(siccome so che molti di voi saranno impegnati stasera, aggiorno già adesso, buona lettura e buon anno cuties❤️)
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Ansia ingestibileLa metropolitana era stranamente deserta quando ci salii, tutto fuorché pronto ad affrontare quella giornata.
Ero diretto alla CB entertainment non solo per continuare coi set fotografici, ma anche per parlare con Yoongi.
Però, nonostante la notte in bianco trascorsa a rimuginare, non avevo alcuna idea di come affrontare il discorso.
Non era cosa di tutti i giorni dover parlare con una persona che ti ama, specialmente per un ragazzo come me che, dopo quella mattina di dicembre, non aveva più visto una singola ragazza.
Ero... spaventato -mi tremavano persino le gambe, ma ero seduto quindi non era un problema- ma più di ogni altra cosa ero preoccupato.
Preoccupato per Yoongi.
Mi detti dello stupido innumerevoli volte, ma ciò non cambiò quel che sentivo; temevo che il biondo sarebbe stato male per le mie parole, avevo il terrore che potesse soffrire ancor di più e non volevo accadesse.
L'avevo odiato tanto, era innegabile, ma tutta quell'ira era ormai un lontano ricordo, oscurato dal senso di vuoto che provavo in questo momento.
Era come essere tornati a quel giorno, col dolore talmente forte da mozzarmi il fiato e le mani tremanti, incerte.
Come potevo incolparlo? Come dice il detto, al cuor non si comanda; lui non era responsabile dei suoi sentimenti, lui non avrebbe comunque potuto impedire il formarsi di questo amore nei mieo confronti.
Ma io potevo impedire che continuasse.
Potevo parlargli, urlargli addosso fino a farmi odiare se necessario... ma sarebbe sempre stato meglio che vivere coi sensi di colpa in eterno.
Dovevo mettere in chiaro le cose proprio per questo: non volevo che Yoongi continuasse ad aver speranza, non volevo che i suoi sentimenti crescessero ancora, non volevo venisse deluso in futuro, quando ormai avrebbe avuto talmente tanto desiderii da star ancora più male.
Volevo porre fine a tutto subito, perché se c'era una cosa che avevo imparato era che rimandando questi discorsi poi lui avrebbe sofferto di più.
Io ero stato malissimo nel scoprire la verità sul suo genere quando ormai ero follemente innamorato di lui; se me lo avesse confessato prima, quando i miei sentimenti erano ancora acerbi, avrei sofferto meno ed è quello che voglio fare con Yoongi.
Mi sarei limitato a sradicare quel piccolo alberello, facendolo soffrire un poco, evitando di dover tagliare una gigantesta sequoia fra qualche anno che gli avrebbe causato dolore immenso.
Io lo avevo ingannato in queste settimane, lo avevo fatto quando mi ero preoccupato per lui al locale, quando mi ero incantato a fissarlo durante i nostri servizi...
Non volevo che continuasse ad avere false speranze, per questo volevo parlargli una volta per tutte.
Non avevamo mai discusso della cosa, né a dicembre né adesso che ci eravamo ritrovati, e sentivo il bisogno di farlo per mettere in chiaro le cose ed impedirgli di continuare a sognare inutilmente.
Non lo amavo, non era mio amico, praticamente non lo conoscevo neanche... ma gli volevo bene.
Mi sembrava impossibile, eppure non posso far a meno di sentirmi un poco coinvolto: quel desiderio di non farlo soffrire, quella voglia di discutere faccia a faccia anziché andarmente e basta, quella paura che le cose non andassero per il verso giusto.
Non ero mai stato uno di quei ragazzi fighi, di quelli che riescono ad ignorare il dolore altrui per continuare a percorrere la propria strada dritti alla meta.
No, io ero quel debole di cuore, quello sfigato che non appena vedeva qualcuno in difficoltà si fermava, quello che si diceva sempre "inseguirò i miei sogni un'altra volta, adesso devo aiutarlo".
