Erano tre mesi che non fecevo più quest'incubo. A nessuno ho raccontato l'accaduto. Solo Olimpia ne è a conoscenza perchè lo ha scoperto da sola... Nemmeno i miei genitori lo sanno e non ho intenzione di rivelarglielo.
<< Tranquilla, ok? Ci sono io ora.>> mi consola Olimpia con la bocca ancora impastata dal sonno.
Non le rispondo, meglio evitare, rischierei che tutta la mia rabbia sfociasse contro di lei.
Adesso vi chiederete: perché la rabbia?
Da quel giorno ho sempre provato rancore per me stessa, una ragazza ingenua e debole che non ha potuto difendersi da quegli animali.
Ho cominciato a rinchiudermi in una bolla che mi impediva ogni rapporto con le persone e non riuscivo più a guardarmi allo specchio.
Da allora sono cambiata. Sono diventata più diffidente e fredda, anche per questo non avevo amici. Non volevo essere ferita di nuovo.
Jake era un mio amico. Eppure mi ha fatto quel che ha fatto.
Quando ho saputo che ci saremo trasferiti ho visto come una luce in fondo al tunnel. Finalmente la libertà, ho pensato, finalmente un nuovo inizio.Ho iniziato ad abbattere pian piano il mio muro ed ecco che torna quest'incubo a ricordarmi di mantenere le difese e non fidarmi troppo.
<<Vado a fare una doccia>> accenno ancora sconvolta fissando il pavimento. Olimpia annuisce rivolgendomi un sorriso di compassione.
Quando torno noto Olimpia torturarsi le punte dei capelli. Se continua così le si spezzano.<<Scusa>> Inizia lei alzando lo sguardo verso di me.<< Per tutto. Scusa per l'altra volta, scusa per la chiamata di ieri e per essere piombata in questo modo stanotte in camera tua.>>
<<Non dovresti bere così tanto, ti fa male tutto quest'alcool in corpo>> la rimprovero.
<<Lo so, lo so, è che ho mille pensieri per la testa, e quando Jason mi ha offerto quei drink alla vodka non ho saputo resistere... scusa>>
<<va bene... Aspetta... cos'hai detto? Chi ti ha offerto il drink?>><<Jason>>
<<Jason Johnson?>>
<< Sì, perché?>> risponde noncurante.
Jason? Lui beve? E poi non mi aveva detto che sarebbe andato ad una festa, inoltre ha detto che lui odia questo genere di eventi, li definisce una perdita di tempo.
<<Non dirmi che ti piace ancora!>> Urla esaltata vedendomi distratta.
Beh... in realtà è una storia abbastanza complicata... Ma è meglio evitarle tutta la storiella, altrimenti inizierebbe con le sue domande e risate isteriche.
<<Nah... siamo solo amici... Lo sapevi che è il fratello di una mia amica? >>
<<Cheryl giusto?>>
<< Sì... come la conosci?>>
<< L'ho conosciuta l'anno scorso>>
Capisco che non ha voglia di parlarne, quindi cerco di cambiare argomento.
<< Sai dov'era la mamma ieri sera?>> inizio curiosa ma anche impaurita dalla risposta che potrebbe darmi.
Lei sembra colta alla sprovvista dalla mia domanda, infatti il suo sguardo passa dal disinvolto al preoccupato.
<<Ehm... ecco... non lo so>> biascica.
sicuramente sta mentendo, quindi senza fare altri giri di parole vado dritta al punto.
<< Mamma ha un altro uomo vero?>>
La vedo titubante, come se stesse cercando di valutare le opzioni.
<< Darla... qualunque cosa abbia detto ieri sera, non farci caso. Non ero in me.>>
<< Non è la risposta alla mia domanda>> affermo severa.
Lei mi guarda stranita dalla mia determinazione. Poi sospira.
<< Non lo so... ok! Smettetela tutti di stressarmi!>> grida esasperata e senza preavviso esce dalla stanza sbattendo la porta.
Dopo tutto quello che ho fatto per lei mi ringrazia così? Bene! Non venisse da me la prossima volta che ha qualche problema.
Ancora con la bocca aperta per la sfacciataggine con cui se n'è andata, guardo l'orologio.
Sono le 8.50!Cavolo! Sono in ritardo!
Mi infilo subito una tuta e corro verso il portone.
<< Non fai colazione tesoro?>> mi chiede mia madre dalla cucina.
Prendo una mela dal cesto e me la porto alla bocca.
<< Sono in ritardissimo, la farò per strada. A dopo>> la saluto ed esco velocemente, verso la fermata dell'autobus.
Arrivo giusto in tempo per salire. Menomale!
Mi siedo all'unico posto libero, vicino ad un ragazzo con i capelli rossi.
<<Ci rivediamo pasticcino>> gli sento dire.
Mi giro verso di lui, rendendomi conto che si sta riferendo a me. E' Christopher.
Gli rivolgo un debole sorriso accennando un "ciao". Poi mi metto le cuffiette e attivo la playlist.
Lui mi guarda sarcasticamente offeso e pronuncia qualcosa che non riesco a decifrare.
<<Cosa?>> quasi urlo togliendomi un auricolare.
<<Ho detto: invece di fare l'asociale con le cuffiette alle orecchie come se fossi la protagonista di un videoclip, parliamo, così inganniamo il tempo...>>
<< Si... ecco... scusami, è che oggi non è proprio giornata>> dico scocciata e imbarazzata. Non ho voglia di parlare.
<< Tranquilla zuccherino, sembri stanca e stressata, hai provato con una maschera rigenerante? Fanno molto bene alla pelle, dovresti comprarla>> Mi sta prendendo in giro per caso?
Sto per rispondergli male, ma mi trattengo, infondo lui cerca solo di essere gentile.
<< Grazie Christo... ma credo che non la userò, rimedierò con un pisolino>> gli sorrido e mi rimetto l'auricolare, ma non faccio in tempo a chiudere gli occhi che il pullman si ferma.

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Le Nostre Ombre
Misteri / ThrillerDarla smith è una ragazza semplice: occhi verdi, capelli castani, gentile e determinata. Grazie alle sue toccanti esperienze nella vecchia città è diventata più forte, ma anche più riservata e diffidente. Trasferirsi per lei significa essere finalme...