La prima volta

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"In quelle ultime settimane
ci stava crollando il mondo addosso.
L'Inferno era sceso in Terra, probabilmente.
Eravamo dovuti scappare da quella vacanza da sogno.
Sembrava che il tempo non bastasse mai,
che le brutte notizie e le grandi sventure
giungessero sempre quando meno ce lo aspettavamo.
Tuo padre aveva avuto un incidente,
e tu eri un fascio di nervi.
Ti eri sentito in colpa
perché avevamo lasciato il telefono
quella notte in stanza,
per uscire nudi,
con una coperta avvolta sui nostri corpi sudati,
solamente per andare al balcone e a guardare le stelle.
Era stato sensazionale,
e ci eravamo addormentati lì,
abbracciati e uniti come non mai.
Erano stati gli ultimi gesti di pace.
E adesso era calata la notte,
la notte vera sui nostri volti.
Al tuo ritorno era troppo tardi.
I tuoi genitori non sapevano che eravamo partiti,
la nostra era stata una fuga romantica
per scappare via da quel caos,
che però era tornato ad investirci.
Quella mattina ti stavo preparando la colazione.
Mi ero svegliata prima di te,
e volevo iniziare ad alzarmi
per affrontare al meglio la giornata.
Ero andata a rivestirmi e a mettermi
un maglione pesante addosso.
Quella tua felpa blu,
un po' sbiadita e consumata dal tempo,
che però era diventato mia,
ti viene in mente?
Mi ero un po' infreddolita,
ma ne era valsa la pena.
Quando avrei rivisto un cielo stellato del genere,
con te al mio fianco
e senza i palazzi alti e inadatti al contesto,
a ricoprire gli angoli più stupefacenti del mondo?
Quella mattina ti vedevo dormire così bene...
Non avevo nemmeno il coraggio di svegliarti.
Avevo deciso di scendere
e di portarti tutto di sopra,
e se ancora non ti fossi alzato,
non avrebbe avuto importanza.
Avevamo così tanto tempo a disposizione...
O almeno credevo.
Ti sentivo piangere,
anche attraverso la porta.
Ti sentivo lanciare oggetti,
anche se non volevi aprirmi.
Eri la rabbia personificata,
avevi acquistato le sembianze del pericolo.
Ancora non sapevo la motivazione.
Mi veniva da piangere,
a sentirti in quello stato.
Tu mi avevi aperto la porta,
e la stanza era completamente distrutta.
Ti tenevi le mani tra i capelli,
e ti strappavi ciuffi interi e li lanciavi per terra.
Era sparita quella felicità,
quella pace e quella rassicurazione.
Ma cosa era successo?
Cosa ti avevano detto?
Stavi così bene insieme a me.
E cos'era capitato invece?
Ti allontanavi appena facevo un passo verso di te,
sembrava che neanche potessi abbracciarmi.
"Ti prego...Lasciami un secondo da solo.
Non posso farti del male.
Sono fuori controllo.
Ho perso tutto."
Mi avevi detto tra le lacrime,
e con una voce irriconoscibile.
Non me ne importava nulla.
Ero corsa ad abbracciarti,
mentre il tuo volto era crollato
sulla mia spalla, singhiozzante.
Un macigno mi era piombato addosso.
Mi sentivo impotente,
potevo soltanto stringerti contro di me,
mentre sentivo che le tenebre stessero giungendo
con una velocità e un'intensità sproposita.
Continuasti a piangere,
non ti avevo mai visto così.
Dopo qualche minuto sussurrasti:
"Sta morendo.
Ed io non sono lì con lui.
Dobbiamo andare da mio padre."
Ti avevo aiutato a vestirti,
avevo preso qualche vestito alla rinfusa
e fatto le valigie in nemmeno dieci minuti,
mentre lui aveva buttato
la colazione che gli avevo preparato
ed era corso in macchina,
per accendere il motore.
Quel giorno caricammo le valigie nel portabagagli e partimmo,
avvolti nel silenzio.
Stavi correndo,
e il terrore attraversava il mio volto.
Eri un fascio di nervi,
la mascella ben visibile,
e le vene del collo che guizzavano fuori.
Le lacrime continuavano
ad invaderti il viso.
Eri visibilmente scosso,
le mani tremavano sull'acceleratore.
Eri sempre stato prudente con me
quando eravamo in macchina,
ma in quel momento...
Mi sembrava di stare accanto ad uno sconosciuto.
Era questa l'agghiacciante verità.
Non ti toccai,
sapevo che sentivi l'esigenza dei tuoi spazi,
anche se volevo dimostrarti
tutto il mio amore.
Non riuscivo ad addormentarmi,
ascoltai la musica dagli auricolari
siccome tu neanche volevi
accendere la radio.
Non so se ricordavi con esattezza tutto questo...
Volevi sentire urlare il silenzio,
perché tu stavi gridando ancora più forte,
anche se non emettevi un fiato.
Mi misi a scrivere di getto.
Fissai il foglio per tutto il viaggio,
anche se avevo il mal di stomaco.
Le parole fluivano immediatamente
e uscivano dalla penna,
prendendo vita tramite l'inchiostro,
come se fossero state soffocate per troppo tempo.
Volevo vivere un bel ricordo,
perché il mondo ci stava rivelando,
l'elemento più distruttivo possibile,
la morte.
Desideravo ardentemente vivere di nuovo
la nostra prima volta,
anche solo con le mie parole.
Scrissi una lettera a te, proprio quel giorno, e una anche adesso.
Mi chiedevo se un giorno te l'avrei fatta leggere, anche se non era ancora capitato."

