I - Ritrovarsi lontano

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"Trova la via".

Chase Bowman guardò la donna di diciassette anni - sua figlia adottiva - che gli stava davanti: alta, magra e pallida, il viso segnato dal vento e dal gelo, gli occhi intensamente blu che lo fissavano fieri sotto una frangia di capelli nerissimi.
Il pistolero soppesò il piglio e decise di tollerare ancora una volta spostando l'attenzione sulle cuciture lasche dei vestiti di pelliccia: imparerai a stringerle quando dovrai rifarle spedì sotto il tiro di quei pugnali impietosi color cielo. Io ti domerò.

"Dobbiamo andare a Sud-Est.
Se ci sbaglieremo sarà per colpa tua" soggiunse e l'espressione della ragazza si fece incerta.

"...tu si che sai come mettere gli altri a tuo agio...".

"Non rispondere": non lo fece...ma non abbassò gli occhi; qualche passo più indietro, accanto alla muta ancora rintanata nella neve (e al cavallo meccanico che non sembrava dare peso alla medesima che lo copriva) Miguel aveva interrotto il suo lavoro e li stava guardando.

"E tu hai daffare o sbaglio?" abbaiò; il giovane - un meticcio del Sureste di ventitré anni, lontano quanto più possibile dai luoghi dove era nato - trasalì: " chefe!".

"Dunque fallo presto e bene". Il mestizo annuì e il pistolero distese appenadi un niente la faccia; tornato alla ragazza vide che aveva tagliato un bastone: lo conficcò nella neve e alzò la faccia al sole delle nove che luccicava da un cielo a punti e virgole, quindi marcò l'ombra con una pietra. Brava: hai appreso.
Chase Bowman sorrise rivolgendo lo sguardo da lei all'immobilità bianca che li circondava: ondulazioni crocchianti riprendevano il profilo del suolo, alberelli e steli rinsecchiti spuntavano dalla coltre e i rami dei larici si erano trasformati in panneggi impalpabili e delicati, scintillanti della neve fresca caduta quella notte.

Malgrado fosse appena all'inizio l'inverno sembrava prepararsi a calcare la mano. Il pistolero tornò per l'ultima volta alla figlia adottiva, che si era seduta e guardava fisso avanti; raggiunse quindi Miguel e lo aiutò a disfare il bivacco: dopo che ebbero finito, una ventina circa di minuti dopo, si avvicinarono entrambi.

"...dunque?".

Senza rispondere la ragazza marcò la nuova posizione dell'ombra, unì le due tracce e appoggiò il piede sinistro sul primo sasso, il destro sul secondo: "Io guardo il Nord adesso e il Sud è...dietro di me?".
Senza attendere una conferma (che sapeva non sarebbe venuta) Twinky tracciò una freccia con la punta rivolta davanti a lei.

"Quindi se l'Est è a...destra? Noi dobbiamo andare per di lì...tipo appena un po' più giù" disse indicando il proseguimento accennato della pista; per concludere tracciò la perpendicolare alla prima linea e fece distaccare un tratto nella direzione che aveva indicato. Il pistolero sentì i baffi a manubrio che si sollevavano.

"...comunque bella stronzata uomo-pistola, bastava tirare dritto che si vede pure!".

Chase si rimangiò il compiacimento, sputó di lato e mosse la mano in circolo regalando l'ultima parola; dopodiché si alzò e andò verso Kolma, il capomuta, che accarezzò fra le orecchie mentre terminava di rosicchiare il pasto. "Guiderai tu da qui in poi-".

"Io?!? Ma l'ha sempre fatto lui!".

"E ora lo farai tu, o è un problema?".

"...no Chase, certo Chase!" soffiò; il pistolero mosse il capo su e giù una volta sola costringendosi a non soffermarsi sulle forme adolescenti che tendevano i vestiti: sarebbe stato peggio che sbagliato ma io ho bisogno di conforto.
Dove sei amore mio? Dove sei ora?

Antico SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora