Ero io

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"A te che rinchiudi in te stessa
ogni dolore mai pronunciato,
perché ormai non hai più tempo
da perdere.
A te che riesci a piangere solo in silenzio,
sotto la doccia o
tra coperte fin troppo opprimenti,
quando gli altri non ti guardano
perché vuoi apparire forte,
ma arrivi ad un punto in cui crolli
e allora vi è la devastazione assoluta,
e tu non puoi farne a meno
di mostrare le tue debolezze.
Le celi e le custodisci e solo tu sai quando è il momento di esternarle,
ma delle volte
perdi inesorabilmente il controllo.
Ti arriva una batosta dopo l'altra,
e tu non sai come gestirla.
Arriva un istante
in cui tu non sai come sfogarti,
non ti sai affidare a nessuno
poiché nessuno
ti ha mai compresa in pieno,
se non lui,
causa scatenante al centro di ogni cosa.
Non ti interessa come stai, dove sei, con chi stai...
Scoppi e basta,
come una bomba ad orologeria.
E fai danni,
con i tuoi occhi lucidi
e una catastrofe di parole e sentimenti
che ti muoiono in gola,
per inghiottire altre urla di tormento.
E Dio santo,
quanto diventa insostenibile.
Solo tu puoi saperlo.
Le dita racchiuse in un pugno nell'aria,
dato all'invisibile
solo per cercare di placare
il nervosismo e la frustrazione
che ti assalgono,
e non ti lasciano vivere come vorresti.
Prendi tutto quel che ti rimane,
accatasti qua e là gli stimoli
che ti giungono come pioggia di novembre,
come grandine che distrugge le piante che hai sul balcone
e che fai crescere con cura,
e vorresti sfuggire soltanto dagli sguardi indiscreti,
quelli di coloro che non potranno mai capirti pienamente.
Con i sogni distrutti e l'autostima a pezzi.
Con il desiderio di poter ricominciare
e credere finalmente di riuscire a smettere di soffrire,
almeno per un po',
almeno quanto basta
per poterti di nuovo fidare del mondo che ti circonda.
Ma che illusione l'esistenza...
Che illusione
cercare di fare ordine nella catastrofe
di pensieri e sentimenti che ti porti dentro.
Delle volte non puoi calmare sola
la tua tempesta,
se ogni fibra del tuo essere è un uragano.
Ma che utopia cercare per tutta la vita
un modo per apparire speciali,
e non esserlo per nessuno.
Che illusione la fiducia,
che si spezza da un momento all'altro
e fa sudare e faticare chiunque.
Tanto rara e bella da essere delicata e compromettente,
da essere l'arma che distrutta,
fa più male di qualsiasi altra cosa.
La crudeltà spezza quel che c'è di bello e lo divora,
dilaniandolo in due come carcasse di animali morti.
Che macabra immagine la vita,
se la si osserva da un certo punto di vista.
Che complessità la mente umana,
che passa dalla dolcezza alla violenza in un attimo.
Che delusione che ho dentro...
Comportamenti posti in antitesi,
eppure mai stati più vicini e collegabili
nello sguardo di colui di cui mi ero fidata,
nel momento peggiore
dei miei giovani anni.
Adesso stringevo i denti,
mentre versavo lacrime fin troppo amare,
e pesanti per i miei occhi stanchi.
Lividi violacei,
graffi profondi che squarciavano la pelle.
Come un animale morto,
la bestia che era in lui pian piano mi uccideva,
lasciando solamente in me
uno strato di carne senza più valori.
Completamente schiacciata,
incapace di compiere
qualsiasi passo da sola
per la stima di me stessa
che ormai non c'era più.
Per colpa mia,
per responsabilità sua.
E le mie paure più grandi,
quelle che non osavo ammettere,
i pensieri più difficili da sopportare,
come fardelli spinti su valichi immensi e insormontabili,
prendevano vita di getto su un foglio malandato,
quasi quanto me.
Penna scarica e mente stanca.
Foglio stropicciato e corpo difettoso.
Mano piena di calli e cuore pieno di tagli.
Gambe immobili e sentimenti calpestati.
Ero io, nella mia forma maggiormente complessa da interpretare.
Ero io, e mi vergognavo ad ammetterlo,
poiché nell'errore non riuscivo a risolvere il problema.
E non vivevo più.
E respiravo a fatica,
nella paura di poter essere ascoltata
nel mio inferno personale."

L'amore come lo vedo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora