"Ho così tanta rabbia
da esprimere e da far emergere...
Come ha potuto fare
un gesto del genere
dopo tutto quello
che abbiamo passato?
Dopo tutto questo tempo?
Dopo che finalmente
avevo avuto la forza
di continuare a vivere,
di conoscere qualcun altro
che potesse provare a sostituirlo.
Sì, era stato come respirare
una nuova boccata d'aria pulita,
dopo tutta quella sofferenza
che mi aveva lacerato dentro.
Quando avevo riletto
quelle parole ancora e ancora,
come se non fosse mai abbastanza,
non ero riuscita a dormire
per tutta la notte.
Avevo una voglia tremenda
di strappare quella lettera,
di gettarla via dalla finestra,
ma le mie dita tremavano
non appena entravano in contatto
con la superficie liscia della carta.
Non gli avrei risposto,
non gliel'avrei data vinta
così facilmente.
Mi veniva da piangere,
lui mi amava ancora.
E avere la certezza
dei suoi sentimenti
mi gettava in uno stato di ansia
e nervosismo esaustivi.
Volevo urlare nella notte,
questa storia tornava sempre,
in qualche modo.
Adesso avevo tra le mani quella lettera,
e stavo tra le braccia
del mio nuovo ragazzo.
Lui mi faceva stare bene,
in tranquillità,
come era giusto che fosse.
Era quello che mi serviva.
Ma avevo ancora voglia di correre da lui,
leggergli a voce alta
quelle parole e urlargli
quanto fosse stato egoista.
Lo sapeva che mi stavo rifacendo una vita,
mi aveva implorato lui
di scappare via,
e all'inizio nemmeno sapevo il perché.
Lui neanche se lo immaginava
quante volte io mi fossi domandata
il motivo dei suoi atteggiamenti,
di tutto il rancore
che serbava nei miei confronti.
Ogni volta che non mi faceva dormire
accanto a lui piangevo
a dirotto nel mio letto,
quando nessuno poteva sentirmi.
Neanche se lo immaginava evidentemente,
perché continuava ancora e ancora,
sapendo che io non riuscivo
a resistergli nonostante tutto.
Ad un certo punto però
il filo si era spezzato definitivamente,
o almeno così pensavo.
Avevo perso sette chili,
ero irriconoscibile.
Lui mi guardava come se fossi un mostro,
come se non fossi più
la ragazza di cui si era innamorato.
Questo mi rompeva ancora di più,
pezzo per pezzo,
come se fossi
una bambola di porcellana.
Dopo qualche settimana
lo avevo lasciato.
Avevo causato sofferenza
a tutte le persone che mi erano vicine,
perché tutti avevano capito
che ero diventata
un caso irrecuperabile.
Dovevo alzarmi in piedi,
ma non ce la facevo mai.
Tutto per colpa sua.
Non era stato l'amore
a spezzarmi il cuore,
era stato lui.
Ma l'amore mi teneva ancorata a lui,
anche se avevo scoperto
dopo lunghissimi mesi
che mi aveva tradita.
Forse i mesi più brutti della mia vita.
Se soltanto mi avesse detto la verità...
Forse non sarebbe andata a finire così.
Dovevo vederlo,
ma sapevo che
se lo avessi guardato
di nuovo negli occhi
non mi sarei trattenuta.
Perciò il silenzio
lo avrebbe dovuto scalfire dentro,
io non gli avrei detto più nulla.
Lo avevo promesso a me stessa.
Lo dovevo mettere da parte
e concentrarmi su quello
che poteva farmi stare meglio.
Mi feci abbracciare dal mio nuovo ragazzo
anche se la mia pelle
era piena di brividi
e la mia mente piena di sensi di colpa.
Stavo pensando ancora a lui,
al ragazzo che aveva reso
fantastica, e al tempo stesso,
aveva rovinato la mia vita.
Non dovevo cadere
negli abissi con lui,
ancora per un'altra volta,
soltanto perché adesso
avevo la certezza che mi amasse.
No, non potevo lasciarmi trasportare da lui.
Avevo chiuso,
ci avevo dato un taglio netto.
Dovevo rispettare questa decisione,
perché era quella giusta.
Lui non poteva farci più nulla.
Niente mi avrebbe riportata indietro.
Poteva anche provare
tutto il dolore e il pentimento
per quello che aveva fatto.
Sapevo che ne aveva
inflitto di più a me.
Si meritava tutte le conseguenze
delle sue azioni.
Aveva ragione,
era troppo tardi ormai.""Sarebbe così semplice...
