Prologo - Amica

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Il trapper affondò nella neve fino al ginocchio, altra gli venne gettata in faccia dalla tormenta che ululava come un branco di predatori affamati. "Amica...amica...".

L'uomo dei boschi risucchiò la sua stessa invocazione e fu come se qualcuno gli piantasse chiodi in corpo; il vento lo respinse piegandolo all'indietro, incalzò dalla direzione opposta gettandolo in ginocchio, gli strappò il respiro di bocca, scarnificò le parti esposte e insensibili, lo accecò nel suo bianco turbinare indistinto. "Amica...aiutami...".

Un grosso animale apparve dalle folate e si accostò offrendo il fianco a quel richiamo disperato: "Aiutami...aiutami!" gemette l'uomo aggrappandosi, trascinandosi penosamente nella bufera che imperversava. "Aiutami, non posso...non posso crepare...".

No, non poteva: non dopo tutta quella strada, non dopo tutta quella fatica...non adesso che le cose potevano finalmente cambiare.
Il cuore picchiò nelle tempie del trapper, la sua vista fiorì di nero, il corpo rispose al comando del passo come una massa di segnali distanti intorno ai grumi di dolore conficcati nel fianco: l'infezione era ormai conclamata e stava mettendo alla prova la sua resilienza, maledetto mostro...ma io non posso crepare, maledetto...

"AMICA!" gridò cedendo, le mani strette al pelo della lupa che piegò il collo alle raffiche e si fece carico del suo peso; oltre i graffi del blizzard le ombre della foresta diradavano, il plateau glaciale era ormai prossimo...e lui non sarebbe morto come un cane: invece avrebbe raggiunto il suo nascondiglio, si sarebbe rimesso in sesto e a primavera sarebbe tornato al ghiacciaio, alla valle avvelenata, alle montagne gemelle e ai loro bagliori di ricchezza...

"...perché io non posso" gorgogliò inghiottito dalle urla del cielo, "Io non posso crepare...non ora che sono ricco!".

Antico SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora