Storia dei bombardamenti

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Buongiorno a tutti voi, viaggiatori del tempo!

Oggi abbiamo deciso di proporvi questo articolo scritto da AN0MAL1A che ci riporterà nel 1940 e ci accompagnerà in un viaggio in Sardegna, grazie a un'interessantissima alternanza tra eventi e ricordi.

Nel 1940, in tutta Italia ebbe inizio la Seconda Guerra Mondiale e già nel mese di giugno la città di Cagliari era diventata un ottimo avamposto di guerra, in un punto strategico e centrale da dove far partire navi e aerei diretti contro i nemici dell'Impero. Tra il 1941 e il 1942 l'isola e la popolazione stessa vennero messe a dura prova.

"Ci avevano istruiti da subito su come muoverci in caso di guerra. Quando il suono della sirena echeggiava nell'aria non era importante l'orario, bisognava solo alzarsi e uscire da casa il più velocemente possibile. Dormivamo vestiti. Ma in realtà nessuno dormiva più. Gli allarmi suonavano anche più volte al giorno e allora tutti correvamo nei rifugi anti-aereo assegnati. Delle grotte naturali abbastanza grandi e forti da poterci proteggere tutti. Il mio si trovava non molto lontano da casa."

La notte del 3 giugno 1942 venne lanciata la prima grande bomba, la così detta "bomba pesante" per le enormi dimensioni. Mezza tonnellata di esplosivo che riuscì a distruggere un tratto di ferrovia, abbattendo i muri delle case circostanti. Morirono 17 ferrovieri e più di 50 persone.

 Morirono 17 ferrovieri e più di 50 persone

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"Quella notte fu speciale. Da ormai diverse settimane alcuni abitanti, stremati dalle condizioni misere della vita, dalla scarsità dei viveri e dilaniati dalla paura, lasciavano la città di notte, nascosti nei vagoni del treno o percorrendo il perimetro dei binari con una sola lampada ad olio ad illuminare la via. Anche la mia migliore amica Rossella e la sua famiglia erano andati via. Proprio quella notte. Improvvisamente, alle 23, la terra tremò. Casa mia stava a un chilometro e mezzo dal punto dove gli aerei inglesi stavano scatenando la loro furia, ma l'onda d'urto fu fortissima."

Cagliari, dopo Napoli, è stata la città più bombardata nella Seconda Guerra Mondiale, con oltre 2000 vittime e più dell'80% degli edifici distrutti.

"Quando il terreno incominciò ad agitarsi afferrai la lampada, prima ancora di sentire il suono delle sirene. Spalancai la porta della mia stanza e mi ritrovai davanti la figura di mio fratello. Cercava di fare il duro ma anche lui, come me, era terrorizzato. Ci avevano preparati per mesi, ma non si è mai pronti davvero ad un bombardamento. Portammo fuori i nostri genitori, incamminandoci verso il rifugio ma fu allora, dopo aver camminato un po', che vedemmo l'orrore. La strada non c'era più. Le case, il panificio, il vecchio negozio della parrucchiera dove mia madre andava a pulire i pavimenti era completamente scoperchiato e senza una parte del muro portante. Le persone urlavano. C'erano feriti ovunque. Cagliari era a pezzi."

Il numero degli aerei che da quella notte sorvolarono i cieli è imprecisato

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Il numero degli aerei che da quella notte sorvolarono i cieli è imprecisato. Si pensa che solo il 3 giugno 1942, 197 bombardieri e 186 caccia inglesi ammirarono la città esplodere dall'alto. Ma purtroppo il peggio doveva ancora arrivare. Era solo l'inizio dell'incubo. Gli inglesi bombardavano di notte, gli americani invece sempre nel primo pomeriggio. Non vi era mai un attimo di pace.

"Avevo appena lasciato il rifugio. Gli aerei sembravano essere andati via e non potevamo più stare nascosti. Nei rifugi mancavano i beni essenziali e vennero selezionati alcuni giovani per uscire e andare a cercarli. Io ero tra loro. Tutte le strade erano deserte e ricoperte dai mattoni. Per un attimo ebbi l'impressione di essermi persa. Macerie ovunque. Improvvisamente però l'aria venne tagliata da quel rumore. Stavano tornando. I bombardieri erano di nuovo qui. Corsi via verso il rifugio, inciampando più volte nei miei passi e fu allora che una bomba leggera, caduta a pochi isolati da me, mi fece letteralmente volare per terra. Quando mi rialzai, vidi uno spettacolo orribile. Un uomo correva via veloce, ma un pilone di piombo sbalzato dalla furia della bomba gli aveva tagliato la testa e il suo corpo, per inerzia e attività neurologico-muscolare continuò a muoversi per pochi metri."

I morti continuarono a crescere di centinaia in centinaia in pochi minuti. Il giornale pubblicò tutti i nomi dei caduti. La città era ormai diventata un cumulo di macerie.

 La città era ormai diventata un cumulo di macerie

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"Il 13 maggio 1943, insieme ad altri 45.000 sardi e alla mia famiglia, lasciammo la nostra amata città per spostarci verso i diversi paesini dell'entroterra. Se chiudo gli occhi ancora riesco a sentire chiaramente il rumore degli aerei che volavano vicini al terreno, quasi a sfiorarti la testa. E poi le bombe. Quel fischio stridulo che si fa sempre più forte per poi consumarsi in un botto devastante. E tu, nipote mia, non scordare mai le mie parole."

Le parti scritte in corsivo rappresentano una testimonianza reale degli eventi di Cagliari, così come narrati dalla signora Liana.

Per oggi, cari viaggiatori del tempo, è tutto! Vi ringraziamo per la lettura e ci diamo appuntamento alla prossima settimana con un altra Storia di Storie!

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