L'ultima volta

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Svegliarmi con lei accanto
era il dono più bello
che il cielo potesse farmi.
Lei dormiva profondamente,
ma ogni tanto
si girava contro di me
e mi attirava ancora di più a sé.
Era esausta dopo ieri notte,
e si era addormentata
tra le mie braccia
mentre le sussurravo all'orecchio quanto l'amassi.
Potevo dirle tutto quello che volevo,
senza la paura
che mi avrebbe urlato addosso.
Negli ultimi mesi,
nell'ultimo anno
sembrava quasi
che non ci fossimo mai conosciuti.
Adesso non riuscivo più a lasciarla,
ora che avevo trovato un modo per riprendermela.
Aveva detto che sarebbe stata
l'ultima volta,
prima di farlo.
Ma adesso cosa pensava? Avrebbe mantenuto quella promessa? Si sarebbe allontanata
definitivamente da me?
No, non poteva.
Non ora che avevo di nuovo in mente tutte quelle sensazioni
che non avevamo mai provato prima.
Niente di così forte ed importante, prima d'ora.
L'amavo così tanto,
non potevo perderla
ancora un'altra volta.
No, sarebbe stato
il mio incubo peggiore.
Ma forse me lo meritavo.
Stava a lei scegliere,
io potevo solo dimostrarle
con i gesti che per me era la più importante di tutte,
che niente era comparabile con lei. Volevo già sentirla di nuovo
dentro di me,
dio quanto la volevo.
Quel corpo così esile
me lo ricordavo più forte,
ma era pur sempre bellissima.
Bella ma rovinata.
Volevo che restasse,
anche per poco,
anche solo per qualche giorno.
Fissai il suo borsone in fondo alla stanza.
Perché sembrava così pieno?
Perché lo aveva sulla spalla quando era entrata nel bar
per vedermi?
Aveva intenzione di andarsene
dalla casa del suo ragazzo?
Dove sarebbe andata?
Sarebbe tornata dai suoi genitori?
Aveva in mente qualche piano?
Dovevo chiederglielo.
Accarezzai la sua spalla nuda,
e il lato della sua pancia.
Le sfiorai l'osso sporgente del fianco
e lei strofinò il suo volto contro il mio petto.
"Buongiorno." Disse a bassa voce. Tremai per l'emozione.
Il mio corpo era accaldato contro il suo.
"Dormito bene?"
Le domandai con le labbra
sui suoi capelli morbidi e scuri.
Erano così setosi al tatto,
che li avrei accarezzati
senza stancarmi per tutto il giorno.
Ma sapevo che non avremmo avuto tutto il tempo che avrei voluto.
"Sì." Sussurrò senza guardarmi.
Non vedevo l'ora
che sollevasse il viso
per vederla ancora per una volta appena sveglia.
"Anch'io." Gli dissi sorridendo e tenendola stretta tra le mie braccia.
Lei posò la testa sul mio collo,
e ci lasciò un timido e breve bacio.
Sentivo il mio cuore incendiarsi
contro il suo,
che batteva rapidamente.
Le accarezzai il seno e lei tremò, toccandomi l'addome con una mano.
"Devo vestirmi.
Devo andare a casa."
Disse con voce piatta.
Restai sorpreso negativamente,
la mia voce si incrinò di conseguenza:
"Perché tutta questa fretta?
Non andare da nessuna parte,
almeno per questa mattina."
Gli chiesi implorandola quasi.
"Te l'ho già detto ieri...
Non posso restare."
Mi rispose seccamente ancora
senza guardarmi negli occhi.
Quel distacco era straziante.
"Guardami cazzo mentre lo dici.
Non ci credo
che non vuoi stare con me,
non ci credo."
Continuai a ripetere più a me stesso che a lei disperato,
mentre la costrinsi a guardarmi.
Lei cercava di osservare qualsiasi cosa, tranne che i miei occhi,
mentre io avvicinavo
il mio viso sempre di più al suo.
"Se è la verità guardami...
Se vuoi andartene fallo.
Sai che non ti impedisco nulla,
ma almeno sii onesta con te stessa."
Gli dissi sfiorandole le labbra.
Lei non le dischiuse,
e non rispose al mio bacio.
La sentivo tesissima contro il mio corpo.
Accarezzai tutti i suoi avvallamenti, mentre lei sospirava lentamente,
come per trattenersi.
Io volevo soltanto che fosse se stessa, insieme a me.
Non chiedevo altro.
Lo sapevo che lo desiderava
almeno quanto me,
me lo aveva dimostrato ieri notte.
Come a leggermi nel pensiero
però mi disse:
"Fammi andare via.
Non costringermi a dire
o a fare cose che non vorrei."
Si allontanò da me
e prese il lenzuolo del letto,
coprendosi e alzandosi,
alla ricerca dei suoi vestiti.
Non voleva nemmeno
che la vedessi nuda.
Chiusi gli occhi e respirai profondamente,
tirando un pugno contro la testiera
del letto non appena lasciò la stanza per andare in bagno a cambiarsi.
Non volevo rassegnarmi,
ma mi stava quasi costringendo a farlo.
Mi infilai una maglietta,
un paio di boxer
e uno di pantaloncini a caso,
e scesi le scale per andare a mangiare.
Sentivo il rumore dell'acqua della doccia e la tentazione di entrare in quel bagno stava diventando
troppo alta e fastidiosa.
Così, inziai a mangiare
e dopodiché uscii un attimo
a prendere una boccata di aria fresca. Lei si presentò fuori dopo quaranta minuti,
con i capelli umidi
e vestita con un paio di pantaloni della tuta e una canottiera bianca
corta e aderente.
La fissai tristemente
mentre mi rivolse un ultimo sguardo
e mi diede un bacio sulla guancia lieve. La bloccai e le posai un braccio intorno alla vita
mentre la baciai per un'ultima volta.
L'ultima volta
che percepii il suo profumo.
L'ultima volta
che piansi sulle sue labbra. 
L'ultima volta che sfioravo l'incavo del suo collo.
L'ultima volta
perché sapevo di averla già perduta
da tempo,
e che quella di ieri sera
era la conclusione
di un'avventura destinata già
a finire per lei.
Per me sarebbe stato
il sapore di una sconfitta
ben più amara,
ma che risultava così dolce
alla fine, ed indimenticabile...
Sì, nonostante tutto non l'avrei dimenticata.

L'amore come lo vedo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora