Formiche e giganti

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"Stridio di corde rotte,
vorticare di persone che camminano senza una direzione,
azioni che non cambiano nulla,
formiche schiacciate da pesi incontenibili.
Notti strane, frigoriferi vuoti,
piatti insapori e scialbi come i volti che osservo sulla metropolitana.
Scrocchiare di gambe instabili,
foglie morte.
Una foresta incantata, alberi con radici purulente
nate da apprensioni di terra maledetta.
Cielo che canta le sue lodi di agonia,
con il suo scatenare di pioggia battente,
fulmini e tuoni che urlano a squarciagola.
Ali spezzate, cigolii di porte di case inabitate e abbandonate ormai da secoli.
L'intercalare di silenzi pieni e parole vuote.
Visi scoraggiati, quasi come il mio.
Mi ci ritraggo nella mutevolezza di quelle sensazioni celate,
in quelle vie poco illuminate
alle cinque del mattino,
al fiume che continua a scorrere imperterrito e spavaldo,
così come il tempo che inizia a mancarmi.
Lacrime sanguinanti,
ferite che zampillano sentimenti da troppo inespressi.
Torna indietro,
lasciami sperare tra tutta la confusione che mi circonda.
Mare in tempesta,
senza via d'uscita ti cerco,
ma ti nascondi nella brutalità di uno sguardo.
Il tremolio della mia voce al saperti lontana,
padrona di un vascello su cui non potrò mai salire.
Non posso salvarti,
non sappiamo controllarci.
Amore mistilineo,
siamo viandanti tra le stelle,
ci bruciamo la pelle e la polvere si disperde nell'ignoto.
Anni consumati nella benzina di un'automobile rottamata.
Marcire nel ribollire della rabbia,
nell'essere scontati e apparentemente insensibili.
Morire nell'apatia, e nell'incapacità di amare.
Viscerale e platonico,
quel che mi perseguita.
L'amore sospirante che non riesco a possedere.
Una canzone da intonare, ma no, non so da dove cominciare.
Ritornello scarno, fine che non arriva.
I miei giorni son questi.
Un pianoforte senza tasti,
una chitarra senza corde.
Labbra sottili e asciutte come un filo d'erba in un terreno arido.
Il suono più appagante?
Tu che bussi alla mia porta
con una delicatezza spropositata.

Non serve per fare piano, lo sai.
Hai paura di rompere quel fragile equilibrio
che credi possa esserci
se rimaniamo lontani l'uno dall'altra.
Ma lo sai che è utopico quel che ti frena
e ti spinge a compiere azioni inutili e scellerate.
Come il passo di una formica e l'incedere di un gigante.
La dolcezza del sorriso di un bambino,
il risuono di uno schiaffo in volto.
Tu fai così, e ci pensi anche troppo.
Eccessive contraddizioni e paradossi che ci frenano.
Orfani senza una casa, sì.
Noi non sappiamo dove andare,
non sappiamo come arrestare la ruota.
Fermare il tutto non si può, non è possibile smettere di amare.
Sarò sincero, non sono intraprendente.
Uno sciame di api,
un gregge di pecore,
la muraglia cinese, l'Everest.
Ci ferma tutto questo,
quando le nostre labbra potrebbero semplicemente rimanere
ad un millimetro in un nanosecondo.
E invece ci divide l'eternità,
e un Universo di pensieri che lo ammetto,
sono veleno per il cuore.
Ed io, nonostante lo voglia con tutto me stesso,
non trovo l'antidoto."

L'amore come lo vedo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora