25 Aprile - Festa della Liberazione

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"Arrendersi o perire"

A questo richiamo i partigiani risposero in coro e con l'Esercito Cobelligerante Italiano opposero resistenza militare e politica contro il governo fascista della Repubblica Sociale Italiana e contro l'occupazione nazista: una lotta che iniziò l'8 settembre 1943.

Ma solo il 25 Aprile 1945, il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia (CLNAI) proclamò l'insurrezione generale per liberare i territori ancora occupati dai nazifascisti, invitando i partigiani a imporre loro la resa. Il CLNAI decretò anche la condanna a morte per tutti i gerarchi fascisti, incluso Benito Mussolini, giustiziato tre giorni dopo. Alcuni storici definiscono la Resistenza come una vera e propria guerra civile: infatti, oltre a combattere contro i tedeschi, i partigiani si trovarono a lottare contro gli italiani del regime fascista.

Questa data diventò così il simbolo della Liberazione, in quanto rappresentava il culmine della fase militare della Resistenza e un'azione effettiva da parte del governo che porterà prima al referendum del 2 giugno 1946 per la scelta fra monarchia e repubblica, decretando la nascita della Repubblica Italiana, fino alla stesura della Costituzione.

Solo il 27 maggio 1949, con la legge 260, la Festa della Liberazione divenne ufficialmente festa nazionale come il Natale e la Pasqua.

Questa festa non esiste solo in Italia. Molti i Paesi che festeggiano la propria liberazione dagli oppressori: l'Etiopia, ad esempio, il 5 Maggio festeggia la liberazione proprio da noi italiani che abbiamo occupato quel territorio sino al 1941.

C'è un aspetto che spesso dimentichiamo e che ci viene ricordato solo oggi. Uno dei simboli principali di questa festa è una notissima canzone popolare "Bella ciao". Infatti, oggi spopola l'hashtag #bellaciao. Ma perché? Nel corso degli anni questa canzone è diventata il simbolo dei partigiani e della resistenza.

È la canzone per eccellenza di un momento storico che è la base di tutta la nostra civiltà contemporanea. "Bella ciao" ci ricorda un periodo storico importante per la civiltà contemporanea ed è stata tramandata come un vero e proprio testamento. Questo inno nasce durante la seconda guerra mondiale in Emilia. Si diffuse solo nel dopoguerra nel 1947 quando molti partigiani emiliani parteciparono come rappresentanti italiani a un raduno che si tenne a Praga: Canzoni Mondiali per la Gioventù e per la Pace, diffondendo il brano come stemma della Liberazione. "Bella ciao" fu tradotta poi in tutte le lingue.

Ma qual è il suo significato?

È un grido contro l'invasore, è l'inno alla Resistenza. Non è un canto che incita la guerra, ma ci fa riflettere su un pezzo di storia umana  che di umano non aveva nulla. 

Questa canzone si diffuse ovunque. Durante le manifestazioni turche contro il premier turco Erdoğan avvenute Istanbul nel 2013, Bella ciao è stata intonata da chi protestava. È stata cantata dal movimento "Occupy Wall Street"e dal candidato premier Hollande alla fine della campagna elettorale. 

Non si hanno notizie certe sull'autore, negli anni si è ipotizzato fosse opera di Enzo Biagi. Sulle origini della canzone nacque addirittura una leggenda che racconta di Mishka Tziganoff: un musicista zigano originario di Odessa che, all'inizio del 900, si trasferì a New York per aprire un ristorante. Nonostante fosse cristiano, conosceva bene sia la lingua yiddish che il klezmer (musica popolare degli ebrei dell'Europa orientale) e così nel 1919 incise proprio una canzone klezmer intitolata "Koilen" ("Carbone") le cui prime battute sono le stesse di quella canzone che oggi cantiamo come inno di Resistenza.

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