Berlino, 1929

34 6 1
                                    

Buonasera, viaggiatori del tempo.

Oggi SimoneFar, che ringraziamo davvero tanto, ci propone un'attenta riflessione su Babylon Berlin! Buona lettura!

Oggi SimoneFar, che ringraziamo davvero tanto, ci propone un'attenta riflessione su Babylon Berlin! Buona lettura!

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.

Della storia, si sa, sono importanti gli eventi, ma questo molto spesso porta a scordarsi del prima. E c'è sempre un prima, se ci pensate bene, e di solito questo prima è anche il posto in cui sono racchiusi i semi degli eventi importanti che sono accaduti dopo, le loro motivazioni, molte spiegazioni. Solo che la parte interessante è ancora nascosta, ben affondata nella terra, non ancora germogliata, quindi non così facile da riconoscere e studiare.

Babylon Berlin è un romanzo (prima di essere una serie TV!) giallo. Ci sono alcuni omicidi, c'è un tesoro (che è sempre un ottimo movente), c'è persino un poliziotto che ha passato qualche guaio ed è in cerca di riscatto. Se doveste mai aprire un manuale su come scrivere gialli probabilmente trovereste queste tre cose elencate nella prima pagina. Perché ne parliamo qui? Perché questo libro ci porta all'interno di un vero e proprio «cono d'ombra» della storia, un periodo di cui non si parla praticamente mai, forse a torto: la Berlino del 1929.

Sappiamo tutti come funzionano i manuali di storia: c'è la Prima Guerra Mondiale, dal 1914 al 1918, dopodiché, rivolgendo lo sguardo alla Germania, è subito tempo di concentrarsi sull'ascesa nazista, cominciando nel 1933. Poi, a seguire, ecco la Seconda Guerra Mondiale, dal 1939 al 1945. Come abbiamo detto sopra, prendendo in considerazione la prima parte del ventesimo secolo, sono questi gli eventi su cui ci si concentra osservando la Germania da fuori eppure forse aiuterebbe a capire meglio il nazismo osservare la tumultuosa esistenza della Berlino degli anni 20, nel periodo dell'umiliazione politica, quando il popolo tedesco entrò in crisi d'identità, osservando il suo impero morire, schiacciato dalla colpa di aver guidato il primo conflitto mondiale e esserne uscito sconfitto.

Berlino nel 1929 è una città piena di contraddizioni. La debolezza della Repubblica si scontra con la grande energia dei suoi abitanti che, come tutte le altre genti d'Europa, sono sopravvissuti alla Grande Guerra. E' vero, una guerra mondiale segna e ferisce chiunque l'abbia attraversata, ma nel momento in cui realizzi di esserne uscito vivo non puoi evitare di essere travolto da un profondo entusiasmo, che trasforma tutto in frenesia e possibilità. E tra queste possibilità ve ne sono anche di pericolose, di spaventose, come quella di abbracciare la seducente dottrina comunista, che si è affermata solo pochi anni prima e che si presenta a molte masse di lavoratori come una possibilità di rivalsa.

Voi direte che un libro giallo non è una fonte autorevole per parlare di argomenti come la Repubblica di Weimar o il «Maggio di Sangue», io invece vi dico che è proprio il contrario, perché un autore di gialli deve necessariamente tenere la sua prospettiva a fil di strada, dove i suoi personaggi si muovono e per coinvolgere i lettori nei suoi enigmi deve essere capace di spiegargli bene i luoghi in cui li ha ambientati.

Camminando al fianco di Gereon Rath non avrete modo di leggere un trattato storico sulla Germania anni 20, ma ne respirerete l'aria, tra i suoi quartieri di poveri immigrati, i suoi locali licenziosi, i suoi commissariati di polizia sempre impeccabili. Kutscher dimostra una grande passione per questo periodo storico, arricchendo la sua narrazione di dettagli, aneddoti storici e scorci di società passata. Magari sono semplicemente i fatti noti a tutti i bimbi tedeschi, un po' come le tante storie che sappiamo noi dell'Italia di quegli anni, ma ci arrivano freschi, perché parlano di un periodo che fisiologicamente siamo portati spesso a ignorare.

Una delle prime cose che colpiscono della Berlino di Kutscher è l'imponenza dei cantieri di Alexander Platz. Il periodo successivo a una guerra è sempre segnato dalla ricostruzione. I cantieri di «Alex» non sono ancora espressione dell'epica Hitleriana tradotta in progetti da Speer, hanno più il sapore della rivalsa, del tentativo sano di rialzare la testa, di una nazione che in un modo o nell'altro vuole lasciarsi alle spalle il suo passato e ricominciare, senza rancori nazionalisti.

Impossibile, però, non essere attratti anche dal lato oscuro dalla città, dal labirinto dei suoi localini licenziosi, dalle zone d'ombra in cui si agita il suo mercato del sesso, dai tavoli di night su cui educati camerieri in giacca e farfallino appoggiano coppe di cocaina. Quell'universo tenuto in vita da quella pulsione decadente e allo stesso tempo vitale che spinge a uscire dagli schemi della borghesia, a spingere contro i rigidi vincoli della società.

E l'ombra di quello che invece sarà il futuro dov'è? Nell'impotenza della polizia, che scende a patti con una criminalità che si fa forte di fronte a gente stanca. Nel conflitto di classe, che troppe volte culmina in morti facili, che tutti cercano troppo in fretta di dimenticare. E naturalmente in tanti uomini ben vestiti e ben nutriti, che nei salotti buoni, con la spilletta della croce uncinata sul petto, discutono del futuro e, perché no, cominciano anche ad ammassare armi nelle cantine.

La Storia è sempre un'indagine. E' successo qualcosa e ci interessa scoprire perché. Nel momento in cui ci si ritrova a Berlino nel 1929 e impossibile non pensare al nazismo, come se si trattasse di un polo capace di attrarre le energie degli uomini da ogni direzione, nello spazio e nel tempo. Kutscher nello scrivere il suo romanzo però non ha alcun intento didattico, non ha alcun desiderio di venirci a spiegare cosa è successo, il suo non è un romanzo sul prima di qualcos'altro, è semplicemente una storia ambientata in un certo momento storico. La sensazione che si prova, quindi, è come essere viaggiatori del tempo, un viaggiatore del tempo che segue un poliziotto con intenti e scopi precisi, ma che intanto sta sempre con le orecchie dritte, curioso di guardare dietro gli angoli, pronto, ogni tanto, ad allontanarsi dalla via principale per compiere una ricerca diversa, per raccogliere gli indizi per qualcosa che sa deve avvenire e di cui vuole vedere le tracce. Tracce che l'autore comunque non si dimentica di lasciare in giro, anche grazie a una ricostruzione storica minuziosa.

Leggete Babylon Berlin se vi piacciono i gialli. Leggete Babylon Berlin per inseguire un carico d'oro braccato persino dalle spie russe. Ma provate anche a leggere Babylon Berlin per imparare qualcosa di Storia, per scoprire come vivevano dopo la prima guerra mondiale e, forse, da dove ha cominciato a stendersi la lunga ombra che ha portato alla seconda.

Storie di storieDove le storie prendono vita. Scoprilo ora