Buonasera a tutti, viaggiatori del tempo! Oggi abbiamo il piacere di ospitare @DomenicoNigro5, che ci propone la sua personale lettura di un evento della storia italiana che ancora affascina gli appassionati di misteri: la scomparsa di Ettore Majorana!
Golfo di Napoli, sera del 25 marzo 1938. Un anno e mezzo prima dello scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Il professor Ettore Majorana, 31 anni, da circa due mesi titolare della cattedra di Fisica Teorica presso l'Università di Napoli, si sta imbarcando su un piroscafo della Tirrenia alla volta di Palermo, dove si fermerà un paio di giorni alloggiando al Grand Hotel Sole.
Prima di partire ha scritto e inviato due missive, una al carissimo amico Antonio Carrelli, professore di Fisica Sperimentale presso la stessa Università, e una alla sua famiglia.
Il messaggio contenuto in entrambe è estremamente inquietante.
A Carrelli scrive: «Caro Carrelli, ho preso una decisione che era ormai inevitabile. Non vi è in essa un solo granello di egoismo, ma mi rendo conto delle noie che la mia improvvisa scomparsa potrà procurare a te e agli studenti. Anche per questo ti prego di perdonarmi, ma soprattutto per aver deluso tutta la fiducia, la sincera amicizia e la simpatia che mi hai dimostrato in questi mesi. Ti prego anche di ricordarmi a coloro che ho imparato a conoscere e ad apprezzare nel tuo Istituto, particolarmente a Sciuti; dei quali tutti conserverò un caro ricordo almeno fino alle undici di questa sera, e possibilmente anche dopo.»
Alla famiglia invece: «Ho un solo desiderio: che non vi vestiate di nero. Se volete inchinarvi all'uso, portate pure, ma per non più di tre giorni, qualche segno di lutto. Dopo ricordatemi, se potete, nei vostri cuori e perdonatemi.»
Il giorno dopo, Carrelli ricevette da Majorana un telegramma: <Non allarmarti. Segue lettera. Majorana>. E così fu...
«Palermo, 26 marzo 1938 - XVI
Caro Carrelli,
Spero che ti siano arrivati insieme il telegramma e la lettera. Il mare mi ha rifiutato e ritornerò domani all'albergo Bologna, viaggiando forse con questo stesso foglio. Ho però intenzione di rinunziare all'insegnamento. Non mi prendere per una ragazza ibseniana perché il caso è differente. Sono a tua disposizione per ulteriori dettagli.»
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