Goddamn, man-child
You fucked me so good that I almost said "I love you"
You're fun and you're wild
But you don't know the half of the shit that you put me throughIl forte vento che tormentava Hogwarts doveva essere davvero tanto infuriato con lei. Difatti dopo giorni non la aveva ancora lasciata. Attraverso le finestre ancora si sentivano i soffi ostinati delle raffiche, mentre la debole luce delle nove e mezza aveva appena schiarito il cielo bianco di nevischio, preparandolo a una nuova giornata gelida. Si poteva percepire quel che di glaciale nell'aria anche solo affacciandosi, e, una volta fatto, più di un brivido ti avrebbe pervaso la schiena, costringendoti a ritirarti affranto nel cantuccio della tua stanza, semplicemente ignorando quel tetro candore.
Ma oltre i vetri spessi della sua finestra Pansy Parkinson non soffriva un briciolo di quel gelo incessante mentre, dolcemente pervasa dal calore della lussuria, se ne stava stesa sul suo enorme baldacchino dalle dispendiose lenzuola lisce. Talvolta, quando le intraprendenti scosse elettriche del piacere si facevano troppo intense, si aggrappava ad esse con le lunghe unghie laccate, increspandone con noncuranza la ricca stoffa. Intanto le mani esperte di Theodore Nott tracciavano delicate lunghi cerchi immaginari sulla sua schiena liscia e inarcata, mentre le labbra carnose si univano alle sue con dolci e periodici movimenti ritmici. Di tanto in tanto il suo fiato fresco al gusto di menta si fondeva inevitabilmente col suo, scaldando la fodera morbida del cuscino verde e argento con decine di lunghi e affannati sospiri.
Erano in quel letto dalla sera precedente, più precisamente da quando Pansy, furiosa con Blaise per la sua lettura della mente e spossata per la lunga giornata dal finale pressoché deludente, aveva ben pensato di consolare il suo ego intaccato dal fallimento trascorrendo una serata focosa con uno dei suoi amici di vecchia data. Carezze intraprendenti, dolci moine sussurrate all'orecchio quasi fossero vere e zero domande...chi meglio di Theodore avrebbe potuto darle quello che voleva? Che fosse per la sua spiccata propensione per il sesso o per quell'innato buonsenso che puntualmente lo spingeva al silenzio, quel ragazzo aveva la capacità di stare tranquillamente al gioco senza pretendere spiegazioni. Ovviamente sapeva benissimo che lei lo stava usando, ma non diceva niente, perché anche lui stava indubbiamente usando lei; non si era affatto lamentato quando le sue labbra sottili e strapiene di rossetto si erano piegate in quel sorriso malizioso che compariva in un'unica occasione, anzi, aveva assecondato con entusiasmo quel suo raro temperamento e adesso era esattamente dove voleva essere: nel suo letto.
Dal canto suo Pansy stava godendosi quegli ultimi attimi di calore, i capelli scuri disordinatamente sparsi sul cuscino e gli occhi socchiusi, stanchi e inebriati da quella lenta e ostinata dolcezza. Spesso i riccioli castani di Theodore le solleticavano la pelle liscia, facendole sfuggire leggere risatine estasiate, mentre le sue dita fredde sulla pelle nuda la facevano rabbrividire a ogni tocco, casto o deciso che fosse. Si stava giusto beando della sensazione paradisiaca sprigionata da quelle ultime carezze spinte - le uniche in grado di farle dimenticare, almeno per un momento, ogni sua afflizione - quando i suoi occhi appannati di lascivia dovettero spalancarsi e appannarsi invece d'ansia.
"Theo, fermati..." sussurrò, mentre con la voce impastata dal sonno e dal piacere staccava di malavoglia le labbra da quelle del moro.
La risposta di lui fu a malapena udibile, prima che la sua voce roca e assonnata sfociasse in un lungo e lento sbadiglio.
"Mh?"
Nel sentirlo rispondere Pansy non trattenne un accenno di sorriso. Per qualche motivo a lei sconosciuto i ragazzi assonnati le avevano sempre fatto tenerezza. I capelli spettinati che ricoprivano malamente la loro fronte, gli sbadigli incontrollati, la voce impastata dal sonno e le labbra increspate da un mezzo sorriso... il tutto suggeriva quel po' di malcelata vulnerabilità che era, a suo avviso, adorabile.
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I don't wanna die//Dramione
FanfictionDALLA STORIA: «Per un attimo, solo un attimo, ripensò a tutto ciò che aveva fatto e che stava per fare. Il Marchio Nero, l'omicidio, il prestigio di suo padre, la famiglia. Non riuscì a trovarvi un senso. Tutto accanto a lei perdeva valore, c'era s...