capitolo 15^

3.8K 233 34
                                    

taehyung p.v

Dopo ben due settimane, finalmente -o forse non proprio- era arrivata l'ora di ripartire. Mia nonna in breve tempo aveva ripreso a camminare normalmente, senza nessun tipo di affaticamento o dolore e di questo ne eravamo tutti più che felici. Hoseok aveva insistito così tanto per accompagnarmi alla stazione del treno, eppure non sembrava proprio intenzionato a lasciarmi andare.
Tra carezze, abbracci e lacrime era già passata una buona mezz'ora ed ormai il treno era lì lì per partire e lasciarmi a piedi.

«dai hobi, devo andare altrimenti perdiamo il treno! Puoi pur sempre venire da me, quando vuoi, fammi uno squillo per avvisarmi e resti da me qualche giorno!» dissi continuando ad abbracciarlo, cercando di convincerlo a mollarmi.

«s-si ma passerà t-tanto... Come faccio io senza il mio migliore amico?» continuò a stringermi, piangendo.

«avanti hobi, se vuoi puoi anche venire questo fine settimana, sai che per me non è un problema...»

«va bene... D-devo chiedere ai miei genitori. Tae mi mancherai tanto tanto.»

«anche tu hobi, anche tu.»dissi, abbracciandolo stretto per l'ultima volta, prima di salire sul treno insieme ai miei e partire.

*****
P.v esterno.

Il ragazzo stava impazzendo.

Non avrebbe mai immaginato che sarebbe stato così terribile non avere tra i piedi, quella piccola testa grigia.

Due settimane.

Erano passate ben due settimane.
Due settimane senza di lui.

Non sapeva cosa stesse facendo, non aveva la minima idea di dove fosse, sapeva solamente che si trovava a Taegu, ma non sapeva da chi fosse, se fosse ancora in compagnia di quel tipo?
Magari è il ragazzo, sembravano intimi nelle foto.

Jungkook non faceva altro che fare pensieri simili, aveva paura, o per meglio dire, aveva il terrore, che qualcun'altro stesse toccando qual ragazzo, perché lo riteneva troppo prezioso e puro, dal primo momento in cui i loro occhi si scontrarono.

Nonostante non avesse mai mostrato al povero ragazzo quanto lui ci tenesse, ed ora si stava crogiolando nella disperazione sapendolo così lontano da lui.

Jungkook non riusciva a dormire da ben tre giorni, non capiva perché taehyung non fosse ancora tornato, aveva paura che si fosse trasferito di nuovo.
Jimin non aveva la minima intenzione di dire niente .
Jungkook insisteva, cercava di far uscire qualcosa dalla sua bocca a suon di minacce, ma lui non voleva saperne nulla, e questo faceva impazzire jungkook. Avere la consapevolezza di non poter esercitare potere, di non poter conoscere tutto della vita di taehyung, lo mandava fuori di testa.

«perché cazzo non torna?»disse jungkook, prendendo di forza il suo zaino e scendendo le scale per uscire di casa e dirigersi a scuola.

«jungkook, non fai colazione? Sai che fa male non mangiare, potrebbe prenderti un calo di zuccheri. Ieri sera non hai neanche cenato.»disse seria sua madre. Era preoccupata per la salute del figlio, che da un po' di giorni non faceva altro che essere sfuggente e strano, se n'erano accorti ormai tutti in casa - e non solo-.

«mamma non ho fame, non voglio fare ritardo. E poi ieri sera io ho cenato.»disse jungkook con fare ovvio.

«jungkook, figlio... Hai mangiato metà tramezzino al prosciutto e poi sei salito immediatamente in camera dicendo di non aver fame... Se c'è qualcosa che non va puoi dirmelo tranquillamente, sai che ti voglio bene, puoi dirmi tranquillamente tutto, non ti giudicerò, puoi stare tranquillo.»la madre era veramente preoccupata, non aveva mai visto suo figlio in queste condizioni, sembrava afflitto per qualcosa problema.

«mamma non ho niente, ora ti prego, lasciami andare altrimenti faccio tardi.»
Sembrava quasi disperato.
Jungkook odiava sentirsi sotto interrogatorio, specialmente se la persona a porgergli le domande era sua madre.

«non è che per caso soffri di... Problemi di cuore? Qualcuno ti sta facendo dannare? È questo? Ti sei innamorato di qualcuno?»chiese la donna titubante. Non aveva mai visto suo figlio così. Solitamente jungkook era un ragazzo solare - almeno a casa-, non era certo il tipo di ragazzo che si faceva sfuggire un bel piatto fumante di ramen, non rifiutava mai di fare colazione, quindi la povera donna non capiva cosa fosse successo al suo bambino.

Jungkook sentendo quelle parole, si sentì come se qualcuno gli avesse tirato un secchio di acqua ghiacciata in faccia. Non pensava certamente che fosse così facile capire i suoi sentimenti.

«che c-cosa? Ma che vai dicendo?! Certo che no! Ma come ti salta in mente?! E poi che razza di domande vai facendo?! Sono cose personali!»sputò tutto d'un fiato per poi scappare dalla porta, correndo verso scuola.

Dopo quella reazione la donna capì e fece un sorriso. Il suo ormai non più bimbo, stava diventando un uomo a tutti gli effetti.

____
Okay sono viva, scusate se il capitolo è un po' corto, ma non ho proprio avuto tempo questi giorni. Fortunatamente sono riuscita a ritagliarmi un momento per sceivere questo, perdonatemi per gli errori, domani spero di riuscire a correggerlo e mi farò perdonare con un altro capitolo, questa settimana sono pienissima d'impegni.

Ora devo andare, buonanotte. 🌃

dark dream || KookVDove le storie prendono vita. Scoprilo ora