XXXIV - Requiem per una carogna (2/2)

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Helena si gettò a terra e le pallottole alzarono scintille dal pavimento di metallo correndo incontro al sintetico, che iniziò a sparare lasciandosi cadere dalla parte opposta.

Fece fuoco a sua volta, il rinculo la sorprese, la carabina si impennò: la palla si perse alta. Cristoforo!
Si rialzò facendo scattare il selettore e sparò di nuovo, le raffiche in successione investirono le braccia-fucile del mostro e deviarono la seconda bordata dando al droide la frazione di cui aveva bisogno per rialzarsi. Bossoli scrosciarono sul pavimento mentre lottava con l'arma perdendo attimi preziosi, appena prima che potesse riprovarci il laser lampeggiò nel buio.

❊\> • °

La plancia di comando esplose col rumore di un grosso petardo, lo spostamento d'aria la scaraventò a terra, subito dopo il pavimento sgroppò e si abbassò di colpo.

Una cascata di rottami la investì trascinandola verso la finestra panoramica su cui atterrò disegnando una ragnatela di crepe, oh oh...
L'attimo successivo il vetro esplose e Helena iniziò a urlare mentre il sintetico le precipitava accanto: si afferrarono per puro riflesso mentre il lago di lava si apriva sotto di loro no no Dio NO-
...quindi lo scafo impattò sollevando un'ondata di fuoco che ricadde oltre il bordo del cratere, e l'avventuriera chiuse gli occhi; nello stesso istante la caduta si interruppe con uno strattone e l'urlo su una nota interrogativa: "CRI-STO-SA-A-AAANTO?!?"

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Cautamente riaprì l'occhio trovandosi davanti la sua mano stretta alla carabina, a sua volta conficcata di traverso fra i sostegni di un pannello solare corroso. L'oculare si mise a fuoco su una fila di elementi simili che si perdeva verso l'alto in direzione della vetrata sfondata ad un centinaio abbondante di piedi di distanza; abbassò lo sguardo e ritrovò gli stivali della tuta saldamente ancorati al metallo dello scafo.
Operatore il supporto magnetico è stato attivato per la tua sicurezza. L'autonomia residua dei sistemi è di: otto minuti.

Un movimento accanto a lei le fece voltare la testa, al sintetico aggrappato e stranito quanto lei. "CHE ACCIDENTI È SUCCESSO?!?".
La grandine di pallottole che si abbatté intorno a loro troncò la questione, l'oculare ingrandì in ritardo il mostro che era rimasto agganciato più in basso, ad un affare che sembrava una padella larga dodici piedi: puntò il suo braccio-fucile contro di loro apprestandosi a fare fuoco di nuovo e lei lo guardò come paralizzata...e poi fu come tornare sulla pietraia, di nuovo a quella notte, di nuovo a quando ogni cosa aveva perso di significato.

Un'altra raffica tempestò il metallo e la donna provò un senso potente di rabbia, che la colmò e tracimò su istantanee di ricordi che non facevano che rendere il fatto ancora più inappellabile: tu non ci sei più! "Spara perdio!".

Helena spianò la carabina e le pistole del sintetico le abbaiarono appresso mentre sgranava colpi in un perfetto accompagnamento complementare; incalzato dal fuoco l'essere si piegò dietro il suo riparo, l'attimo successivo il percussore batté a vuoto: la donna sganciò il caricatore e inserì il secondo bloccandosi con le dita strette sull'otturatore.

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Il candelotto di dinamite volò verso il mostro, proprio come quella notte; il droide distese il braccio e la detonazione della pistolettata venne inghiottita dal boato che scosse il relitto.

La visiera si oscurò parzialmente, Helena sollevò il braccio al volto e scoprì i denti, BASTARDO! Sei morto, morto, sei-
L'essere riposizionò il suo braccio-fucile dietro la nuvola nera che si disperdeva, la testa si piegò leggermente di lato, gli occhi scoppiati sprizzarono scintille sembrando ammiccare. O...o...

Antico SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora