Vengo svegliata dalla suoneria del telefono. Mi strofino gli occhi, e con la vista ancora appannata cerco di leggere il nome sul display. E' Olimpia. Non la sento dall'altro ieri, quando non è venuta a prendermi a scuola. Accenno un "pronto" con voce roca.
<<Darla! Scusami tanto per l'altro giorno... è che ho avuto un imprevisto..>> biascica a bassa voce. Anche lei deve essersi appena svegliata. << Ehi, sai dove ho messo la mia maglietta ieri sera?>> sento una voce maschile dall'altra parte del telefono. Oh mio dio...
<< Olimpia... forse è meglio se ti richiamo dopo...>>
<< No no no!>> urla << aspetta, non te ne stavi andando tu?>> si rivolge al ragazzo con tono severo.
<< Tranquilla Olimpia, ci possiamo sentire più tardi e parleremo con calma>>. E non ottenendo alcuna risposta la saluto e chiudo la chiamata.
Apro l'applicazione dei messaggi, felice che Jason me ne abbia scritto uno. Mi invita a pranzare con la sua famiglia.
Rispondo subito di si.
Ancora assonnata Sto per entrare in bagno, ma mi blocco sulla soglia della porta aperta perchè ovviamente c'è mio fratello che sta urinando...
<< Archie! quante volte ti ho detto di chiudere la porta quando vai in bagno?! Nessuno vuole vederti mentre fai la pipì!>> Urlo disgustata sbattendo la porta.
Lui esce poco dopo passandomi davanti orgoglioso. Giuro che se non fossi in ritardo lo rincorrerei e gli tirerei un bel ceffone.
Torno in camera e mi vesto il più in fretta possibile con dei semplici jeans a vita alta, una camicetta blu e un giacchino di jeans sopra, visto che fuori i gradi iniziano a diminuire. Non vorrei prendere un raffreddore.
Mi trucco leggermente e raggiungo Jason in macchina.
<<Scusa! ti ho fatto aspettare molto?>> chiedo appena entro in auto.
<< No tranquilla, sono appena arrivato>>mi rassicura. Ma sono certa che era già qui da forse più di un quarto d'ora. Gli sorrido cordialmente mentre lui ingrana la marcia.in macchina, come sempre cala il silenzio, così azzardo rompendo il ghiaccio:<< Senti... visto che tu frequenti la stessa università di Olimpia, sai per caso dov'è stata in questi due giorni? Non so, magari c'è stata qualche festa? Perché oggi sembrava frastornata>>.
<< Beh... in questi giorni una confraternita ha organizzato varie feste...>> ammette.
<< E.. per caso hai visto Olimpia da quelle parti?>>
<< Personalmente no, ma di solito lei partecipa sempre a questo genere di eventi quindi credo ci sia andata>>
<< ok...>> Mi limito a rispondere.
Dopo qualche minuto arriviamo a casa sua
Come prima cosa vedo la moto di Nate... bene, ci sarà anche lui. Che il divertimento abbia inizio! Cammino affianco a Jason e sbuffo annoiata dalla presenza di Nate.
So che lui mi sta guardandolo con un' aria interrogativa ma lo ignoro.. non voglio dare nessuna spiegazione.Entriamo in casa, e ad accoglierci troviamo i suoi genitori.
Si avvicinano per salutare, così mi presento.
<<Salve, sono Darla Smith un' ami...>> ma vengo interrotta da Jason.
<< lei è Darla, la mia ragazza, non ve l'ho presentata prima perché... beh... non c' è stata l'opportunità, è anche una amica di Cheryl, vanno in classe insieme.>>.
Cosa? Quindi siamo fidanzati?
Cheryl mi guarda stupita, e non posso biasimarla, perché lo sono anche io. Nate invece, che è appena uscito dalla cucina, lancia uno sguardo infastidito che sembra essere rivolto più che a me, a suo fratello. Cosa c'è che non va in questo ragazzo?
<<Oh ma che piacere Darla, io sono la mamma di Jason, Marianne, mentre lui è mio marito Rudolph.>> Dice indicando l'uomo alle sue spalle.<< Ma non perdiamo tempo. Che ne dici di pranzare con noi? Così potremo fare quattro chiacchiere>>
La sua proposta mi prende alla sprovvista, ma vedendo il sorriso elettrizzato di Cheryl, accetto.Entriamo nella cucina, il pranzo é già sulla tavola, perciò Marianne aggiunge un posto vicino a Jason e mi fa accomodare.
<<Darla, non ti avevo mai vista da queste parti, ma Cheryl mi aveva accennato di una nuova ragazza in classe sua, vieni dall'Arizona, bella l'Arizona... sai io e Rudolph abbiamo iniziato il nostro viaggio di nozze proprio lì, che bei tempi...>> Blatera la madre di Jason. Ora ho capito da chi Cheryl deve aver ereditato il suo essere logorroica.
Non sapendo cosa dire annuisco e ogni tanto sorrido cordialmente.
Il pranzo continua con Marianne che parla della sua gioventù, e di come ha incontrato Rudolph, in una gelateria.
Rudolph parla molto di meno, accenna solo qualche sorriso e qualche parola di consenso, proprio come Nate.
Si è seduto davanti a me, e noto che molte volte mi guarda e non riesco ad essere indifferente. Quel ragazzo mi mette troppo in soggezione.Finito il pranzo, Siamo tutti seduti sul divano in attesa del dolce e ora accanto a me c'è Cheryl, che mi tira gomitate incoraggianti.
