Nessun'altra, se non lei

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La sensazione
che non mi avrebbe
mai portato nessun'altra,
se non lei.
Il brivido
che mi aveva percorso
quella notte,
mentre l'avevo baciata
per la prima volta
in cucina.
Aveva avuto paura,
ma lo percepivo vagamente
che non vedeva l'ora,
quasi quanto me.
Il giorno prima
eravamo entrambi
troppo spaventati,
non volevo che
si sarebbe ricordata
del nostro primo bacio
in quel modo.
E così,
l'avevo lasciata andare.
Quell'occasione era già sfumata,
l'estate stava per concludersi,
ma io mi sentivo
estremamente ottimista.
Sentivo di aver preso
la decisione giusta.
Dovevo solamente cogliere
il momento adeguato.
Per lei ne valeva la pena,
me lo sentivo.
Nessun'altra mi guardava
in quel modo.
Nessun'altra era così delicata,
amabile e innocente,
se non lei.
Lei, che provocava in me
tutto quel desiderio,
anche se non faceva
niente di apparentemente
pericoloso ed eccitante.
Lei, che era bellissima, sensuale
e talmente pura
al tempo stesso,
da essere fuori
dalla mia portata.
Lei, oggetto di invidia
di tutte le altre ragazze
e neanche se ne rendeva conto.
Lei, che era la cosa più magnifica
che avessi mai visto prima d'ora.
Nessun'altra mi aveva fatto
provare nulla del genere.
Dalla prima volta
che l'avevo vista in spiaggia,
io già avevo perso la testa.
Evitavo di passare
troppo tempo con lei per
il timore di triplicare
l'ansia che sentivo.
Percepivo solamente
la trepidazione di averla,
mentre invece
volevo prima conoscerla.
Volevo scoprire tutto di lei,
capire come ragionasse,
che cosa le piacesse.
Inizialmente cercavo
di non darle troppe attenzioni.
Pensavo fosse la strategia
migliore da attuare.
Ma mi accorgevo,
soprattutto quando non c'era,
che qualsiasi pensiero
mi riportava sempre a lei.
Ero con la testa tra le nuvole,
e i miei amici mi deridevano
mentre parlavano,
ed io non li ascoltavo
neanche volendo.
Mi venivano in mente
sempre il suo volto,
il suo sorriso,
la sua schiena,
le sue forme sinuose,
la gioia che aveva
quando fissava il mare.
Dio, già non reggevo più
tutta questa situazione.
Mi sentivo debole
ed insoddisfatto.
Avevo capito quella sera,
mentre baciavo una
delle mie più care amiche,
che nessun'altra
sarebbe stata lei.
Nessun'altra aveva rubato
il mio cuore, se non lei.
Ma già le cose si stavano
complicando eccessivamente.
Lei ci aveva visti.
Lei aveva visto tutta
la mia disperazione,
mentre seppellivo le mani
tra i capelli della mia amica
che conoscevo da una vita,
mentre le mordevo le labbra
e la attiravo ancora di più a me,
pensando che fosse lei.
E appena avevo riaperto
gli occhi,
l'avevo scorta in disparte.
Dio mio,
che casino che avevo fatto.
E poi,
avevo deciso di seguirla
quella notte in spiaggia.
Dove se ne andava in giro
a quell'ora da sola?
Ero preoccupato e volevo
raggiungerla al più presto,
ma invece restavo a camminare
poco lontano da lei
come un maniaco.
Ero impazzito, lo riconoscevo
e mi detestavo per questo.
E dopo ancora,
avevo visto quell'uomo
avventarsi contro di lei
senza il minimo ritegno,
e lei farsi piccola piccola.
Il suo volto implorava aiuto,
era terrorizzata a morte.
Ero intervenuto,
l'avrei salvata altre
miliardi di volte.
Lo spavento mi aveva assalito,
mentre l'abbracciavo
credendo ancora
che non fosse vero.
Lì, quella notte sulla spiaggia
stavo morendo
dalla voglia di baciarla,
proprio perché i miei sogni
precedenti sembravano prendere istantaneamente forma.
Ma no, non dovevo farlo.
Era sbagliato e lei
mi fissava confusa.
No, non potevo concedermi
questo lusso,
non dopo tutto
quello che era capitato.
Nel letto non riuscivo a dormire,
mi giravo e mi rigiravo
come un adolescente
in preda ad una crisi ormonale.
Alla fine forse ero solo questo,
ma no.
Sapevo che nessun'altra
poteva causare questo,
se non lei.
E il giorno dopo,
quando eravamo
con i nostri amici
e chiunque ci parlava,
io mi rabbuiavo.
Volevo stare solo con lei,
passarci tutta la notte,
non importava come.
Non potevo perdere
di nuovo un'altra occasione.
E così, la scena che avevo immaginato
aveva preso inspiegabilmente forma.
Avevo usato la scusa
di riportarla a casa
per paura che potesse succederle
di nuovo qualcosa,
e lei era sembrata sollevata
dalla mia proposta.
Mi aveva ringraziato
con la sua voce
e i suoi occhi dolci,
mentre si rimetteva la maglietta
sopra il costume bagnato
che le lasciava il segno.
La osservai camminare
per tutto il tempo,
mentre mi trovavo dietro di lei
a pensare ad un modo
per baciarla il più
in fretta possibile.
Dovevo trovare una tattica giusta,
non sapevo se lei fosse
abbastanza interessata a me.
Mi aveva evitato
per tutto il giorno,
e a malapena mi guardava.
Dovevo giocare le mie carte
in maniera eccelsa,
o tutto sarebbe andato perduto,
e non me lo sarei mai permesso.
E così,
dopo inesauribili ore a parlare,
a vari sorrisi e a piacevoli chiacchierate
al chiaro di luna,
avevo deciso di farmi avanti
non appena eravamo rientrati.
Non potevo andarmene
via senza baciarla.
Non avevo aspettato altro,
se non lei.
Dio, volevo solo assaporare
le sue labbra carnose
contro le mie.
Era così sbagliato?
No, non lo sentivo tale.
Era tutto così perfetto quella notte.
E così, l'avevo baciata,
rischiando probabilmente
che si ritraesse.
E invece no.
Il mio sogno si era avverato.
Eravamo noi due,
al chiaro di luna
e quel bacio che avevamo in sospeso.

L'amore come lo vedo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora