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Ti andrebbe di fare una pazzia?

Le ore erano trascorse velocemente, fra risate, alcool, sguardi e qualche bacio rubato.

Erano ormai le undici ed eravamo rimasti solamente io e Taehyung sul divano di pelle: Jimin aveva bevuto decisamente troppo ed Hoseok lo aveva perciò accompagnato in bagno a vomitare.

Dopo parecchi shottini l'aria tesa era diventata più rilassata ed ora non avevo alcun imbarazzo nel poggiare la testa sulla spalla di Taehyung, una delle sue mani fra le mie.

Accarezzavo il suo palmo morbido e giocherellavo con le sue dita lunghe ed affusolate, le unghie molto curate.

"Mi piacciono le tue mani."

Dissi, ormai col filtro cervello-bocca totalmente fuori uso, e lui ridacchiò, anch'egli alticcio -nessuno dei due era però ubriaco, reggevamo decisamente meglio di Jimin-.

"A me piaci tu in generale."

Confessò e si voltò a baciarmi lentamente il collo, trattenendo le sue labbra sulla mia pelle a lungo e facendomi rabbrividire.

Strinsi le cosce in un gesto naturale e poi mi voltai a mia volta, facendo incontrare i nostri sguardi per l'ennesima volta.

Durante tutta la serata eravamo rimasti con gli occhi puntati l'uno sull'altro, distogliendoli solo per brevi momenti quando parlavamo con gli altri tre ragazzi.

Abbassai lo sguardo sulle sue labbra che, a causa del mio rossetto erano diventate un poco nere, ma non ci pensai molto quando infilò la mano dietro al mio collo, facendomi piegare il viso.

Mi baciò, causando in me la nascita di mille farfalle nello stomaco, ed io socchiusi gli occhi, lasciandomi trasportare da quel calore dolce che sentivo nel petto.

In tutti i miei ventisei anni di vita mai avevo provato qualcosa di simile, ma la cosa non mi colse di sorpresa anzi, sembrava quasi che il mio corpo sapesse già avrei provato simili sensazioni.

Poggiai le dita sul suo ampio petto e lui mi morse il labbro inferiore, giocherellando con il finto anellino ad esso.

Mi avvicinai ancora al suo corpo, spostandomi in avanti con un piccolo passo e mi sfuggì un sospiro contro la sua bocca quando, col braccio libero, mi circondò la vita.

Era... una valanga.

Ma i brividi erano causati dal piacere, non dal freddo, ed il respiro mi mancava perché era lui a rubarmelo, non una massa di neve sopra di me.

Eppure lui era proprio una valanga: mi aveva travolto con la sua passione, trascinato con sé in quella situazione che nemmeno io sapevo ben spiegarmi, nascosto da occhi indiscreti col suo corpo.

Acconsentii ad approfondire il bacio e le nostre lingue ripresero quella danza suadente che avevamo imparato a memoria solamente dopo due volte che ci eravamo visti.

Ci dividemmo, a corto di fiato, ma tornammo a baciarci subito dopo aver riempito nuovamente i nostri polmoni di aria... non ne avrei mai avuto abbastanza.

Era possibile diventare dipendenti dalle labbra di qualcuno? Perché se la risposta era sì, allora ero dipendente dalle labbra di Taehyung.

"Yoonji, vorrei che questa cosa fra di noi continuasse."

Me lo sussurrò all'orecchio, succhiandomi il lobo fra le labbra e giocando con i miei orecchini usando la lingua, umida e calda quanto bastava a farmi rabbrividire.

"Sarebbe troppo azzardato se ti chiedessi il tuo numero?"

A quella domanda avrei dovuto rispondere di no e mettere fine a questa assurda messinscena, ma annuì una volta e lo avrei fatto altre mille ancora se solo ne avessi avuto l'occasione.

Mi porse il proprio cellulare ed io insierii il mio numero di telefono, salvandolo sotto Yoonji, e poi ci guardammo in viso, lui con un sorriso talmente ampio che sembrava fosse sul punto di mettersi a piangere dalla gioia.

Guardai le sue labbra e, notando come esse fossero sporche del rossetto nero che indossavo, allungai titubante la mano, posando il palmo sulla sua guancia ed il pollice sul suo labbro inferiore.

Lo strofinai lentamente, pulendolo dal trucco e lui abbassò gli occhi guardando come gli accarezzavo la bocca col polpastrello, lentamente.

Smisi solamente quando fu pulito, ma solamente allora mi accorsi quanto in realtà il mio gesto fosse stato inutile; mi baciò ancora, premendo le labbra sulle mie tinte di nero e sporcandosele ancora.

Era arrivata la mezzanotte e, come erano soliti fare tutti gli anni, le luci si spensero in un attimo; fummo avvolti dal buio, ma solamente per poco.

Con un un rumore meccanico, la cupola di vetro iniziò ad aprirsi: gli spicchi di cui era composta di sovrapposero, strisciando l'uno all'esterno dell'altro e ci ritrovammo con la volta celeste sopra di noi.

Lo Space era in periferia e le luci di Seoul erano meno invadenti, permettendo una visione delle stelle davvero bella -certo, non si vedeva tutto quanto alla perfezione, ma era comunque uno spettacolo stupendo-.

Rimasi in silenzio come tutte le altre volte che accadeva ed ignorai i brividi di freddo, senza riuscire a staccare gli occhi dagli astri celesti.

Distolsi lo sguardo solamente quando Taehyung mise un braccio attorno alle mie spalle, stringendomi a sé dopo aver notato che avessi freddo, e mi accoccolai a lui.

"Yoonji... ti andrebbe di fare una pazzia con me?"

Mi voltai e nonostante la luce fosse scarsa, i suoi occhi azzurri per le lenti parevano quasi brillare mentre attendeva una mia risposta; potevo chiaramente vedere la sua speranza nel ricevere un gesto affermativo ed allora io annuii solamente.

"Sì."

"Allora seguimi."

Annuii una seconda volta e lasciai che mi prendesse per mano, facendomi alzare per portarmi al piano inferiore e poi all'uscita, prendendo le giacche dal guardaroba e pagando i nostri drink.

Uscimmo nell'aria della notte e, silenziosi, andammo nel parcheggio.

"Hai per caso un'auto? Io sono venuto in moto, ma non ho un altro casco."

Disse con tono dispiaciuto, ma io feci intrecciare le nostre dita e lo portai alla mia macchina, cercando di non arrossire nel sentire il suo commento sorpreso nel vedere una Ferrari rossa fiammante davanti a sé.

"Chiudi la bocca, altrimenti ci entrano le mosche."

Lo dissi ridacchiando e gli porsi le chiavi, dandogli il permesso di guidarla.

In meno di un minuto eravamo già con le cinture allacciate e lui col piede sull'acceleratore, ma senza andare troppo veloce.

"Dove stiamo andando Taehyung?"

"Non molto lontano: ho notato che guardavi le stelle con aria sognante e beh, conosco un posto dove si vedono talmente bene da sembrare più vicine del tuo stesso naso."

Non mi opposi alla sua scelta, ma la accettai principalmente per un motivo: poter stare solo con lui.

Probabilmente non sarebbe successo molto oltre a qualche bacio, ma io mi sarei anche solo accontentato di ricevere un suo sguardo.

L'idea che questa nostra fuga dalla discoteca potesse essere considerata come una sottospecie di appuntamento romantico sotto le stelle mi fece arrossire di vergogna: potevo davvero essere così stupido da pensare una cosa simile?

Avevo ventisei anni, non tredici, eppure Taehyung mi faceva sentire come un pre-adolescente alle prese col primo amore.

E forse mi sentivo così perché quello era davvero il mio primo amore... ma ancora non lo avevo capito.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

Il prossimo capitolo lo amo alla follia, non vedo l'ora di potervelo far leggere fra due giorni... ma intanto cosa ne pensate di questo? Piaciuto?

Ops, He Is A Guy [TAEGI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora