Perdonatemi per l'aggiornamento fuori orario. Purtroppo, l'abitudine di mettermi al computer a quest'ora della notte mi sta leggermente sfuggendo di mano. 😂
Ad ogni modo, buona lettura! ❤
"E qualsiasi angoscia che adesso sembra mortale, in confronto al perderti, non sembrerà uguale."
-William Shakespeare
La osservavano, silenziosi, dall'angolo remoto della grande vetrata, attraverso la quale si accedeva al ristretto giardino della dimora. Nascondendosi dietro le tende ricamate, color rosa antico, attendevano con ansia un qualsiasi gesto, o movimento, che desse il segnale che stesse bene.
Ma era una speranza vana: aveva il cuore spezzato e l'anima in frantumi.
«Non l'abbiamo mai vista in questo stato.» Virginia scrutava con apprensione la figlia adottiva, incapace ancora di assimilare gli avvenimenti che l'avevano ridotta in quella condizione. «È trascorsa una settimana, ma non pare fare alcun miglioramento.»
«È moralmente a terra. Le ci vorrà tempo per curare le proprie ferite.» Davine appariva allo stesso modo pensierosa, sebbene fosse certa, in cuor suo, che l'ultimogenita avrebbe ritrovato la forza di lasciarsi alle spalle anche l'episodio doloroso a cui aveva assistito. Sarebbero trascorse settimane, addirittura mesi, ma lei sarebbe andata avanti. «Noi possiamo soltanto starle accanto e circondarla del nostro affetto.»
«Jonah ha detto qualcosa di nuovo?» Daniel, in sovrappensiero, teneva le braccia conserte. La visione della ragazza per cui aveva sempre conservato una parte speciale del suo cuore gli schiacciava il petto, come un pesante macigno.
«La vita soprannaturale l'ha messa a dura prova, soprattutto nell'ultimo periodo. Secondo il suo parere, sarebbe utile estraniarla per qualche giorno da tutto ciò che riconduce ad essa, facendole vivere momenti... tipicamente umani, se così possiamo definirli.» Jackson affermò, rammentando ciò che il figlio gli aveva dato come suggerimento.
Rapportarsi con un'adolescente, oltretutto immortale, in piena crisi, non era affatto semplice. Il litigio con Rylan l'aveva spinta ad eclissarsi da tutto ciò che le stava attorno, rendendo la sua mente sofferente il luogo prediletto in cui vivere.
Pronunciava qualche monosillabo nell'arco di una giornata, sebbene venisse interpellata più volte. Mangiava come un'uccellino, privilegiando, per qualche motivo, le tisane rivitalizzanti di Virginia. Passava la maggior parte del tempo rintanata nella sua vecchia stanza, a leggere i suoi amati classici e studiare per gli ultimi test del semestre scolastico.
Talvolta, non sembrava nemmeno esserci in casa insieme a loro.
Lui e Davine avevano esaudito il suo desiderio, riportandola nella stessa casa, dove, diciassette anni prima, erano stati obbligati a rifugiarla. Questa volta, nonostante le circostanze fossero ben diverse, le stesse sensazioni che li investirono in pieno quella notte tormentata avevano fatto capolino, turbandoli.
In qualche modo, si sentivano incapaci di essere genitori. Incapaci di guarire le lacerazioni che adornavano il suo cuore, incapaci di tirarle sù il morale, incapaci di distrarla dall'immenso dolore che si trascinava addosso.
E non c'era percezione peggiore, per un padre ed una madre.
Ma non si sarebbero dati per vinti.
«Ma si rifiuta di impegnarsi in qualsiasi attività, se escludiamo la lettura, lo studio ed il tempo trascorso a fissare il vuoto.» Virginia asserì, dirigendosi di nuovo in cucina, dove la teiera aveva iniziato a fischiettare.
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Sudden
WerewolfChantel vive a Salt Lake City, Utah, in un tranquillo quartiere assieme ai suoi amorevoli genitori adottivi. Calma, riflessiva, particolarmente timida ma socievole. Ama trascorrere il tempo a sognare ad occhi aperti qualcosa che la trascini lontano...