Scesi alla mia fermata, camminando con lentezza verso l'edificio dove lavoravo.
L'ansia iniziò lentamente ad impossessarsi di me, il cuore mi batteva forte e sudavo freddo, ma nonostante ciò strinsi con maggior forza lo spallaccio dello zaino con la mano ed entrai.
Salutai la segretaria e feci un piccolo inchino ogni volta che incontravo qualcuno.
L'ansia aumentava ad ogni passo ed i miei palmi erano sempre più sudati mentre cercavo di calmare i battiti del mio cuore, impazziti a causa dell'agitazione.
Percorsi i corridoi e finalmente fui lì, davanti a Yoongi.
I soffici capelli biondi erano spettinati sulla fronte -appositamente per le foto- e attorno agli occhi il trucco scuro faceva risaltare le sue iridi nere, allo stesso modo con cui la tinta metteva in evidenza le sue piccole labbra.
Lui mi salutò normalmente ed io ricambiai, guardandomi intorno; non c'era nessuno nello studio, solamente noi due.
Dovevo approfittarne.
"Senti Yoongi..."
Il ragazzo si voltò verso di me, avvicinandosi con curiosità ed un velo di innocente ansia negli occhi, ed io per un attimo mi bloccai.
Sembrava così... fragile, con quella pelle che pareva porcellana e lo sguardo timido.
"Ieri in palestra ti ho sentito parlare con Jungkook."
La sua espressione cambiò di colpo: terrore puro, con tanto di labbra schiuse ed occhi strabuzzati.
Fece un passo indietro ed io mi sentii terribilmente in colpa; non era mia intenzione spaventarlo, per questo mi avvicinai a lui, inpedendogli di andarsene.
"Yoongi, non è un problema, tranquillo... ma penso sia comunque il momento di parlarne, civilmente stavolta."
Cercai di essere il più pacato possibile, facendogli intendere che non avessi alcuna intenzione di attaccarlo verbalmente o fisicamente.
Non ero arrabbiato con lui e quando lui lo capì parve rilassarsi almeno un poco, deglutendo e guardandomi ancora un poco diffidente.
"Non ora: facciamo 'ste foto."
Io annuì leggermente e lui mi ignorò, cercando di rilassarsi facendo un paio di profondi respiri ad occhi chiusi.
Poi alzò le palpebre e andò a sistemarsi davanti al telo nero, sfondo delle fotografie che gli avrei scattato da lì a poco.
Facemmo il nostro lavoro in silenzio: mettevo a fuoco, scattavo, lui cambiava posa, scattavo... tutto uguale senza proferir parola.
Il doverlo fotografare mi fece notare maggiormente quanto lui fosse bello, una bellezza... malinconica.
La pelle candida, le labbra lucide, lo sguardo un poco triste... tutto questo rendeva la sua figura ancora più eterea e all'idea di ferire un ragazzo come lui -così fragile nel suo aspetto angelico- mi faceva star male.
Il flash partì per l'ultima volta e Yoongi si allontanò dallo sfondo, andandosene nel camerino per potersi cambiare.
Prima di entrare però, si fermò con la mano sulla porta e si voltò verso di me.
"Aspettami, poi andiamo a parlarne da qualche parte."
Io annuii e lui scomparve dietro alla porta, lasciandomi solo, pieno di ansia e paure.
Ma ormai tirarmi indietro era impossibile: sarei andato fino in fondo alla questione una volta per tutte, anche se ne saremmo usciti in lacrime e lui col cuore spezzato.
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SPAZIO POLPETTA🐙Che dire, ormai siamo quasi alla fine, secondo voi cosa accadrà?
Siamo anche alla fine del 2019, come avete trascorso quest'anno? Piaciuto? Spero di sì...

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Ops, He Is A Guy [TAEGI]
Fanfiction"Domani è sabato no? Andremo in discoteca... però tu ti vestirai da ragazza e dovrai farti offrire da bere." "Eh?!"