XII - Nelle terre gelate (1/2)

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1

L'ululato la strappò al dormiveglia con un sussulto.
Si sentiva debole, la bocca era un cesso: Twinky fece per alzarsi e una fitta le divise il cranio rispedendola giù. Oh...Diòs mio!

Il soffitto di tronchi ruotò e la ragazza chiuse gli occhi inghiottendo la nausea; si tenne su col gomito mentre Miguel si svegliava in ritardo, scambiò con lui uno sguardo stranito, l'ululato si ripeté inghiottito dai latrati della muta. I cani devono mangiare, è giorno, che succede?
...l'ultima cosa che ricordava era una bottiglia da finire a tutti i costi, in alto i bicchieri per affogare i pensieri; si alzò in piedi, sentì lo stomaco diventare liquido e ruttò aggrappandosi al tavolo: indulgere non era stata un'idea da pistoleri.

Twinky rimase immobile, inghiottì sopra un altro conato e le ferite tirarono in modo spiacevole, non aveva idea se avesse cambiato la medicazione. I cani, devono mangiare, i cani-
Quindi lo stomaco schizzò su come un'eruzione: si piegò sulle ginocchia, il fidanzato accorse e lei lo tenne a distanza buttando fuori, senza l'aiuto di nessuno, tutto quel che c'era da buttare; quando non ce ne fu più si ripulì la bocca col dorso della mano e si lasciò ricadere contro la parete di tronchi.

"Lo entendiste?".

"Naõ".

Il giovane accanto a lei non aveva proprio una bella cera, giallognola e sfatta: probabilmente anche lei era così, probabilmente avevano già tutt'e due il sangue concio; rabbrividì guardandosi intorno, riordinando a fatica le idee: era chiaro, faceva freddo, era passato un giorno intero...o erano due?
La ferita alla spalla pulsò bloccandole il respiro, le bende erano rosse; si morse il labbro quando il fidanzato cercò di sorridere. Siamo feriti, siamo deboli, quell'uomo è lontano, come faremo?

Appena dopo averlo formulato accantonò il pensiero perché non poteva farci nulla; Twinky si alzò e, verificato che le gambe reggevano abbastanza, ciondolò verso la porta mentre i latrati intensificavano.
L'ululato non si ripeté: dolorante e intontita pensò di averlo immaginato...ma appoggiò ugualmente la sinistra sul calcio della pistola mentre faceva scorrere il chiavistello.

❊\> • °

L'aria del mattino era semplicemente frigida, il vento si stava alzando e il cielo era una distesa dorata in movimento; si accovacciò dietro l'angolo del capanno, tirò giù i pantaloni, il freddo la morse mentre si liberava e un senso di allerta improvviso la assalì mettendo da parte i postumi.

Il bosco era scosso dalle raffiche, la neve si sollevava a vortici, il circostante era deserto: così pareva.
La ragazza bevve dalla borraccia, si sciacquò la bocca, sputò e bevve ancora...quindi rilevò il movimento dietro le fronde, poco oltre il punto dove il sangue di Dixie era già diventato un'ombra rosa.

Si ricompose con una mano sola mentre nell'altra appariva la Colt. La pelle delle braccia si increspò e la cucitura della spalla trasmise pulsazioni umide. Non siamo soli- *UUUUUH!*
Il verso troncò il pensiero, il cuore schizzò nelle tempie: di nuovo lucida - perché doveva esserlo - Twinky armò il cane col pollice e sentì puzza di selvatico; spianò il revolver alle ombre in movimento della foresta, la porta si aprì un momento prima che la raggiungesse e si richiuse tagliando via altri ululati, stavolta corali.

2

Chase ficcò la carne secca nello zaino, lo chiuse e controlló per l'ennesima volta tutto quanto l'insieme: aveva preso munizioni e provviste per tre giorni e le speranze di bel tempo che si annunciavano dopo la tormenta, potevano essere il colpo di culo a pareggio di tante sfortune...oppure il preludio di qualche ora ad un nuovo voltafaccia.

Antico SegretoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora