12/Boulevard of broken dreams

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Stranamente Ron Weasley aveva aperto gli occhi prima che la sveglia suonasse. Quella mattina si sentiva particolarmente spossato, eppure non riuscì a riaddormentarsi. Normalmente condivideva l'ampia stanza da Prefetto con Harry, ma oggi poteva sentire un intenso profumo aleggiargli attorno al viso stanco, il profumo fruttato dei capelli di Lavanda. Si voltò sbadigliando a guardarla. I riccioli lunghi e biondi erano sparsi eterogeneamente sul cuscino e accostandosi Ron poteva sentire il battito regolare del suo cuore. Senza quell'espressione civettuola sul volto, Lavanda avrebbe potuto ispirargli pura serenità. Pura pace.
Ma ciò non accadeva: lui non era in pace.
Non amava la serenità di Lavanda, né i riccioli biondi sparsi eterogeneamente sul cuscino. Guardandola avrebbe dovuto fremere, provare quei sentimenti inoffuscabili che erano tipici dell'amore. Invece più la guardava, beandosi di quella vista pacifica, più la vedeva chiaramente per quello che era: un modo meschino per dimenticare Hermione e i segni indelebili del suo tradimento.

Incapace di perdersi di nuovo tra le braccia di Morfeo e con la mente invasa da pensieri di odio, il rosso si alzò dal letto e si precipitò in bagno, lavandosi in fretta. Si svegliò definitivamente quando, con un gesto veloce, si sciacquò anche il viso pallido e lentigginoso con acqua gelida. Poi tornò nella sua stanza e, sbuffando, prese un paio di pantaloni con lo stemma dei Grifoni e una camicia, cominciando a vestirsi frettolosamente, ansioso di fare una buona colazione.

Il Grifondoro aveva appena infilato il bottone nell'ultima asola che sentì un lieve bussare contro la sua finestra. Si affrettò a fare un discutibile nodo alla cravatta rossa e oro e si avviò verso la finestra, dove aveva notato una scura civetta tamburellare impazientemente con una lettera nel becco giallognolo.
Dopo averle aperto, diede alla civetta un cracker e prese con nonchalance ciò che essa trasportava. Quando l'animale sparì nuovamente nel cielo brillante di quella fredda mattinata, Ron si sedette a una sedia ed esaminò curioso quella busta misteriosa.
La sua faccia, appena rinfrescata dall'acqua fredda, si stava gradualmente scaldando, assumendo un colorito sul rosso aranciato non appena il giovane lesse il mittente, scritto con una calligrafia precisa ed elegante.

Draco Malfoy.

La faccia di Ron passò prontamente al colore esuberante del peperoncino quando lesse il destinatario.

Hermione Jean Granger.

Di chi era quella civetta rimbambita che aveva sbagliato ala del Dormitorio?

Stava decisamente per iniziare a sudare freddo alla vista di quei nomi fin troppo familiari, ma una voce stridula interruppe bruscamente i suoi pensieri precursori di un'imminente sfuriata.

"Ron-Ron? Che stai facendo?"

Il rosso non si girò e continuò a fissare con rabbia quel pezzo di carta ancora sigillato, incerto sul da farsi.

"Ehm, niente... Mi hanno solo recapitato una di quelle stupide pubblicità." disse, mentre il tono di voce che aveva tentato di mantenere fermo si rivelava più un sofferto tono strozzato.

Per un attimo ebbe paura che la bionda se ne accorgesse, ma Lavanda, per la sua poca perspicacia o per la sua attenzione concentrata esclusivamente sul suo triste fidanzato, non si rese conto di nulla e tornò a rivolgersi a lui con aria civettuola.

"Ah, capisco..."

Ron fece respiri profondi. Conosceva ormai il significato di quel tono. Tempo dieci secondi e Lavanda gli avrebbe chiesto di raggiungerla a letto. Doveva trovare una soluzione in fretta e calmare la sua sudorazione eccessiva. Strinse forte la lettera tra le mani sudate. Cosa fare? Leggere quella lettera misteriosa che non gli prometteva nulla di buono, o consegnarla alla legittima proprietaria? La prima opzione era meschina e anche un po' spaventosa. Non se ne parlava di leggere qualcosa che apparteneva a Hermione; non voleva avere nulla a che fare con lei. E questo escludeva anche la seconda, in effetti. Il solo pensiero di avere una conversazione con la donna che lo aveva tradito era un'opzione per lui non contemplabile. Non era bravo a evitare di perdere le staffe.
Il suo respiro non voleva saperne di farsi meno affannoso e il rosso era sempre più incerto sul da farsi. Forse poteva dare la lettera a Harry e lui l'avrebbe consegnata a Hermione. In quel modo lui non avrebbe dovuto preoccuparsi di incontrarla, perciò sembrava una buona idea.

I don't wanna die//DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora