosi perdendo completamente di vista tutto il resto. Ma adesso vedeva gente che fino a poco tempo prima avrebbe vissuto nell'ozio studiare e non lamentarsi più di nulla. Questo, che l'avrebbe resa felice in circostanze diverse, stavolta la rese triste. Gli studenti erano allarmati, anche se se ne stavano zitti. Stava regnando una silenziosissima, celata paura.

Ciononostante, qualcosa di bello era successo nella sua vita. Ron le aveva dichiarato i suoi sentimenti e adesso i due stavano insieme. Quella relazione piuttosto inaspettata riempì il cuore dei due ragazzi, e anche dei loro amici, un lampo di luce in un mondo sempre più oscuro. 

Tutto stava procedendo: verifiche, lezioni, interrogazioni, baci rubati nello stanzino delle scope al quarto piano. Un piccolo mondo ovattato in pace, dissociato da quello esterno sull'orlo di una tremenda guerra.

"Che facciamo stasera?" Disse un giorno Harry in Sala Comune, mentre addentava un toast e sorseggiava del succo di zucca.

"Non credo che dovremmo uscire. Non è affatto sicuro." Rispose Hermione, con un tono forse più preoccupato del necessario.

L'ultima cosa che voleva era addentrarsi come sempre nel pericolo con i suoi amici, e mettere tutti nei guai.

"Eddai, Herm, siamo sempre chiusi in questo fottuto castello. Ci meritiamo di respirare un po' e farci una Burrobirra come tre persone normali." Rispose il rosso a fatica, mentre mangiava con foga un cornetto alla crema.

"Questo fottuto castello è ciò che ci tiene al sicuro. E lì fuori c'è un esercito che diventa più forte ogni minuto che passa, quindi no, non vedo come possiamo essere normali." Ribatté Hermione, decisa.

Dopo qualche istante si pentì però della propria sfrontatezza. Aveva forse calcato troppo la mano? Anche Ron doveva essere frustrato. Decise di riparare il tutto.

"Scusa. Solo che con tutto quello che sta succedendo non vorrei che..."

"Tranquilla, ho capito. Stasera ce ne staremo nella Sala Comune, accoccolati sul divano, e guarderemo un film babbano, okay?" Convenne Ron, cedendo allo sguardo della sua amata.

"Okay?! Ron, ti ricordo che l'ho promesso a Pansy!" Replicò Harry, facendo gli occhi da cucciolo.

"Harry, vaffanculo a te e a Faccia Da Carlino." Rispose infine il rosso, mentre si alzava per prendere un altro cornetto.

"Ma—"

Il Prescelto non fece in tempo a ribattere che fu subito interrotto da un infantile Ron Weasley che aveva preso a sputare una quantità esagerata di gne gne gne.

Hermione non ne poteva più: parlare con quei due si stava facendo fastidioso. Ma come potevano essere così infantili? Un po' di razionalità non avrebbe guastato... Ma razionalità e Ron Weasley non potevano decisamente stare nella stessa frase. Quando, dopo pochi minuti, vide che non smettevano, la ragazza alzò gli occhi al cielo e si alzò dal divano della Sala Comune. Con il loro ridicolo litigio, i suoi due amici stavano creando un trambusto tale che quasi tutti i Grifondoro si erano girati per scoprire la causa di quel battibecco.

I don't wanna die//DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora