9/Cold-hearted

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Qualche settimana dopo

Novembre era ormai giunto alla sua fine. Un'ultima notte e il buon vecchio Dicembre sarebbe arrivato, con il suo clima gelido e il tanto atteso Natale, la neve danzante nell'aria e sui tetti. Il Natale a Hogwarts... una delle meraviglie del Mondo Magico, soprattutto per gli adolescenti maghi. Ma quest'anno la solita, spumeggiante atmosfera allegra era offuscata da una costante sensazione di terrore, che non risparmiava nemmeno i più ottimisti.

Nemmeno i due storici migliori amici Harry Potter e Ron Weasley, che, seduti sul letto del moro, condividevano una sigaretta fingendo che tutto andasse bene, o meglio, fingendo di non essere sull'orlo di una guerra ma col pensiero di questa costantemente nelle loro menti.

"Quindi sei in punizione, eh?" Disse il rosso, mentre rabbrividiva e prendeva una coperta. I cinque centimetri di finestra aperta, volti a evitare che la stanza diventasse un'area fumatori, stavano lentamente trasformando le loro dita in pezzetti di ghiaccio.

"Già," Rispose Harry, passandogli la sigaretta. "Me ne sono andato dalla lezione di Cura delle Creature Magiche, Ron. Nemmeno Hagrid poteva evitarmelo."

Ron sghignazzò.

"Ricordami cos'è che devi fare...?"

Il Prescelto alzò gli occhi al cielo, consapevole che il volere dell'amico era probabilmente farlo soffrire senza pietà...

"Spolverare i libri in Biblioteca e pulire i pavimenti. Senza magia, con lo spolverino e la scopa..."

Un ghigno stavolta non bastò all'amico, che scoppiò in una risata fragorosa.

"Ma che bravo, Cenerentolo!"

"Guarda che non ti passo più la sigaretta." Rispose Harry, fingendosi offeso.

Staccata la sigaretta dalle dita di Ron, fece un tiro e restò in silenzio.

"Dimmi un po' Harry," Iniziò dopo un po' Ron, mentre recuperava la sigaretta. "Faccia-da-Carlino ne valeva davvero la pena?"

Il volto dell'amico si fece scuro.

"Non chiamarla così."

"Perché no? Ti ha mollato, giusto?"

"Grazie, Ron."

"Eddai amico, un po' di senso dell'umorismo!"

Harry finì la sigaretta e la buttò fuori.

"Almeno io non mi sono fatto tradire."

L'espressione di Ron divenne truce, fredda. Harry aveva toccato un tasto dolente che lui non era ancora riuscito a disattivare. Superare un tradimento era difficile, soprattutto per gente come Ron Weasley. Appassionato, ingenuo, emotivo.

"Davvero, Harry? Te ne esci con questo? Ma che coraggioso, un Grifondoro coi fiocchi."

"Dico solo la verità, come hai fatto tu. Eddai amico, un po' di senso dell'umorismo!"

Ron sorrise, cercando di ricomporsi. D'altronde stavano solo scherzando. Ma scherzare su Hermione... forse gli ci voleva ancora un po' di tempo per poter scherzare sulla cosa. Se mai ci fosse riuscito.

"Già. Solo che quel tradimento è un argomento ancora delicato per me."

"Come l'argomento Pansy lo è per me."

"D'accordo!" Esclamò il rosso scocciato. "Pansy ne valeva davvero la pena?"

Harry sospirò. Se solo avesse potuto non valerne la pena, le cose sarebbero state molto più facili. Perché non poteva fare come Pansy? Perché non poteva ritenere tutto ciò che era successo tra loro una semplice storiella di sesso? Perché doveva auto infliggersi tutto quel dolore, soffrendo per qualcuno che non lo amava e che nemmeno aveva avuto la decenza di credere che lui la amasse? Continuare a pensare a lei ogni minuto della sua giornata sapendo che lei non pensava a lui nemmeno per un secondo era qualcosa di sciocco e autolesionista. Il povero, eroico Grifondoro invaghito della brillante Serpeverde meschina e menefreghista... Come aveva potuto pensare anche solo per un secondo che tra loro potesse funzionare, che lei ricambiasse i suoi sentimenti?

I don't wanna die//DramioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora