26. Can't help falling in love

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"L'amore è la più saggia delle follie, un'amarezza capace di soffocare, una dolcezza capace di guarire."

_William Shakespeare

«Ti è piaciuto?» nascose il viso nella morbidezza del cuscino, le guance infiammate pulsavano per quella maledetta verità che non si decideva ad essere espulsa dalle sue labbra.
Se le morse, annaspando aria.

«Diciamo abbastanza.» prese coraggio, a stento riusciva a mantenere il telefono vicino all'orecchio destro per ascoltare la sua replica.
Puntò gli occhi al soffitto blu notte lasciandosi travolgere da una sensazione piacevole di rassicurazione.
Lo stomaco si rattrappì nel momento in cui, dall'altra parte, si riprodusse una risata fragorosa.

«Diciamo sì e basta.» concluse il licantropo.
Chantel ritornò a voltarsi nella posizione opposta, adesso donando le spalle al cielo dipinto sul soffitto della sua camera.

«Okay, devo ammettere che è stato un bel goal.» si arrese, appoggiando una guancia su uno dei numerosi cuscini che addobbavano ordinatamente il suo letto a due piazze.
Ancora non poteva credere che Rylan avesse rifilato il suo numero di telefono da suo fratello Jonah e, appena terminata la partita, avesse preso l'iniziativa spontanea di chiamarla.

Stavano a chiacchierare al telefono da circa una mezz'ora ma il tempo, per qualche ragione, pareva essersi fermato per entrambi.

«Oh lo so, fiorellino.» replicò, con il suo comune pizzico di fierezza, l'Alpha. «Ho visto i tuoi occhi scintillare.»

La ragazza si dispose per l'ennesima volta supina, attraversata da un'ondata non del tutto gradevole di incontrollabile calore. Avrebbe spalancato le finestre di lì a poco, se il Compagno avesse continuato, per niente scrupoloso, a gettarla in uno stato di soggezione.

La faceva sentire fuori posto.
A cinquanta metri sopra il cielo, fluttuante tra le nuvole.

«Avreste dovuto restare per festeggiare assieme a noi.» affermò lui, dopo qualche istante di assordante silenzio. «Ci siamo divertiti un sacco da Valentino, il coach alla fine si è convinto perfino a offrirci la cena.»

Giocava con il tessuto profumato delle lenzuola, supponendo che sarebbe stata in grado di rimanere ad ascoltare quella voce melodica per le sue orecchie tutta la vita.

«Già, ci sarebbe piaciuto rimanere. Ma eravamo abbastanza stanche e abbiamo preferito tornare a casa.»

La debolezza fisica, le avevano oggi stesso spiegato, era effettivamente un diretta conseguenza del calare della luna piena. Quel grande satellite sortiva questo effetto singolare su loro, femmine di licantropo, poiché più sensibili ai cambiamenti della Natura.
Loro erano le sole a detenere la capacità di avvertirli poco prima che subentrassero con irruenza.

Erano in grado di concepire l'arrivo di una distruttrice tempesta come quello di un terrificante terremoto, oltre ad eventi semplici come quello lunare che si presentava quella stessa notte.

I licantropi, al contrario, non possedevano una sensibilità tanto sopraffine.

«Come ti senti?» le domandò estremamente premuroso Rylan.
A quelle parole, la ragazza incominciò a percepire il suo spirito interiore venire dimenato forzatamente da un nuovo potente desiderio.

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