Capitolo 14

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Sento sul viso una forte luce, apro gli occhi e vedo la sagoma di mia madre di fronte alla finestra. Ancora assonnata tiro su le coperte fino ai capelli. Ho sonno e voglio continuare a dormire, cercando di dimenticare la turbolenta giornata di ieri.

<<Svegliaaaa!!>> urla mia madre togliendomi le coperte di dosso.

Grugnisco. Non la sopporto!

Prendo il telefono e vedo che non sono neanche le sette...

Sbuffando scendo dal letto. Magari oggi riuscirò ad arrivare in orario a scuola.

Ma ecco che il turbine di comandi imposti da mia madre irrompe nella mia vita.
<< Darla, buongiorno, ho deciso che oggi riordinerai la tua camera, dobbiamo iniziare a fare le pulizie per il giorno del ringraziamento, che è tra una settimana, chiamerò qualcuno che la dipingerà, ho deciso già i colori>>
<<Come hai deciso già i colori?!>> sono scioccata.
<<Certo! Un bel rosso porpora da donna matura!>> Esordisce.
<< E chi ti ha detto che a me piacerà?>>
<< Perchè sei mia figlia e hai i miei stessi gusti naturalmente>>
Ok, ora basta!
<< oh per favore stai scherzando? Rosso porpora da donna matura, proprio come te immagino, vero? Ti fa sentire autorevole o cosa? Io sono un'altra persona, con gusti e modi di fare diversi dai tuoi, e, a dirla tutta, ne sono felice.>> concludo sfiatata.
Mi rivolge uno sguardo indignato e, come previsto comincia a sgridarmi.
<< Ma come ti permetti a parlarmi in questo modo! Io sono tua madre! Ma sai che ti dico, pagati tu la pittura e scegli i colori! Io non farò proprio niente per una figlia così ingrata.>>
Termina marciando a testa alta verso la porta.

Ma che problemi ha?!

Darla, mantieni la calma. Userai i soldi della paghetta per la pittura.
Perfetto.
Mi disegno un sorriso falso sul viso e vado a prepararmi.

Metto i soliti vestiti, jeans e maglietta, prendo lo zaino ed esco senza fare colazione. Non ho voglia di incontrare mia madre e litigare di nuovo quindi, siccome è presto, andrò a sfamarmi in qualche bar.

Mara's caffè.

È il primo bar che ho trovato lungo la via. Il nome non mi sembra male, quindi magari non lo è nemmeno il cibo.
Entro e mi siedo all'unico tavolo libero. A quanto pare questo posto è molto frequentato, soprattutto da ragazzi della mia età.
Ordino due ciambelle, una con la crema e una con la Nutella, e un frullato alla fragola.
Sì, sono veramente affamata, anche perché ieri non ho cenato.
L'ordine arriva quasi subito, ma non faccio in tempo ad azzannare la prima ciambella che una mano me la tira via dalla bocca.
È Nate.
<<Ehi! È mia!>> gli urlo in faccia come una bambina a cui hanno appena rubato le caramelle.
<<Troppo tardi>> dice lui portandosela alla bocca, mentre si siede dal lato opposto del tavolo.
Mi allungo per afferrarla, ma lui alza strafottente il braccio.
Continuo ad allungarmi saltellando cercando di prenderla quando abbassando lo sguardo mi accorgo di essere vicinissima a lui. Troppo vicina.
Il suo sorriso svanisce e i suoi occhi si posano sulle mie labbra.
Allungo rapidamente il braccio e prendo la ciambella.
<<Ah! Presa!>> esclamo dandole un morso.
<<Sei proprio un'infame>> mi rimprovera lui.
Faccio un sorriso compiaciuto e continuo a mangiare.
<< Come va con il piede?>> gli chiedo dopo un po'.
<<Tutto bene, devo solo evitare di sforzarlo, infatti mi hanno dato questa.>> annuncia scocciato tirando fuori da sotto il tavolo una stampella.
Non so cosa rispondere, per cui continuo a mangiare annuendo.
<<Mangi sempre così tanto?>> mi domanda lui divertito.
<<Beh... non sempre, spesso... sai è per tenermi attiva, non vorrei che il mio metabolismo smettesse di funzionare, devo alimentarlo in qualche modo no?>>
Continua a guardarmi sorridendo.
<< La smetti di fissarmi mentre mangio? Mi metti a disagio>>
<< Ma sei troppo divertente>> ride lui mantenendo gli occhi fissi su di me.
Qualche volta dovrei guardarmi allo specchio mentre mangio per farmi due risate, visto che tutti lo trovano divertente.

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