"Sai, non era colpa mia
se non mi passavi mai dalla testa.
È che tu non mi lasciavi
un briciolo di fiato per respirare.
Dal momento in cui ti pensavo
io cominciavo a blaterare
cose senza senso,
a scrivere di punto in bianco
tutto quello che mi passava
per la testa con istinto,
senza fermarmi a leggere
nemmeno per un istante
a quello che avevo espresso.
Non era colpa mia,
e su questo ci avrei puntato
tutto il denaro di questo mondo.
Ne avevo l'assoluta certezza.
Non era colpa mia
perché io facevo di tutto per evitarti,
ma tu trovavi sempre un modo per tornare.
Ci ignoravamo
ma non facevamo a meno di guardarci,
di sfiorarci anche solo con il pensiero.
Non facevi a meno di osservarmi,
quando entravo
nel bar che frequentavi,
anche solo per prendere
un caffè in silenzio.
Come potevo andare avanti
se i tuoi occhi mi guardavano
in quel modo
ed entravano nella mia anima in un battibaleno?
Come potevo andare avanti
se tu ti avvicinavi a me,
mi sfioravi il collo e mi accarezzavi i capelli
con le tue dita di seta?
O forse me lo stavo immaginando soltanto?
Forse erano solo i miei pensieri
a dimostrarmi tutto il mio desiderio.
Forse stavo solo sognando ad occhi aperti?
Come facevo ad andare avanti se tu,
mentre parlavo con gli altri,
venivi e mi portavi via prendendomi per il polso,
anche solo per dirmi
una cosa stupida?
Ed io ero lì che ti urlavo di andartene.
Dio, che paradosso.
Davvero, io non ce la facevo.
Non so se sapevi cosa io provassi,
cosa mi succedeva a tutte le ore del giorno.
Non so se eri a conoscenza
di tutti i sacrifici che stavo facendo
e che avevo già fatto
per non pensarti.
Non so se sapevi dell'esistenza
di tutti i ragazzi con cui sono stata,
soltanto per dimenticarti.
Era più forte di me,
io non ti scordavo,
che sia estate o inverno,
giorno o notte,
che io fossi sola o insieme a qualcuno.
Me ne dovevo fare una colpa?
Ero io, o eri tu?
Eravamo entrambi a tenere acceso
il fuoco della passione che ci avvolgeva,
soltanto qualche anno prima?
La ricordavo quell'estate,
come se fosse ieri.
L'avevamo definito un errore
quando ci eravamo rivisti,
eravamo concordi sul fatto di dimenticare.
Ma io non me lo dimenticavo.
E come avrei potuto?
Era una colpa anche questa?
L'averci pensato troppo,
l'averlo desiderato ancora e ancora?
Non potevi arrivare e demolire
tutto quello che avevo costruito con cura e sacrificio.
Non potevi arrivare e scagliarmi addosso
tutte le colpe del mondo,
solamente perché io ero ancora qui,
davanti al mare a pensarti.
Vedevo le onde e pensavo automaticamente
a quando noi due ci eravamo baciati
intorno ad esse,
proprio mentre il Sole calava
e ci illuminava rendendoci pietre incandescenti
e angeli folgoranti.
Io ti pensavo come se fosse la prima volta.
Insegnamelo tu ti prego,
se hai trovato un modo per dimenticare
insegnamelo.
Che io non ce la faccio più.
Io potevo anche lasciare tutto adesso
e scappare via,
lontano da te.
Vedevo la primavera,
la mia vita aveva ripreso
a vorticare incessantemente,
come un fiume in piena.
Il Sole mi scaldava il volto,
ed era il momento perfetto per sorridere.
Ma nonostante tutto
io ti volevo ancora,
e proprio per questo ero esausta."
STAI LEGGENDO
L'amore come lo vedo io
Roman d'amourIN REVISIONE Da sempre mi ero sentita un silenzio nel buio più totale. Mi avevano avvertita di stare attenta all'amore Poi lui era arrivato, e mi aveva detto quella notte in riva al mare "Sai non ho molto da donarti. Non ho nulla a cui aspira...