20/Veritaserum: parte 2

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"Buonasera, Granger.
Ti scrivo questa lettera per fare chiarezza riguardo all'accaduto di circa tre sere fa.
La prima cosa che voglio dirti al riguardo è che, durante Cura delle Creature Magiche, quando sono venuto a parlarti, non ero consapevole del motivo del tuo disprezzo nei miei confronti. Ne sono venuto a conoscenza solo nel pomeriggio, tramite Zabini. Ora so che hai una buona ragione per essere arrabbiata con me, ragione pienamente giustificata. Io stesso avrei fatto la stessa cosa se avessi avuto le tue convinzioni. La seconda cosa riguarda direttamente il pettegolezzo su me e Pansy. Granger, sappi che è completamente falso. Io e lei ci siamo visti, trascorrendo sì, la serata insieme, ma soltanto parlando e bevendo whisky come due amici, quali siamo. Ti giuro su quanto ho di più caro che non sono andato a letto con lei. Per quale motivo avrei dovuto farlo... Da quando ci siamo baciati la prima volta, in quella sera tiepida di settembre, non ho pensato che a te, alle tue labbra, ai tuoi capelli, alla tua pelle morbida, a quelle pallide dita di seta. Non ho mai toccato nessun'altra da quando sono stato con te. Come avrei potuto farlo se ogni volta che ti bacio sento il fuoco bruciarmi dentro? Sento così tanto desiderio per te che temo di scoppiare. Non potrei mai stare con un'altra con questa passione inspiegabile che brucia il mio cuore. Ma so anche che non c'è futuro per noi...sento così tanto la durezza del muro che ci divide da affogare piano nella disperazione ogni volta che ricordo quello che è il destino della nostra storia (o in qualunque altro modo vogliamo definirla...). E non so cosa fare, perché più ti sto lontano, più mi impongo di smetterla di rincorrere un qualcosa di impossibile, più sento di non poter fare a meno di te e mi convinco che questo mi rovinerà. Ma ogni volta mi convinco anche che quello che provo per te è intenso, vero. Perciò non mi importa se mi rovinerà, farò tutto quello che posso per farmi perdonare da te perché la verità, Granger, è che io..."

Hermione era pietrificata, le labbra cariche di tinta rossa spalancate in un'espressione sconvolta che ne deformava il contorno. Le sue gambe, divenute gelatine, avrebbero potuto cedere da un momento all'altro e farla inciampare sui suoi tacchi vertiginosi, e la sua schiena parzialmente nuda era instabile come un castello di carte. Le sue mani sottili e smaltate stringevano la pergamena spiegazzata con una tale forza che avrebbe potuto facilmente stracciarla, se non avesse mollato la presa. Iniziava a sentire il sudore pervadere ciascuna delle sue dita pallide rendendole scivolose, e i suoi polpastrelli avevano perso il colorito roseo dato dal costante flusso di sangue rendendoli del colore della neve che essi stessi amavano accarezzare.

Con un lungo sospiro di angoscia, la bruna cancellò la sola lacrima che le aveva rigato la guancia e si guardò intorno. Il suo sguardo percorse frettolosamente l'ala della Sala Grande in cui si trovava, un caleidoscopio di colori e abiti e bicchieri, incontrando un Cormac piantato in asso che si guardava intorno e una Ginny che aiutava febbrilmente il suo amato barcollante a scendere dalla sedia dalla quale aveva appena dato spettacolo. Incapace di realizzare il tutto, scosse leggermente la testa. Blaise sapeva decisamente come attirare l'attenzione.

Quando la bruna si voltò nuovamente per incontrare lo sguardo del suo migliore amico, si accorse che lo spazio poco prima occupato da un semi-brillo Harry Potter era vuoto, così come quello della sua bellissima regina. Anche Pansy era sparita.

«Comprensibile...» Pensò la bruna, azzardando respiri profondi nel tentativo disperato di regolarizzare il battito del suo cuore.

Ma questo, ora saturo di emozioni e di estasi, non voleva saperne: Hermione si sentiva come dopo un giro prolungato sulle montagne russe, col cuore martellante nel petto che le risaliva all'impazzata su per la trachea. Per un attimo sentì la testa girarle vorticosamente e barcollò sui tacchi.

I don't wanna die//DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora