Voglio tenerti vicina

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"Più di un anno a tentarle tutte.
Erano trascorse stagioni fredde,
d'inverno avevo pianto
e d'estate avevo provato a rinascere,
anche senza di te.
Adesso era finita,
qualsiasi distrazione era passata,
manifestatasi nelle foglie che iniziavano ad ingiallirsi
con l'avvento dell'autunno.
Fine dell'estate,
eravamo ai primi di settembre.
Non avevo bisogno di chiamare nessuna, se non te.
Quando ero partito ero fuggito dal dolore,
dallo stress e dalla monotonia che mi non mi faceva scappare ancora
da tutti i miei demoni del passato.
Non ci avevo pensato,
quasi per niente almeno.
Di tanto in tanto mi ritornavi in mente,
bella come eri.
Un autentico spettacolo che era sfuggito ai miei occhi da troppo tempo.
I sipari si erano chiusi da attimi immensi,
ed io ero solo.
Chi poteva saperlo
i viaggi che avevi fatto,
i periodi in cui eri rimasta a Roma,
i volti che avevi osservato,
e gli sguardi che avevi incrociato.
Noi non avevamo nessun contatto,
né fisico né mentale.
Avrei voluto spedirti
tutte le lettere che stavo scrivendo,
i messaggi che non avevo il coraggio
di mandare,
neanche quando ero ubriaco,
le canzoni che mi venivano in mente anche per caso, nella malinconia
o mentre osservavo in una spiaggia desolata il sole calar al tramonto.
Oramai ricordavo maggiormente le parole
che non ci eravamo detti
più che quelle
che ti avevo urlato contro.
Questi sussurri infiniti
che mi impedivano di dormire,
da quando ero tornato.
Avevo assaporato altre labbra,
ma nulla aveva un sapore
più dolce del tuo.
Avevo fatto nuove amicizie,
ma nessuna
era stata una confidente
come lo eri tu.
Forse ero io stesso
ad impedirmi di proseguire,
di voltare pagina.
Forse tu eri solo una scusa
per non dare voce ai miei pensieri
e alle mie paure
su un futuro totalmente indecifrabile. Perdevo il controllo quasi tutte le sere, bevendo a qualche locale solo
o in compagnia,
eppure al tempo stesso
volevo che non mi sfuggisse più nulla, non volevo più compiere un passo falso con nessun'altra.
Continuavo a pensarti talmente tanto da essermi completamente perso,
da non comprenderne veramente la ragione.
Ti amavo?
Neanche ti vedevo più,
nemmeno sapevo come ti sentivi
o se stessi pensando a qualcun altro.
Ti amavo?
Io credevo di sì,
ma ancora non avevo
delle effettive conferme.
Sapevo di amarti,
ma quando ero partito a luglio
mi ero distratto.
Mi ero sforzato di perderli,
tutti i dettagli che ti rendevano unica.
Avevo imparato ad apprezzare sul serio ciò che la vita poteva offrirmi,
anche solo per un breve lasso di tempo.
Sì, mi sentivo libero
come non lo ero mai stato.
Libero di esprimere i miei sentimenti, anche quelli che credevo
di non possedere più.
Toccavo chiunque,
ma non rovinavo più nessuno.
E non mi era indifferente,
non provavo disgusto né raccapriccio. Non lo facevo per colmare
qualche vuoto,
in verità mi stavo divertendo
come non facevo da tempo.
Ma la fine dell'estate era arrivata.
Non ci sarebbero più stati
i raggi del Sole
ad accompagnarmi
per tutta la giornata,
non ci sarebbe stata quella bella ragazza dolce e piena di bontà
che avevo conosciuto in vacanza.
Era stato bello e spensierato
quel che avevo avuto con lei.
Ma era già finito.
Ed io lo sapevo cazzo,
che volevo tenerti vicina,
correre da te e parlarti,
anche solo per chiederti
come fosse andata la tua estate.
Non avrei implorato il tuo perdono, avrei potuto sopportare
anche l'idea che tu mi odiassi ancora, ma non avrei mai
voluto averti così distante.
Io ero sospeso in bilico
da quando ero tornato alla stazione
con la valigia piena.
Guardavo passare le persone
con i miei occhiali scuri,
e osservavo coloro che erano stati sul treno insieme a me
abbracciare le loro persone care, fidanzate, genitori, amici e parenti.
Per me non c'era nessuno,
quel giorno.
I miei amici erano partiti,
mia madre avrebbe lavorato
fino a tardi.
Tu non c'eri da un anno.
Ed io osservavo i treni
partire e tornare,
quell'andirivieni di storie e sentimenti che portavano chissà dove.
Sapevo di doverti tenere vicina,
perché non mi serviva
nessuna conferma.
Era arrivato settembre,
e il mio amore per te
non era mai sparito.
Dal momento in cui
avevo messo piede a Roma
avevo capito che aspettare
ormai era inutile.
In qualche modo ti avrei ripresa,
in qualche modo ti sarei stato vicino. Era una promessa."

L'amore come lo vedo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora