Ventuno Dicembre, primo giorno di vacanza. La neve non mancava di certo a Hogwarts in quella mattinata, fresca di allegria e frettolosi ultimi saluti. Essa adornava pigramente il paesaggio invernale, insieme a centinaia di nuvole candide e a un vento gelato che le spostava talvolta nella bianca distesa del cielo, sprigionando fruscii vivaci e assicurando l'immancabile atmosfera natalizia. Una distesa ben più spessa costellava però la tetra campagna scozzese. Vari centimetri di neve ricoprivano il terreno secco di un soffice tappeto bianco, profondo e impenetrabile. Costose scarpe nere tirate a lucido avevano lasciato impronte fresche sul nuovo pavimento che circondava il Lago Nero, e avevano stampato sul bianco manto lo stemma di chissà quale marca nota. Una sigaretta sottile alla menta era stretta con innaturale foga tra labbra sottili e congelate dalla gelata notturna, che aveva esteso le sue fredde carezze anche alla mattina; nuvole di fumo affiancate da cerchi concentrici si susseguivano disinvolte in una danza leggera, confondendosi con i fiocchi che cadevano sofferenti da quel cielo che sembrava piangerli.
Draco Malfoy aveva di nuovo i capelli biondi carichi di neve e, beandosi del sapore fresco di menta e nicotina, osservava con aria pensierosa l'immensa distesa d'acqua che gli si prospettava davanti. Non era ancora ghiacciata: solo una sottile patina di fiocchi bianchi era andata a posarsi sulla superficie del Lago, che aveva già perso l'oscurità da cui prendeva il nome e si era tinta di un bianco triste e tendente al grigio, specchio del cielo cinereo che la sovrastava. Con gli occhi socchiusi per il freddo tagliente, che gli sfiorava le iridi di ghiaccio e lo costringeva a sbattere ripetutamente le palpebre, il biondo seguiva talvolta le traiettorie travagliate compiute dai vari fiocchi, finché il suo sguardo indifferente non si posava inevitabilmente sul lento smuoversi delle nuvole, che preannunciavano l'imminente rinascita di una pigra stella chiamata Sole.
Se ci fosse stata meno luce e l'orario non fosse stato così tardo, Draco avrebbe potuto vantarsi di aver contemplato di nuovo l'alba. Ma quella non era l'alba...il Sole stava solo riemergendo lentamente e radioso, per dare al mondo l'illusione del suo ardore dopo ore trascorse a nascondersi nell'ombra delle nuvole argentee. L'illusione di una giornata nuova lo abbandonò quando il suo sguardo si posò sul suo orologio d'oro con un brivido. Le 9.30. Ovviamente Draco era lì da ore, due, per l'esattezza. Incurante del freddo che gli entrava spietato sin nelle ossa, era uscito furtivo dai Sotterranei e in qualche modo nessuno l'aveva visto inoltrarsi con noncuranza fino alle rive ghiacciate del Lago, la cui acqua, presto, avrebbe imitato le sponde riducendosi a una distesa di ghiaccio incredibilmente simile al colore dei suoi occhi. O alla sostanza del suo cuore.
Il biondo fece qualche passo nella piccola radura nivea, cercando di scaldarsi mentre strappava alla sigaretta ormai finita un'ultima, lenta boccata. Qualche istante dopo le nuvole lattee che fuoriuscivano dalle sue labbra sottili non erano più fatte di fumo e menta, bensì del suo fiato caldo ridotto a un po' di vapore acqueo. Rimase lì in piedi per un po', ad osservare l'acqua riempirsi di minuscoli fiocchi che prontamente si scioglievano, e a contemplare le nuvole chiare spostarsi nella distesa bianca, celando ancora di tanto in tanto la debole luce solare sotto il loro manto argenteo. Poi la sua quiete fu turbata da pensieri più cupi, che differivano molto da quelli calmanti sprigionati da quel paesaggio grigio, triste ma spettacolare.
L'ora tarda, il cielo biancastro e le vacanze ormai iniziate non volevano dire che una cosa: quel giorno, il giorno prescelto, era arrivato. Non ci era voluto poi molto per deciderlo, grazie al perfezionismo di Pansy e, perché no, anche grazie alla bizzarra, improvvisa smania di Blaise di portare finalmente a termine quel compito infernale. Dopo qualche ora a sbattere la testa sui libri polverosi della Biblioteca, nel tentativo disperato di riparare quel dannato rottame dell'Armadio Svanitore - Blaise aveva addirittura affermato, frustrato, che riparare un'auto babbana sarebbe stato più facile - i tre Serpeverde si erano concentrati sul fissare una data almeno per ciò per cui Draco aveva trovato un'imminente soluzione.
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I don't wanna die//Dramione
FanfictionDALLA STORIA: «Per un attimo, solo un attimo, ripensò a tutto ciò che aveva fatto e che stava per fare. Il Marchio Nero, l'omicidio, il prestigio di suo padre, la famiglia. Non riuscì a trovarvi un senso. Tutto accanto a lei perdeva valore, c'era s...