capitolo 23

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Sento una porta sbattere e mi costringo ad alzarmi.
Sono le 2 del pomeriggio, e nonostante abbia dormito abbastanza sono ancora stanchissima.
Ieri, o meglio stamattina, sono tornata all'alba, e siccome non mi riuscivo nemmeno ad alzarmi dal letto ho deciso di saltare la scuola, solo per oggi.
Mi guardo allo specchio e mi spavento di me stessa.
Ho due occhiaie che arrivano fino al pavimento, le labbra screpolate e gli occhi rossi.
Non provo nemmeno a coprire quest'orrore con il trucco, tanto non servirebbe a niente.

Non essendomi cambiata ieri puzzo più del solito, ma non ho nè la voglia nè la forza di farmi una doccia, quindi mi infilo le scarpe, e scendo in cucina, ancora barcollando per il sonno.
Devo parlare con Olimpia, e quando se non nella pausa pranzo?
Prendo un trancio di pizza di qualche giorno fa dal frigo e lo azzanno con foga, sto morendo di fame.
<< Darla, ma ti sembra il modo di mangiare questo?>> dice una voce alle mie spalle.
È mia madre, che, naturalmente vestita elegante, truccata e con i capelli raccolti in uno chignon, rompe le scatole.
Sbuffo, è proprio l'ultima persona con cui vorrei parlare.
<<Ho sentito che sei rientrata questa mattina, tua sorella mi ha raccontato dell'incidente di Jason, ah, mi dispiace tanto per lui>> che falsa, non gliene frega niente.
<<Sarei venuta all'ospedale ma mi ha chiamato l'ufficio all'ultimo minuto per una questione importante e sono dovuta correre là>> si come no, alle tre di notte poi...

È un'ottima bugiarda, e devo dire che se me lo avesse raccontato qualche settimana fa ci sarei anche cascata, ma ora, cara mamma, sono un passo avanti a te.
Annuisco indifferente, non riesco più a vederla con gli stessi occhi, o come semplicemente una figlia vede la propria madre.

Mi pulisco la bocca con la mano, tanto ormai sembro una barbona, tanto vale comportarmi come tale.
Mi metto il cappotto e il mio solito cappello ed esco di casa.

Aspetto alla fermata e salgo al primo pullman, sicuramente passerà dall'università.
Volevo organizzarmi un discorsetto, solo per essere più sicura e preparata, ma so già che lo scorderei appena arriverei, perciò lascio perdere.

Quando entro al campus non faccio fatica ad arrivare alla sua stanza, ricordo con precisione la strada e il numero.

Busso e aspetto che qualcuno apra e che possibilmente non sia Esmeralda.
Faccio un sospiro di sollievo quando ad aprire è Olimpia che sembra meravigliata dal vedermi.

<< Darla! Non mi aspettavo una tua visita! Entra>> dice cordialmente, con una leggera punta di nervosismo nella sua voce.
Faccio quello che mi ha detto e vado a sedermi sul suo letto.
Automaticamente il mio occhio si posa sull'altro letto vuoto.
Esmeralda non c'è, un punto per me.
Nell'aria c'è molta tensione, ma non mi importa, sono venuta qui per uno scopo e ho intenzione di raggiungerlo.
Le faccio cenno di sedersi vicino a me e comincio a parlare.

<< Olimpia, vado dritta al punto, è da quando ti ho chiesto se mamma stesse tradendo papà che non ti fai più sentire, te ne sei andata tutta arrabbiata dalla mia stanza sbattendo la porta senza un motivo preciso e poi non ti sei fatta più viva.
Non sei tornata a casa neanche per le feste... Adesso basta nascondere le cose, so che tu sei a conoscenza di molte informazioni, e stai tranquilla scoprirò cosa nascondi con o senza il tuo aiuto.>> Olimpia mi guarda stupita.
Probabilmente è rimasta spiazzata dal mio discorso, e sinceramente anche io.
Le faccio cenno col capo di dire qualcosa ma lei sembra non avere intenzione di dire una sola parola per cui decido di iniziare io.

<<Okay, senti Olimpia, so che mamma nasconde qualcosa più grande di lei, un uomo se non ti è chiaro, cerca di nasconderlo ma non è poi così brava e caspita smettetela tutti quanti di fare i misteriosi perché siete fallimentari.>> la riprendo determinata.

Lei abbassa lo sguardo sconfitta e fa un sospiro per poi cominciare a parlare sconfitta.

<< Hai ragione, ma a quanto pare l'ha nascosto per bene, perché sta insieme a quest'uomo da quasi un anno, per questo non ha esitato ad accettare il trasferimento. C'è anche una possibilità che sia stata lei a convincere l'azienda di papà a trasferirsi. Quando vivevate in Oregon gli incontri erano di meno, molti di meno.
Ma adesso sono aumentati, si vedono quasi ogni sera>> il suo sguardo si incupisce<< Ma la cosa strana è che nostro padre non sospetta di nulla... ed è impossibile, noteresti i cambiamenti di una moglie, ma lui no, sembra avere delle bende sugli occhi.>>
Olimpia ha gli occhi lucidi e mi guarda cercando anche una briciola di comprensione e conforto da me.
<< Perchè non me lo hai detto prima? Ti sarei stata accanto, avremmo affrontato tutto questo insieme, come ai vecchi tempi>> dico invece.
<< il fatto è che...>> tira su col naso<< appena scoprì cosa stava facendo la minacciai di raccontare tutto a papà, ma lei disse che non mi avrebbe più pagato gli studi se lo avessi detto anche ad una sola persona.>> cerca di spiegarsi tra i singhiozzi.
Non dico niente, la avvolgo semplicemente nelle mie braccia.

Non credevo che nostra madre potesse arrivare a tanto. Ricattare la propria figlia per mantenere il suo lurido segreto, cos'è la trama di un film?

Non posso perdere altro tempo, devo scoprire tutte le sue mosse e anticiparle.
Devo assolutamente parlare con Nate.

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