Capitolo 8

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Sono da mezz'ora qui davanti scuola, aspettando mia sorella. Ieri mi ha chiamata dicendo che mi avrebbe accompagnata lei a casa dopo scuola, così avremmo passato un po' di tempo insieme; ma di lei neanche l'ombra. Il cielo non è più limpido come stamattina, prevedo un temporale.
Decido di chiamarla, ma non risponde. E se le fosse successo qualcosa? Comincio  a preoccuparmi. La richiamo, ma entra la segreteria, così le lascio un messaggio.

- Olimpia... Tutto bene? È da mezz'ora che ti aspetto. Non è da te non mantenere un impegno, è successo qualcosa? Appena puoi richiamami per favore.

Sento una goccia d'acqua posarsi sulla mia testa. Perfetto, sta iniziando a piovere. Può andare peggio di così?

Aspetto ancora per qualche minuto, ma Olimpia non arriva, per cui devo cercare aiuto da qualcuno dei numeri in rubrica. Li scorro e mi accorgo di averne veramente pochi...

Per primo c'è il numero di mio padre, ma lui è al lavoro. Mia madre non mi va di chiamarla, non ho voglia di sentire tutte le sue lamentele e domande e beh, Archie non penso possa fare molto.

La pioggia è aumentata, meglio affrettarmi a trovare qualcuno. I miei occhi si fermano sul nome di Jason... dovrei chiamarlo? Infondo siamo praticamente amici no? Quindi non vedo cosa ci sia di male.

Provo a chiamarlo, ma non risponde, ci riprovo. Mi ritrovo a chiamarlo per la terza volta... senza ricevere risposta. Vabbè, vorrà dire che tornerò a piedi. Metto il telefono nello zaino per evitare che si bagni, mi tiro su il cappuccio e inizio a camminare, quando una moto si ferma vicino a me e un ragazzo mi rivolge un segno di salire dietro di lui.
Non so chi sia e mi intimidisce. Mi giro e continuo a camminare. Il ragazzo, che forse si è reso conto di non essersi tolto il casco, alza la visiera, in modo tale da darmi la possibilità di riconoscerlo. È Nate.

<<Hai intenzione di camminare a piedi fino casa tua col diluvio universale, o permetti a questo umile ragazzo di offrirti un passaggio?>> chiede offrendomi la sua mano per salire, ma io lo ignoro e continuo lungo la strada. Non lo conosco e da come me lo ha descritto Jason non è proprio un bravo ragazzo. Disprezza tutta la famiglia e cerca sempre di mettere in cattiva luce il fratello. 

Ovviamente lui mi raggiunge.
<<Senti, nemmeno io vorrei portarti in moto...>> confessa rassegnato.
Sbuffo e continuo a camminare.
<<...Ma visto che sta diluviando, non mi sembra il caso di farti andare a casa da sola a piedi.>> continua.
Sto per urlargli in faccia di lasciarmi in pace quando vedo la macchina di Jason in lontananza. Ah menomale! Nate si gira e vedendo suo fratello fa una smorfia, dopo di che mi rivolge un cenno a mo' di saluto e sbuffando se ne va.
Jason vedendomi accosta e abbassa il finestrino:

<<Darla! Cosa ci fai qui da sola sotto la pioggia?!>> mi chiede preoccupato.
Come sono diversi...
<<Dai entra, mi spiegherai tutto in macchina.>> conclude aprendomi lo sportello da dentro.

Entro cercando di non bagnare il sedile e mi allaccio la cintura. Poi inspiro cercando di rilassarmi.
Accenno un "grazie" e chiudo gli occhi. In realtà sono un po' infastidita perchè l'ho chiamato ben tre volte e lui non ha mai risposto, ma avrà avuto le sue buone ragioni. Infondo non sono mica la sua fidanzata e non mi deve certo spiegazioni. E poi è arrivato giusto in tempo a salvarmi da suo fratello, quindi posso solo essergli grata.

<<Ma cos'è successo?>> dice preoccupato, poi, prendendo il telefono si accorge delle mie chiamate e mi rivolge uno sguardo preoccupato: << scusa! Mi avevi chiamato? Avevo la suoneria bassa e non l' avevo sentito!>> cerca di giustificarsi, ma io lo fermo. <<Tranquillo, ormai sono qui no?>> gli sorrido.
Il resto del viaggio prosegue nel solito silenzio imbarazzante. Arriviamo nel vialetto e gli propongo se vuole restare a mangiare qualcosa.
E' il minimo che possa fare dopo che mi ha accompagnato a casa.

<<Sì certo, se per te va bene naturalmente.>> risponde lui ancora più timido di me. Sembriamo due bambini che non sanno cosa fare. Gli faccio cenno con la mano di venire e lui mi segue meccanicamente.
<<Cosa ti andrebbe di mangiare?>> gli chiedo, mentre apro il frigo.
<<Quello che vuoi tu.>> mi dice lui titubante.
Passiamo l'intero pomeriggio a mangiare, ridere e chiacchierare, è piacevole scorrere del tempo con lui. Ad interromperci è Archie, che mi domanda se lui sia il mio fidanzato, ma io, sputando l'acqua che stavo bevendo e spalancando gli occhi, nego quasi subito, mentre Jason mi guarda divertito. Che momento imbarazzante...
Ora sono quasi le 19 e lui è ancora qui. Doveva andare a lezione di pianoforte, ma l'ha saltata, perchè diceva che preferiva stare qui con me a parlare. Che carino!

<<Ora è meglio se vado. È abbastanza tardi, ma mi ha fatto piacere passare il pomeriggio con te.>> dice educatamente.
<<Sì, hai ragione. Ti accompagno alla porta.>>
Arrivati sotto il porticato mi chiudo la porta alle spalle ed esco fuori con lui. Ho bisogno di prendere un po' d'aria.

<<Beh... allora io vado.>> afferma con un sorriso senza mostrare i denti. Ma invece di dirigersi verso la macchina si avvicina a me.
<<Sì...>> dico io come pietrificata, mentre Jason continua ad avanzare verso di me.
Cavolo. E se mi bacia? Non so se sono pronta.
Lui continua ad avvicinarsi, il suo viso si fa sempre più vicino al mio finchè le nostre labbra si sfiorano...
<<Scusa Jason. Io... non sono....>> dico con voce strozzata lasciando la frase a metà.
E' troppo vicino...
<<Ok, capisco.>> si limita a rispondere lui e, come se mi avesse letto nel pensiero, si allontana.

Mi guarda comprensivo con i suoi occhi dolci e mi accarezza la guancia, poi mi sussurra un "buonanotte" e se ne va.
Mi sento un po' in colpa per non avergli permesso di baciarmi... ma infondo è il mio primo vero bacio e dovrei decidere io quando e dove darglielo, se mi sentirò pronta.
Lo so, sono un po' patetica, ma non ci posso fare niente.
Torno dentro casa confusa e salgo in camera mia a ripensare a ciò che è successo oggi.

Chissà cosa sarebbe successo se non fosse arrivato Jason... sarei dovuta tornare a casa a piedi,magari mi sarei ammalata. O forse avrei ceduto alle insistenze di Nate... e poi? Gli avrei offerto qualcosa da mangiare? Probabilmente no.

I miei pensieri vengono interrotti dalle urla dei miei genitori al piano di sotto.

<<Dimmi la verità Susannah! Mi stai tradendo?>>

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