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Arrivederci, o forse addio

"Quindi uhm, ti scriverò quando arriverò a Seoul."

"Va bene Taehyung."

Lui si piegò su di me ed io chiusi gli occhi non appena compresi le sue intenzioni; mi baciò lentamente, come se volesse gustarsi al massimo ogni singolo istante di questi contatto.

Arrossii un poco, imbarazzatissimo nell'essere circondato da tantissime persone, ma Taehyung mi strinse fra le braccia, proteggendomi dagli sguardi curiosi della folla attorno a noi.

Afferrai le sue spalle e mi sorressi ad esse mentre ricambiavo il bacio, rabbrividendo ogni volta che le nostre lingue si toccavano.

Ci dividemmo a causa del bisogno di respirare, ma restammo vicini -i nasi che ancora si sfioravano- e lui sorrise un poco, le labbra dischiuse a mostrare gli incisivi.

"Mi mancherai Yoonji."

Ricambiai il sorriso e, lasciandomi trasportare completamente da quel che sentivo, lo abbracciai, nascondendo il viso contro alla sua spalla.

Infilai le braccia fra le sue braccia e la vita, alzandole in modo da posare le mani sulla sua schiena e stringerlo a me; lui ricambiò la stretta e socchiusi gli occhi, cercando di concentrarmo solamente sulla sensazione del suo petto che si espandeva contro il mio, ad ogni suo respiro.

Restammo così una decina di minuti, ovvero fino a quando la voce gracchiante dell'altoparlante non annunciò l'arrivo del treno diretto alla capitale, poi il nostro abbraccio si concluse.

L'aria fredda mi fece rabbrividire e Taehyung lo notò facilmente, decidendo di portare le mani sulla stoffa morbida della propria sciarpa.

La tolse dal proprio collo e la avvolse attorno al mio, preoccupandosi di stemarla per bene in modo che mi coprisse anche le orecchie.

Le mie guance assunsero immediatamente una sfumatura più scura, reazione involontaria a quel gesto pieno di tenerezza ed innocente preoccupazione.

"Ma Taehyung, questa è tua..."

Lui fece spallucce ed afferrò la propria valigia, pronto alla partenza con un sorriso sereno.

"Così non ti dimenticherai di me durante i giorni in cui saremo lontani... corro!"

Non mi lasciò nemmeno il tempo di replicare: mi baciò velocemente a stampo e poi compì un mezzo giro su sé stesso, dirigendosi con passo veloce alla porta del treno sul quale salì, voltandosi per potermi salutare con un rapido cenno della mano.

La folla di passeggeri lo inghiottì, costringendolo a spostarsi dall'entrata, e non lo vidi più.

Sorrisi, stringendo fra le dita la morbida stoffa di quella sciarpa nera e portandola a coprirmi bocca e naso, nascondendo il timido sorriso che il suo saluto genuino aveva fatto nascere sulle mie labbra.

Poco dopo lasciai anch'io la stazione e, mentre camminavo con passo lento per le vie della città, ripensavo a tutti gli avvenimenti accaduti da quando avevo conosciuto Taehyung.

Il nostro primo bacio, la notte sotto le stelle, i messaggi di buongiorno dolcissimi che mi inviava ogni mattina...

Era davvero un ragazzo speciale ed unico -era davvero difficile trovare qualcuno del genere al giorno d'oggi- e mi intristii al pensiero che io, purtroppo, non lo fossi altrettanto.

Lui era sincero nonostante l'aura di mistero che lo avvolgeva... io invece? Un bugiardo pieno di segreti.

Il sorriso che avevo sulle labbra scomparve gradualmente fino a divenire una smorfia, a metà fra un broncio ed un'espressione triste.

Sapevo che quel che facevo fosse sbagliato, ma come potevo rinunciare a Taehyung?

Mi piaceva -e anche tanto- e la sola idea di non poterlo più vedere mi rattristiva, facendo nascere in me emozioni contrastanti di malinconia ed ansia.

Se avessi detto la verità non avrei più potuto incontrare quegli sguardi magnetici e colmi d'interesse nei miei confronti, non avrei più potuto baciare quelle labbra che solo vedendole mi facevano rabbrividire, non avrei più potuto farmi stringere fra le sue braccia...

Ma i sensi di colpa iniziavano ad essere una presenza ingombrante, come un gorgoglio continuo in un angolo remoto della mia mente che lentamente aumentava, espandendosi fra i miei pensieri e sovrapponendosi ad essi.

Girai la chiave nella serratura ed entrai in casa, sfilandomi gli stivaletti e togliendomi la giacca.

Fu sul punto di sfilare la sciarpa che mi bloccai, osservando la scura stoffa fra le mie dita.

Alcuni giorni fa mi aveva raccontato di come quella fosse la sua preferita, dalla quale mai si separava... eppure me l'aveva data, in una tacita richiesta di costudirla e premdermene cura.

A lui piaceva Yoonji, non c'era alcun ombra di dubbio, e la cosa mi faceva gioire ed innervosire allo stesso tempo.

Mentre da una parte ero felice di esser riuscito ad attirare la sua attenzione, dall'altra ne ero geloso: non sarei mai riuscito a far nascere in lui dell'interesse nei confronti del vero me.

Yoonji... era perfetta, sempre in ordine ed educata, timida e riflessiva, la classica ragazza silenziosa e carina che tutti vorrebbero.

Yoongi invece? Un ventiseienne disoccupato, gracile, sempre occupato ad imprecare e coi capelli perennemente spettinati, ribelli.

L'unica cosa che accomunava i due era ovviamente il viso, ma era innegabile il fatto che donasse maggiormente a Yoonji in quanto i tratti fossero molto femminili.

Potevo seriamente essere geloso di me stesso?

A quanto pare sì, perché mi ritrovai a strapparmi con forza rabbiosa la parrucca, gettandola a terra mentre mi accasciavo contro alla parete, la schiena premuta ad essa.

Odiavo Yoonji, la odiavo con tutto me stesso: perché non potevo sedurre Taehyung come lei? Perché non riuscivo a far innamorare qualcuno di me?

Piansi per la prima volta dopo tanto tempo, maledicendo me stesso e Jungkook per avermi fatto fare quella stupida penitenza del cazzo.

Ma tornare indietro non era cosa fattibile: potevo solamente stringere i denti e sperare per il meglio possibile.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

La situazione sta diventando ingestibile... cosa farà Yoongi d'ora in poi?

Ops, He Is A Guy [TAEGI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora