Capitolo 20

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<<Hai capito? Non ti azzardare di nuovo!>>

Sento delle urla provenire da casa.
Ho appena salutato i miei amici e prevedevo una serata tranquilla, ma a quanto pare mi sbagliavo.
Mi precipito dentro e vedo mia madre con uno sguardo furioso emanare fumo dalle orecchie mentre sgrida mio fratello.
Lui sta lì, di fianco al divano a testa bassa cercando di tapparsi le orecchie, con le lacrime che scorrono prorompenti sul suo viso.

<<Come ti permetti ad entrare nella mia stanza e frugare nei cassetti senza permesso?!>> continua a sbraitare.

Non ce la faccio più.

<<Mamma è solo un bambino!>> irrompo io lanciandole uno sguardo di fuoco.

Mia madre non è mai stata una buona figura materna per noi, infatti i ricordi più cari che ho sono con mio fratello, mia sorella e mio padre, ma mai con lei.

<<Come?>> urla in cagnesco girandosi verso la mia direzione. Sembra impazzita.

<< E' tuo figlio e lo stai spaventando! Ha 7 anni cazzo. Abbiamo sempre saputo di non avere una buona madre, ma non a questi livelli! Vorrei sapere con quale criterio tu ti permetti di sbraitargli contro in questo modo solo perché è entrato nella camera da letto dei suoi genitori!.>> Concludo sfiatata.

Lei fa un passo verso di me e poi accade tutto velocemente. La sua mano si scaglia ferocemente sulla mia guancia lasciandomi un bruciore inimmaginabile.

Mi ha tirato uno schiaffo!

La guardo mezza sorpresa mezza disgustata. Non posso credere l'abbia fatto davvero!

Corro verso Archie, lo prendo in braccio e senza degnare di uno sguardo la donna che non vorrei fosse mia madre, scappo in camera.
Mi viene da piangere ma devo resistere, devo rassicurare Archie.
Così spingo le unghie nel palmo della mano per concentrarmi su quel dolore e non su quello emotivo.

Appoggio sul letto Archie cercando di calmarlo con un abbraccio, ma lui continua a piangere e singhiozzando mi spiega: << Io v-volevo solo aiutarti Darla.>> tira su col naso.<< Sono entrato in camera della mamma per cercare quelle lettere. Ma poi lei è entrata, mi ha visto e ha cominciato ad urlarmi contro. Io sono scappato, ma lei è riuscita a bloccarmi e mi ha tirato dalla maglietta.>> fa un sospiro per prendere fiato, poi scoppia di nuovo a piangere. Sono arrabbiata con lui perché ha fatto una cosa che non spettava a lui fare, ma nello stesso tempo sono furiosa con mia madre. Come si permette di comportarsi così, è pur sempre suo figlio!

<<Scusa Darla>> balbetta tra un singhiozzo e l'altro.
Io lo stringo nuovamente in un forte abbraccio.
<<Tranquillo Archie, va tutto bene. Non è colpa tua, presto risolverò tutto, promesso.>>
<< Sei arrabbiata?>> Mi sussurra preoccupato alzando lo sguardo. Ha gli occhi rossi per il pianto e il naso che cola. Gli porgo un fazzoletto.
<<Un po'>> ammetto. Lui si incupisce, così aggiungo << Ma non con te. Con la mamma e con me stessa>>
Si acciglia.
<<Sarei dovuta stare più attenta a non farti ascoltare i miei discorsi. Adesso saresti a giocare con i tuoi lego e non qui per colpa mia.>> concludo guardando il pavimento della stanza.
Lo stringo un abbraccio rassicurante. Poi chiude gli occhi e si addormenta, mentre io mi lascio cadere in un lungo e silenzioso pianto.

Non so da quanto tempo sono qui seduta a fissare il vuoto mentre le lacrime scivolano sulle guance fino ad essere assorbite dai miei vestiti. Mi ero ripromessa di non essere più debole, e invece... ho fallito con Nate, con Olimpia e ora con mia madre. Non dovevo crollare più, ma eccomi qui.
Il mio muro si sta lentamente distruggendo ed io devo sbrigarmi a ricostruirlo, altrimenti rimarrò indifesa.

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