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Montego si fermò sul sentiero premendosi il ventre; lo stomaco si strinse e si liberò in uno sbuffo d'aria, la fitta si attenuò lasciandolo disorientato...poi una scarica di dolore lo percorse piegandolo in due.
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Un suolo di sassi intercettò le sue ginocchia, il dolore risalì amplificandosi nella spalla ferita e l'uomo si strinse il corpo spalancando la bocca in un rutto poderoso: aveva usato l'acqua del torrente, quel mattino, per il conforto di una zuppa di pemmican dopo poche ore di riposo. Non avrebbe dovuto farlo.
Il bandito vomitò e ricadde scalciando sulla chiazza del suo rigurgito: era solo, tutto intorno la pietraia si estendeva come un mare inclinato color ruggine, rigata dai pennacchi biancastri dei soffioni, spaccata da fenditure avvolte di vapori.
Era solo, e forse avvelenato: e chi lo avrebbe aiutato adesso?Folate di vento acre gli gettarono pietrisco addosso mentre inghiottiva i conati: era solo in mezzo al nulla, il pendio sfumava nel giallume torbido della nebbia vulcanica, in basso e già distante il manto ingrigito della foresta morta affiorava dalla foschia e il torrente da cui si era servito per prepararsi quel cibo velenoso, era una macchia luccicante che faceva ansa alla base della costa.
Era solo, continuava a ripetergli la mente con la voce di Jubal Ford: no puedo ayudarte, lo siento. Lo stomaco sussultò e un altro fiotto uscì dalle labbra contratte dell'uomo: era solo, si era avvelenato e nessuno lo avrebbe aiutato, nessun muso rosso, nessun compañero più per lui...e se fosse crepato lo sbirro non avrebbe avuto altro da fare che trascinarsi appresso la sua carcassa, perché tu mi segui ancora, io lo so, lo so, io devo levarti di mezzo, io devo, io non posso crepare...
Un fischio da locomotiva gli fece voltare la faccia verso il getto che stava eruttando da un cratere chiazzato di giallo, a una quarantina di iarde dal sentiero: le raffiche lo piegarono nella sua direzione avvolgendolo di fumo biancastro e sulfureo. Questo è l'inferno...ma io non posso crepare!Scoppi lontani si inseguirono, il suolo tremò, il vento iniziò a ululare sollevando sassi e polvere. Io sono da solo, io sono Teschio-in-Mano, io non posso crepare, non posso, non posso...
Montego chiuse gli occhi provando un senso di disperazione, la poltiglia del suo vomito in faccia, il corpo che tremava scosso da crampi violenti.Teschio-in-Mano è un grande guerriero carezzò Lepre-Veloce nella mente, giovane, bellissima; che egli si rialzi: egli è destinato a camminare nella valle sacra, a sfidare il tabù per la causa dei suoi fratelli rossi...
...solo bugie sposa si rispose storcendo le labbra in un sorriso bieco, tossendo investito dalle esalazioni: solo altre bugie sull'altare del suo egoismo, ma non importava per un cazzo, tu sei una carogna, tu sei da solo adesso, tu devi levare di mezzo lo sbirro perché se non l'avesse fatto, il suo ultimo tradimento, il peggiore di tutti, sarebbe stato vano...e questo almeno doveva alla memoria di chi lo aveva chiamato fratello.Tu sei una carogna.
Io non posso crepare.Steso al suolo il bandito socchiuse le palpebre al sole del tardo mattino, che spandeva la sua luce malata nascosto dietro una cortina di nuvole ocra; ombre correvano sul sentiero che saliva in serpentine strette verso una cima piatta a due o trecento piedi in linea d'aria, riccioli di fumi si allargavano oltre la linea della sommità, sullo sfondo le cime gemelle sembravano incorniciarla in una prospettiva che aveva del sinistro. Dove sono finito...
Tu sei da solo, sei all'inferno.
Tirati su carogna: ubbidì con fatica a sé stesso mentre il dolore e il cuore si attenuavano. Il suolo tremò risalito da una vibrazione sommessa, una valanga di pietrame si rovesciò lungo il pendio e il bandito si puntellò ai palmi guardandola precipitare fra voragini e colonne di fumo, chiedendosi se fosse così l'inferno di cui contavano i preti...subito dopo sfiorando il metallo della pistola: no io non ci vado all'inferno, io sono Boss Montego, io sputo in faccia al diavolo, io non ci crepo qua come un cane...
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Antico Segreto
MaceraLa cordigliera del Crystal Range è il confine più estremo del mondo conosciuto, diecimila ruote a Nord del Gran Desierto: l'ultima barriera prima delle immense pianure artiche e dei loro feudi dimenticati, delle città sepolte nel ventre ghiacciato d...