Lo avevo urlato al mondo
che me ne ero pentito
della mia scelta.
Come avevo creduto
che ti avrei dimenticata
così facilmente?
E invece no,
non passava nemmeno
per un istante
quel che c'era stato tra noi due.
E adesso nella mia mente
passavano immagini e figure
sconnesse e scollegate.
Volevo solamente che tu arrivassi
e riparassi il casino
che esisteva nel mio corpo
e nella mia anima.
Saremmo mai tornati
quelli di un tempo?
Saresti mai tornata
la ragazza sorridente e affascinante
che avevo conosciuto quell'estate? Volevo ritornare agli inizi con te...
Soltanto a qualche anno fa.
Sembravano fossero trascorsi millenni dall'ultima volta
in cui ti avevo amata sul serio,
amata per come meritavi.
Ti amavo ancora incondizionatamente.
E invece ti avevo tradita,
avevo demolito la tua intera essenza,
ti avevo fatto passare notti in bianco, notti in cui piangevi,
pomeriggi interi
a convincermi di uscire,
mattine intere in cui
mi convincevi invece
ad alzarmi dal letto.
Mi facevi impazzire ancora di più.
Ero stato un ragazzino,
ero andato contro la mia integrità
e avevo spezzato la tua fiducia
nei miei confronti.
Tu ancora non lo sapevi con certezza, ed io non avevo mai trovato
il coraggio di parlarti apertamente
di quella notte.
Avevo bisogno che tu sapessi, però.
Ma quando?
Ormai era troppo tardi.
Non eri più qui insieme a me.
Volevo tornare all'inizio con te.
Volevo presentarmi sotto casa tua
e chiederti semplicemente:
"Possiamo ricominciare?"
Volevo salire le scale
il più rapidamente possibile,
per evitare di perdere anche
un millesimo di secondo.
Volevo incontrarti nei soliti luoghi
e ricominciare pian piano.
Toccarti il braccio mentre eri distratta, ordinare il caffè come piaceva a te insieme ad un cornetto alla crema, guardarti mentre mi sorridevi
da lontano, e ancora,
osservarti a lungo quando
non te ne accorgevi.
Volevo riscoprirti tutta,
come se fossi il quesito più importante di questo mondo,
un enigma irrisolvibile
a cui nessun uomo,
nemmeno uno scienziato,
avrebbe potuto dare
una spiegazione plausibile
al riguardo.
Come si tornava all'inizio?
Perché ero stato così stupido
da andare a letto quella sera
con una ragazza della quale
non mi importava nulla sostanzialmente?
Perché non avevo più guardato
in faccia l'amore della mia vita? Scappavo e fuggivo
da circoli viziosi ed enormi ruote
di problemi e guai
che avevo creato da solo,
cercando di scovare
una scappatoia che però
non avrei mai trovato.
Era impossibile,
questa storia era declinata
fino a quando
non si era interrotta completamente,
ed era soltanto colpa mia.
Quell'errore imperdonabile
e talmente futile...
Ripensavo sempre a quella notte.
A lei che mi aspettava
mentre io ero insieme ad un'altra...
Ma per quale motivo?
Era evidente che in quel periodo
non fossi felice,
la morte di mio padre
era stata un colpo durissimo,
ma la reazione che avevo avuto
non era una conseguenza di tutto ciò. Non potevo giustificare
i miei errori con il lutto.
Chissà se lei pensava la stessa cosa.
Non importava.
Avevo distrutto quel che ancora
avevo di buono nella mia vita,
e niente ormai l'avrebbe riportata indietro.
Avrei aspettato,
avrei pagato per i miei errori.
Sarei morto anch'io,
in fondo.
Sarei salito tra cascate divampanti
e sceso in profondità
che non avrei mai creduto
di poter raggiungere.
Avrei valicato montagne insormontabili per poter ottenere
anche solo una possibilità,
anche solo una minuscola occasione per tornare all'inizio.
Portami all'inizio, amore mio. Torniamo insieme
al principio della nostra storia,
dove secondo me volevamo
essere entrambi.
Per ora potevo riviverlo
solamente tra ricordi dolci
e rimpianti amari."
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L'amore come lo vedo io
Roman d'amourIN REVISIONE Da sempre mi ero sentita un silenzio nel buio più totale. Mi avevano avvertita di stare attenta all'amore Poi lui era arrivato, e mi aveva detto quella notte in riva al mare "Sai non ho molto da donarti. Non ho nulla a cui aspira...