M. Il figlio del secolo

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Buon pomeriggio, viaggiatori del tempo! Oggi abbiamo il piacere di ospitare nuovamente @LilyAnnF, che ha voluto condividere con noi le sue personali riflessioni sull'assegnazione del Premio Strega 2019 ad Antonio Scurati per la sua opera M. Il figlio del secolo, edita da Bompiani.

Non si sono, forse, fatte sempre così le rivoluzioni: armando l'intero bassofondo sociale di rivoltelle e di bombe a mano? Qual è, dopotutto, la differenza tra il reduce disadattato, lo smobilitato cronico che per due lire fa la guardia giurata e il "racheté", il delinquente abituale che vive sfruttando la prostituzione? Tutta manodopera esperta. Lui lo ripete spesso a Cesare Rossi [...]. "Siamo ancora troppo deboli per fare a meno di loro", gli ripete spesso per placare il suo sdegno. Troppo deboli, indubbiamente: il Corriere della Sera, il giornale della superba borghesia liberale, ha dedicato alla fondazione dei Fasci di combattimento una breve cronaca di sole dieci righe, lo stesso spazio riservato alla notizia del furto di 64 casse di sapone.

 Troppo deboli, indubbiamente: il Corriere della Sera, il giornale della superba borghesia liberale, ha dedicato alla fondazione dei Fasci di combattimento una breve cronaca di sole dieci righe, lo stesso spazio riservato alla notizia del furto di...

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Siamo nel 1919, e siamo a Milano.

E siamo nei panni di uno degli uomini più controversi della storia italiana contemporanea, Benito Mussolini.

Lo seguiamo passo passo, attraverso i bassifondi della metropoli, mentre parla con persone a cui nessun altro forse ardirebbe avvicinarsi.

La mia passione per la storia è una cosa nota. Più che nota, anzi, dovrei dire.

E si focalizza soprattutto sugli eventi storici controversi, su quel Novecento che segna ancora così tanto - e in modo spesso inconscio e indistinguibile - le nostre esistenze. Per questo, forse, potrei dire che una delle letture più interessanti che io abbia fatto sull'argomento - sicuramente la più interessante di questo 2019 - è M. Il figlio del secolo, di Antonio Scurati. Un libro di cui vi parlo con entusiasmo, non appena venuta a sapere della sua meritatissima vittoria del Premio Strega.

Non è facile parlare di fascismo, oggi. È difficile scavare in dolori mai del tutto sopiti, in vicende spesso messe a tacere con superficialità e con il desiderio di non doverne più parlare. Proprio per questo, è un argomento di cui parlo volentieri - ma sempre con lo sguardo obiettivo che in quanto storica sono tenuta ad avere, ovvero senza il desiderio di sostenere opinioni politiche specifiche. Nel bene o nel male, Mussolini ha governato per vent'anni, e per buona parte del tempo con l'appoggio della maggioranza della popolazione. Non è mia intenzione, qui, fare apologie o criticare: credo che le violenze, i soprusi, l'abominio delle leggi razziali e la tragedia del conflitto mondiale siano noti a tutti. Ringrazio Scurati per aver avuto il coraggio di guardare a un uomo - Mussolini - come a un uomo. Non vi è nulla di politico, nel suo libro: c'è solo lo sguardo biografico e romanzato, per quanto supportato dalle fonti riportate con precisione, su un uomo che parte dal basso e arriva a essere una delle figure più dibattute del Novecento.

In M, troviamo un Mussolini umano. Un Mussolini seccato dal fatto che la notizia della fondazione dei Fasci di combattimento abbia riscosso meno successo di un banale furto di sapone. Un Mussolini che prova scrupoli di coscienza, ma decide comunque in vista di un obiettivo più grande. Un Mussolini che progetta la marcia su Roma con tutta la razionalità possibile, cercando di tenere in equilibrio cose - al momento - più grandi di lui.

 Un Mussolini che progetta la marcia su Roma con tutta la razionalità possibile, cercando di tenere in equilibrio cose - al momento - più grandi di lui

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Un bellissimo messaggio, la vittoria di questo Premio Strega. Un premio che indica che di certi eventi si può ancora parlare, si deve ancora parlare, e nel modo più umano possibile. Tirando fuori le figure dai libri di storia - dove rimangono immobili, statiche, spietate nel loro essere un po' coperte di polvere e quasi distanti - e portandole su un piano più vicino, più immediato. Più reale. Non significa dedicarsi a un'opera di inutile e sbagliata agiografia. È piuttosto un modo - il modo - per ricordare e aiutare gli altri a ricordare. Il potere liberticida non è figlio di grandi personaggi, di figure quasi mitologiche e patologiche. Nasce, piuttosto, da esseri umani del tutto uguali ad altri esseri umani, con le stesse frustrazioni, le stesse paure, gli stessi scrupoli, quando si tratta di scendere a compromessi. Compromessi sempre più grandi, che spostano sempre di più l'asticella che divide ciò che è etico da ciò che non lo è.

Per questo, non posso non ringraziare Scurati per questo suo libro-capolavoro. Un libro che fa discutere, ma che è nato proprio per questo.

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