In questo momento la sto odiando.
Scocciata le mimo con le labbra che più tardi le spiegherò tutto.Mangiamo la crostata cucinata da Marianne,ha veramente un talento per i dolci.
Dopodicchè Cheryl va in camera sua a prendere le mie buste, che avevo dimenticato ieri, accompagnata da Jason.
Rimaniamo solo io e Nate che con mia sorpresa inizia a parlare con tono sprezzante:<< Così il bel faccino di mio fratello ti ha conquistata? È proprio vero che il fascino del bravo ragazzo attira... Ma sta attenta, l'apparenza inganna.>>
Non capisco il motivo di questa affermazione, ma rispondo ugualmente:<< Che vorresti dire? E comunque non mi sono innamorata del suo "faccino">> Mimo le virgolette con le dita <<O perchè la sua auto mi attirava, semplicemente è successo...>> cerco di giustificarmi.
<<Successo cosa?>> si china appoggiando i gomiti sulle ginocchia guardandomi strafottente. In effetti non so nemmeno io so cosa sia successo...
<< Lo sapevo, sei la solita ragazza stupida e ingenua che si fida del primo ragazzo che la caga ma che non sa nemmeno cosa sta facendo.>> afferma annoiato.
Apro la bocca per ribattere ma ha perfettamente ragione.
Ha descritto in poche parole la mia situazione. Ma non voglio dargli la soddisfazione di avere ragione e gli dimostrerò che si sbaglia.
<< Sei per caso geloso Nate?>> lo stuzzico.
<< Ti piacerebbe, eh Darla?>>
Mi fa l'occhiolino ed io sbuffo. È impossibile conversare con questo ragazzo.
Passiamo altri cinque minuti a guardarci di sottecchi.
Non ho risposto alla sua domanda perché non merita una risposta.
Finalmente arriva Jason che si offre di riaccompagnarmi a casa.
Saluto,ringrazio tutti e lo seguo in macchina.Arrivata a casa, accendo le luci, e vedo mio padre seduto sul divano con lo sguardo perso. Che strano, lui non è mai così.
<<Papà tutto bene?>> Mi chino per riuscire a guardarlo in volto. Lui mi guarda ancora distratto e si scuote improvvisamente come per scrollare via qualcosa come...la tristezza, e mi rivolge uno dei suoi più falsi sorrisi.
<<Sì tesoro, sto alla grande. Ora va' a cambiarti che ti sei sporcata la maglia di sugo.>> Conclude indicandomi la t-shirt.
Io abbasso la testa per cercare di trovare questa macchia, ma non la vedo, Finchè sento una mano tirarmi un piccolo schiaffetto sotto il mento.
Cavolo! Ci sono cascata di nuovo!
<< Non crescerai mai!>> lo Rimprovero salendo le scale mrntre lui scoppia in una fragorosa risata.
Appena metto piede in camera sento il telefono squillare.
<< Ehi Cheryl...>> cerco di parlare in modo innocente ma non mi lascia finire che...
<< DA QUANDO? E PERCHE' NON ME L'HAI DETTO SUBITO? LO SAPEVO! JASON ERA DISTRATTO TUTTO IL TEMPO, STAVA SICURAMENTE PENSANDO A TE, PAZZESCO! DIVENTEREMO COGNATE, MA CI CREDI?!>>
Rido per la sua eccitazione.
<< cognate?>> continuo a ridere << siamo solo ami.. volevo dire fidanzati>> rido imbarazzata.
<< Voglio tutti i dettagli.>> ordina ostinata Cheryl e so che se non gli racconto tutto non smetterà mai di assillarmi.Finiamo la telefonata che sono stanchissima, infatti
dopo averle raccontato tutto ha cominciato a parlare di cibo e di una zanzara che continuava a girarle intorno. E quando Cheryl inizia a parlare, ormai lo abbiamo capito tutti, non la smette più.Con un mal di testa assurdo infilo il mio soffice pigiama e mi metto sotto le coperte.
Prima di addormentarmi però mi assale un dubbio: dov'è mia madre?
Preoccupata la chiamo.
<< Pronto?>> dice lei affannata.
<< Mamma?>>
<<Tesoro! Non avevo visto che eri tu!>> conclude col fiatone.
<< Ma dove sei? È tardi>>
<<Si si, ehm... oggi sono uscita a fare una passeggiata e ho perso la cognizione del tempo... quindi ora sto correndo per arrivare a casa...>> Spiega con un tono non molto convincente. << Tu tranquilla, arriverò tra poco, ora vai a letto che è tardi>>Non credo nemmeno ad una parola di ciò che ha detto, ma siccome so che almeno sta bene chiudo la chiamata e ritorno a letto.
****
Il mio sonno viene interrotto da una porta che sbatte... aspettate, la mia porta che sbatte.
Mi alzo e vedo Olimpia che barcollando si avvicina a me. inizialmente non connetto, ma poi la riconosco.
è ubriaca fradicia...
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Le Nostre Ombre
Misteri / ThrillerDarla smith è una ragazza semplice: occhi verdi, capelli castani, gentile e determinata. Grazie alle sue toccanti esperienze nella vecchia città è diventata più forte, ma anche più riservata e diffidente. Trasferirsi per lei significa essere finalme...