Decine di ciocche scure ricaddero una dopo l'altra sulla superficie marmorea del lavandino. Centimetri di capelli gelosamente curati per anni erano ora destinati a essere gettati nello scarico. Il rumore ferruginoso delle forbici era l'unico a spezzare il silenzio del bagno privato di Pansy Parkinson. I suoi occhi scuri e castani erano fissi sul proprio riflesso, le sue dita concentrate solo sul tagliare dritto. Si dice che quando una ragazza si taglia i capelli è perché sta per cambiare qualcosa di importante nella sua vita. Pansy non amava i modi di dire, ma questo era decisamente il caso. Per ogni ciocca che lasciava andare, si consumava un po' della sua speranza, avvicinandola sempre di più al tanto temuto cambiamento. I minuti passavano, e la fase più buia della sua vita, quella in cui sarebbe diventata una sporca assassina, si avvicinava inesorabilmente.
Dopo il suo pranzo volutamente misero e frettoloso, durante il quale si era, per giunta, sentita puntare addosso gli occhi verdi e sospettosi di Harry, era scappata in camera sua e si era stesa sul letto, un po' per evitare di mostrare al mondo la sua spossatezza, un po' per concedersi qualche minuto per prepararsi all'imminente Cena di Famiglia. Dopo più di un quarto d'ora col viso premuto sul cuscino, si era alzata dal comodo baldacchino a due piazze e si era diretta pigramente verso lo specchio, e lo sguardo dapprima fisso sul suo viso frustrato si era fermato alla fine sui suoi nerissimi capelli. Quando era piccola portava un caschetto con frangetta; i capelli un po' più corti erano per lei un iconico ricordo d'infanzia. Le ricordavano quegli anni in cui era piccola, spensierata, quei tempi smisuratamente lontani nei quali per essere felice non aveva bisogno di scendere a compromessi. Adesso invece avrebbe dovuto farlo, e nemmeno la avrebbe ottenuta, la felicità...ciò che le si prospettava era una mera sopravvivenza. Aveva ormai ribadito più volte a sé stessa di non essere interessata a quel tipo di sopravvivenza, ma ormai non aveva scelta.
Quando ebbe terminato di tagliare, i lunghi capelli di Pansy erano scomparsi e avevano lasciato spazio a un caschetto medio, lungo poco sopra le spalle. Sorrise soddisfatta e si portò una ciocca liscia dietro l'orecchio destro. Rivide per un attimo la vecchia sé, e la salutò gettando nel water i lunghi capelli tagliati. Era andata...
Il rumore dello scarico la riscosse dal pensiero doloroso di essersi persa.Si voltò a destra e prese la trousse, tingendo le sue labbra di rosso sangue.
~*~
La neve si posava numerosa anche sul Cortile. Il gelido pavimento di pietra grigia era costellato di impronte lasciate molte ore prima, e molti fiocchi ancora turbinavano rabbiosi nel vento. Il cielo, scurissimo sebbene fosse solo pomeriggio, era ricoperto di nuvole fitte, e l'aria era gelida come la giornata che stava impregnando. Draco rabbrividì nel suo cappotto firmato mentre aspettava trepidante Pansy, appoggiato contro la parete grigia vicino all'uscita. I suoi occhi vagarono per il perimetro quadrato del Cortile più e più volte mentre si chiedeva perché la sua amica ci mettesse così tanto. Quasi dimenticava che Pansy era un'inguaribile perfezionista...quel giorno più che mai.
Consapevole che sarebbe stato lì fuori per un bel po', il biondo, sfortunatamente sprovvisto di sigarette, prese a passeggiare per il Cortile innevato. Vide le sue scarpe di lusso lasciare impronte sul manto bianco che copriva il terreno e sentì qualche ramo secco scricchiolare e spezzarsi sotto il suo peso. Poi, tra una raffica e l'altra, i suoi pensieri vagarono finalmente su di lei. Hermione Granger... L'aveva persa proprio come aveva perso la sua libertà, a causa di una menzogna. Era diventato un Mangiamorte facendo credere al padre di condividere i suoi ideali e adesso aveva perso la Granger per colpa di un pettegolezzo. Facendosi guidare dall'istinto e dal desiderio aveva tentato di rimediare con la lettera, ma qualcosa era andato storto, e adesso aveva due scelte: trovare il modo di farle capire la verità, ristabilendo tra loro almeno quel barlume di confuso equilibrio, o rassegnarsi all'inesorabile susseguirsi degli eventi, che non prospettavano altro che odio e rancore.
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I don't wanna die//Dramione
FanfictionDALLA STORIA: «Per un attimo, solo un attimo, ripensò a tutto ciò che aveva fatto e che stava per fare. Il Marchio Nero, l'omicidio, il prestigio di suo padre, la famiglia. Non riuscì a trovarvi un senso. Tutto accanto a lei perdeva valore, c'era s...