Desiderio

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"Il formicolio delle mie terminazioni nervose
definiva anche l'inspiegabile.
Eravamo sdraiati sul prato vicino casa sua,
non distoglievamo lo sguardo neanche per un secondo.
Avevamo i vestiti sporchi di fiori e aghi di pino.
Stavamo fumando con calma,
lui aveva una sigaretta tra le dita
e io momentaneamente respiravo
con calma a pieni polmoni.
Ci baciavamo e poi me la passava e facevo un tiro.
Stava iniziando a calare il sole,
ma il desiderio incendiava i nostri corpi.
Lo sentivo più del dovuto,
chissà se lui provava i medesimi piaceri.
Gli alberi erano neri
e le foglie calavano e procedevano adagio
sui nostri volti deliziati.
Avevo impigliati gli aghi di pino
tra i miei capelli.
Ci eravamo confusi tra la natura
e avevamo trovato la pace.
Non facevamo altro che sorridere,
e parlare, poi baciarci,
e guardarci ancora come se non ci fossimo mai incontrati.
Ci vedevamo ogni volta,
ed eravamo sempre in due.
Lui era sempre lo stesso,
eppure amavo osservarlo con calma
e seguire ogni tratto del suo viso
come se fosse una superstrada
che mi avrebbe condotto
all'altro capo del mondo.
Neanche immaginavo che proprio questa
sarebbe stata la cosiddetta
quiete prima della tempesta,
che non appena si sarebbe concluso questo viaggio
si sarebbero chiuse mille porte,
che mi sarebbero rimbalzate contro
con un'intensità tale da farmi appassire,
come un fiore senza acqua,
come una rondine
a cui erano state spezzate le ali.
Ancora mi sembrava tutto imprevedibile,
ma quell'errore avrebbe portato alla nostra fine,
avrebbe iniziato quel casino pazzesco,
avrebbe portato a quel fiume di ricordi
al bordo di una distesa di sentimenti
che ci avrebbero condotti alla follia totale.
Eravamo folli d'amore in quel momento,
eravamo amore e poesia,
eravamo tutto quel che gli altri desideravano.
Eravamo vivi,
in mezzo alla natura che ci abbracciava.
Morivo di desiderio, sai?
Non vedevo l'ora di tornare in casa e fare l'amore.
Mi sentivo amata, rassicurata soltanto da te.
Mi sentivo accettata, curata, tollerata.
Ci guardavamo e ancora eravamo inconsci del fatto
che quello sarebbe stato
uno dei nostri ultimi momenti di pace autentica.
Ci saremmo dichiarati guerra aperta
solamente con una notte,
ma quell'ultima sera in Abruzzo
sarebbe stata una delle più belle in assoluto nella mia vita.
La sensazione di unirmi con una persona,
con un'altra anima,
in quella maniera così sensazionale,
così semplice eppure talmente introvabile,
non me la sarei mai immaginata.
Non era stata una delle nostre prime volte,
ma ero riuscita a sentire tutto nella tranquillità,
mista a quel desiderio più assoluto.
Quella notte ci eravamo scambiati
innumerevoli promesse,
che poi si sarebbero disintegrate
come foglie al vento,
come fili d'erba investiti
da infinite gocce di rugiada.
Avevamo sognato un futuro insieme,
una casa come quella,
immersa nella quiete,
nella quale trascorrere stagioni intere,
dei bambini che avrebbero avuto
le nostre stesse sembianze,
e i nostri stessi atteggiamenti.
Dio, sembrava di vivere un sogno ad occhi aperti.
Era così semplice ipotizzare il mio futuro con te
mentre eravamo sdraiati sul divano,
a parlare con le gambe distese
sul tavolo dove mangiavamo,
con una fetta della pizza tonda tra le mani.
Sembrava di essere in una favola.
Ma si sapeva che ogni storia
era destinata ad una fine,
una supernova si spegneva sempre prima,
bruciava più in fretta
ed esplodeva in maniera sensazionale.
Erano trascorsi tanti mesi, quasi un anno.
Ma per me non bastava.
Io volevo di più.
Io dopo quella notte piena di desiderio
non me ne sarei andata più via
tanto facilmente.
Io ti amavo e traboccavo di desiderio.
Credevo mi amassi anche tu..."

L'amore come lo vedo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora