Dormire è un qualcosa di incredibilmente terapeutico. Non solo perché il nostro cervello necessita di un regolare riposo per poter funzionare bene, ma anche perché quando dormiamo possiamo isolarci, seppur per un tempo limitato, da quel mondo destabilizzante che è la realtà. Un mondo pieno di aspettative e ostacoli che non sempre si è in grado di affrontare, che minaccia di distruggere chi non possiede una sufficiente dose di freddezza e prontezza di spirito. E chiusa in camera sua, reduce da una stancante lezione di Cura delle Creature Magiche di cui non aveva sentito una parola, Pansy non si isolava da quel mondo da tre giorni. I suoi occhi castani erano cerchiati da un paio di occhiaie scure che quasi le sfioravano gli zigomi carichi di fondotinta. Neanche quest'ultimo era riuscito a nascondere i segni di tre notti insonni. Ogni volta che le palpebre della giovane si abbassavano, lei non vedeva l'oscurità, ma vedeva sé stessa, nel nobile castello della sua famiglia, pronta a ricevere il Marchio Nero e con esso un carico di terrificanti responsabilità. Si vedeva lì, decisa e ambiziosa come i suoi genitori si aspettavano che fosse, pronta ad avere il mondo tutto per sé, come aveva sempre sognato. Era ciò per cui si era preparata, ciò che doveva fare. Ma quando invece pensava a ciò che avrebbe voluto fare, le cose cambiavano e non poco.
Si vedeva lì, terrorizzata, mentre si rifiutava di fare ciò che, in fondo, aveva sempre saputo di dover fare. Vedeva la sua famiglia delusa nel profondo, sentiva i loro sguardi di disapprovazione e disprezzo bruciarle la pelle, vedeva il disgregarsi della sua eredità. E questo no, non poteva permetterlo...
Ma come poteva invece permettere la distruzione dell'unico briciolo di coscienza che le era rimasto, di quel barlume di umanità che aveva scoperto di avere? Per guadagnarci poi cosa, un tatuaggio a corroderle l'avambraccio candido e pomeriggi passati nelle celle a torturare qualche malcapitato nato dalla parte sbagliata del mondo? No.
Per tutta la vita aveva eseguito gli ordini della sua famiglia, ma stavolta era il colmo. Non si sarebbe sporcata le mani con il sangue di persone innocenti per tutto il potere e il successo del mondo.Questi erano i suoi costanti pensieri, mentre seduta alla scrivania sottolineava disinvolta formule sul libro di Pozioni. Mentre, con una calma agghiacciante, intingeva la piuma nella boccetta scura dell'inchiostro e la faceva scivolare con grazia sulla pergamena vuota.
Scrivere la distraeva: il flebile suono della piuma che toccava la carta profumata le trasmetteva una piacevole sensazione di calma.
E le parole scritte sulla pergamena color avorio erano così ordinate e cariche di eleganza da trasmettere pura armonia.
Aveva sempre amato le lettere: un inconsapevole tuffo in un passato che non sarebbe mai passato davvero. Potevano racchiudere di tutto: felicità, entusiasmo, rassicurazioni, ma anche odio, rancore e condanne... Erano libere nel cielo, affidate ai gufi in attesa di essere recapitate e poter trasferire al destinatario la moltitudine di emozioni che trasportavano. A volte sistemavano le cose, a volte le stravolgevano. Pansy tentò di focalizzarsi sul rumore soporifero della piuma e sulla sua calligrafia simile a quella su un manoscritto antico, ma dopo pochi secondi la sua mente fu di nuovo pervasa senza pietà da un'immagine che era come stampata in ogni suo neurone: la tetra rappresentazione di un tatuaggio nero.Fu forse per quel motivo che la mora, dopo un paio di profondi sbadigli, mise da parte i libri formando una pila sul lato destro e prese una pergamena nuova. Non sapeva cosa la guidasse, se la spossatezza o l'ansia, se la paura o il panico, ma la sua piuma prese a muoversi febbrilmente sulla carta opaca senza possibilità di fermarsi.
"Cara mamma,
come stai? Piaciuto il viaggio in Irlanda? Dublino deve essere incredibile, prima o poi dovrai portare anche me!
Sai, ho ricevuto la lettera di papà e volevo parlarne prima a te. Devo dire che non mi aspettavo notizie di quel genere così presto. D'altronde ho solo sedici anni. Mi chiedevo se fosse possibile rimandare il tutto a una data da destinarsi, per avere una visione d'insieme più scrupolosa di quelle che sono le mie intenzioni."
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I don't wanna die//Dramione
FanficDALLA STORIA: «Per un attimo, solo un attimo, ripensò a tutto ciò che aveva fatto e che stava per fare. Il Marchio Nero, l'omicidio, il prestigio di suo padre, la famiglia. Non riuscì a trovarvi un senso. Tutto accanto a lei perdeva valore, c'era s...