51. Stay away

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Fissava il legno pregiato del tavolo, percependo, a poco a poco, nel silenzio più rassicurante, la forza della quercia bianca che si inerpicava ancora in esso. Assorbiva la sua energia, posandovi una mano sopra, quasi in grado di comunicare con quel pezzo di arbusto, sebbene fosse stato sradicato ed intagliato da tempo.

Possibile che si trattasse di una sua superflua impressione o, davvero, qualcosa di miracoloso stava avvenendo in lei?

Non riusciva a chiarire le sue perplessità. E così, immersa nella sua taciturnità , decise che avrebbe lasciato correre.

Alzò il calice di vino bianco con la mano sinistra, facendosi coinvolgere dal brindisi generale che si era appena levato nella lussuosa sala.

«Ad un'eternità di pace, giustizia e amore.» e fecero schioccare tra loro quei bicchieri di cristallo pregiato, talmente fragili che si sarebbero potuti frantumare con un semplice tocco maldestro.

Per cosa stessero festeggiando, in realtà, ancora non aveva idea. Esattamente come non aveva idea di cosa ci facessero nella dimora del suo Compagno quell'insolito pomeriggio inoltrato della domenica.

Ma, anche in quel caso, avrebbe sorvolato con clamore sulla sua totale ignoranza.

Non aveva mai messo piede in casa di Rylan dal momento in cui aveva preso la decisione di trasferirsi. Non si stupì delle sue dimensioni, esagerate se si voleva considerare che vi abitasse in completa solitudine. Rimase piacevolemente sorpresa, invece, del suo arredamento caratteristico: un vortice di immobili sia di grande modernità, connessi da colori neutri, sia di sofisticato vintage, rendente l'atmosfera più calda, accogliente.

L'odore distintivo dell'abitazione le provocò, nell'immediato, una piccola dipendenza, rendendo certa la sensazione che non avrebbe potuto più farne a meno. Dolce, legnoso, accompagnato da una leggera nota speziata: le aveva fatto venire un capogiro, per quanto ammaliante.

Più tardi, terminato l'occasionale ritrovo tra Famiglie Reali, avrebbe gradito una perlustrazione più approfondita dell'intera struttura.

Si riscosse dai suoi pensieri, accorgendosi che i tre Capibranco si erano scomodati dalle loro sedie, rivolgendosi brevi occhiate. Poi il Grande Alpha Dawn spezzò definitivamente il silenzio di attesa.

«Ci tenevamo, innazitutto, a ringraziarvi per esservi riuniti qui oggi, durante un giorno di riposo.» disse con un tono calmo, quasi eccessivo. «Abbiamo brindato, pochi minuti fa, in onore della nostra forza, del nostro coraggio, che ci hanno permesso di liberarci di un male che affliggeva, da tempo, la nostra specie.»

«Non è stato facile, di questo ne siamo consapevoli. Non è nella nostra natura ricorrere alle armi, alla guerra contro i nostri stessi fratelli, ma questa volta è stato... inevitabile.» proseguì Alec, appoggiando il proprio calice sul lungo tavolo. «E abbiamo vinto perché siamo rimasti uniti, a differenza dei nostri avversari. La nostra grande famiglia si è rivelata la cosa più importante e vitale che possediamo.»

«E noi, be', volevamo renderle onore ancora una volta, dopo ieri sera.» Sailor mostrava lo stesso temperamento tranquillo dei due compagni al suo fianco, rigidi nella loro indistruttibile compostezza. «Oltre a questo, però, ci tenevamo a scambiare quattro parole su alcuni argomenti... delicati.»

Chantel si accigliò, sprofondando nella comoda sedia.

Per quale motivo i tre capi supremi avevano tanto bisogno di un confronto?

«Il primo, tra questi, riguarda il licantropo Lèon Ramirez. Come ben sapete, il suo caso è stato temporaneamente archiviato, in quanto, durante il conflitto, ha deciso di prendere le distanze dal suo branco di appartenenza, cercando di sabotare i piani del suo superiore.» Rylan stava utilizzando il linguaggio e, soprattutto, il tono che più si addiceva alla sua professione. La fluidità e la sicurezza che trasparivano dal suo discorso avrebbero sconfitto anche il più piccolo spiraglio di incertezza.

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