"Parlami per un istante,
anche per uno solo.
Portami a casa,
corri verso l'impossibile.
Sei distante, sei distrutto,
ho il dovere di curarti.
Voglio prometterti che andrà tutto bene,
proprio come hai fatto te
durante la nostra prima volta.
Non voglio che tu perda il controllo.
Non lasciarti sopraffare dalla morte,
non è colpa tua.
Portami a casa,
e io ti porterò a rivivere la nostra prima volta,
con queste brevi e apparentemente insignificanti parole.
Sei spezzato dentro,
ed io ti seguo in questo vortice di disfacimento.
Siamo alla radice delle origini dei nostri problemi.
Non lasciarti demolire da tutto questo.
Viviamo per sempre la nostra prima volta.
Ti vorrei parlare di quando
ci siamo guardati con sorpresa,
ma non è stato così.
Me lo ricordo perfettamente.
Non stavamo ancora insieme,
mi dicevano tutti che stavo correndo troppo
e che me ne sarei pentita.
Mi dicevano tutti che io
neanche sapevo
che cosa significasse ancora, l'amore.
Forse avevo la consapevolezza di star sbagliando,
ma non aveva rilevanza.
Non si può smettere di vivere
perché ci si sta rendendo conto degli errori
che si stanno commettendo.
Dimmi che sei d'accordo con me.
Fidati di me, amore mio.
Posso confermarti che si stavano sbagliando tutti,
e che il tuo amore mi ha portato a scoprire
ogni lato del mondo,
dal più bello al più tragico.
Ci sono problemi in Paradiso,
ma all'Inferno ancora di più.
Scappiamo verso la nostra prima volta.
Mi auguro che tu non te la ricordi a stento.
Ti attraversa come un fascio di luce,
o adesso non sei in grado di vederla?
Io ce l'ho impressa nella mia mente.
La mia paura, e la mia voglia di viverti.
Una sensazione che continuerò ad avere,
ma mai così forte.
E' sempre stato tutto così diverso con te.
Eravamo due pianeti in rotta di collisione,
due fiumi che sfociavano insieme
nello stesso argine.
Eravamo felicemente spezzati,
ma ci eravamo finalmente trovati.
Avevamo aspettato così tanto, per averci.
La nostra prima volta
sarà in eterno la mia salvezza.
Adesso che sei spezzato,
io mi auguro che questo possa rassicurarti.
Mi auguro che tu riesca a ricordarti quando,
avevamo sfiorato il Paradiso,
e mi avevi sussurrato che sarebbe andato tutto bene.
Avevi sentito le mie urla,
e avevi avuto paura di avermi fatto male,
ma non ti eri fermato mai,
proprio perché mi amavi.
Me lo avevi chiesto,
e io ti avevo detto che sarei stata peggio,
se non ti avessi avuto dentro di me.
Avevamo fatto un salto all'interno dell'amore,
e adesso dovevi ricordarti questo.
Io non ti avrei lasciato facilmente.
Non potevi cancellare tutta quella felicità,
buttandola nell'abisso della sofferenza.
Dovevi stare male,
ma dovevi al tempo stesso superare ogni avversità.
Però dovevi parlarmi amore mio.
Non potevi rimanere solo con i tuoi pensieri,
non potevi isolarmi dalle tue tenebre,
per la paura di ferirmi.
Adesso non avevo niente al mondo,
senza di te.
Volevo e voglio aiutarti.
Non dovevi uccidermi così,
non potevi tagliarmi così.
Tutta la nostra vita era scossa
da un brivido incontrollabile,
dopo quella notizia,
ma tu...Tu non dovevi andartene.
Ricorda la nostra prima volta.
Ricorda quando mi hai sorriso
mentre ci toglievamo i vestiti,
ricorda quando avevi paura
che qualcuno entrasse
e che la porta cigolasse.
Adesso il mondo non ha senso,
se tu adesso non ricordi
tutto quel che abbiamo passato,
e non te lo porti nella mente
almeno per questo viaggio.
Serva per provare a scacciare i tuoi demoni.
Rivivi con me il nostro ricordo più bello.
Rivivi con me la nostra prima volta.
Forse riuscirai ad allietarti,
da queste poche ore
che ci separano dal vero Inferno."

L'amore come lo vedo ioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora