●
Primo amoreAprii le finestre, facendo circolare l'aria nelle stanze che erano rimaste chiuse per quasi due mesi.
Alla fine ero davvero a Daegu, nel vecchio appartamento dove avevo trascorso gli anni dell'università assieme a Jungkook che lavorava.
Ci eravamo spostato da Seoul per cambiare aria, entrambi con la vana speranza di riuscire a trovare qualcuno con cui intraprendere una relazione duratura... ma alla fine non è andata come speravamo.
Io avevo trascorso gli ultimi anni di studi in questa casa che era rimasta praticamente identica ad allora: gli stessi mobili di legno chiari, la piccola cucina, i libri di testo sulle mensole...
L'unica cosa che mancava era il mio migliore amico dai capelli color ciliegia, ma sarebbe stato impossibile tornare qui assieme a lui; fra poche ore sarebbe arrivato anche Taehyung e, siccome la prospettiva di trascorrere qualche ora da soli non mi dispiaceca affatto, avevo deciso di tornare qui.
Sicuramente lui si aspettava che avessi una casa e quindi ero arrivato già il giorno prima.
Avevo riempito il frigorifero e le credenze, messo qualche vestito femminile nell'armadio e nascosto quelli maschili, due piantine finte qua e là... sì, sembrava proprio che ci abitassi.
Finii di sistemare i pochi trucchi che possedevo nell'armadietto del bagno ed appesi l'accappatoio -fortunatamente era bianco e quindi non fui costretto a comprarne un'altro per fingermi ragazza-.
Era stato facile venire qui, i miei genitori erano stati felici come una Pasqua quando avevo riferito loro di questo mio breve viaggio a Daegu.
Sapevo che un poco li stavo deludendo, ancora senza lavoro a ventisei anni e testardo come un mulo -non volevo in alcun modo che mi raccomandassero per qualche lavoro qua e là-, ma ero fiducioso.
Presto mi avrebbero risposto dalle agenzie a cui avevo inviato alcune mie registrazioni e allora sarebbe stato semplice diventare traineer.
Il suono di una notifica mi distrasse dalle tende che stavo sistemando davanto alla finestra aperta e corsi a prenderlo, sbloccandolo.
Taehyung: fra un'oretta circa dovrei arrivare... ci troviamo in stazione?
io: certo, dimmi a che binario arrivi
Taehyung: il 7
Spensi il cellulare e corsi a prepararmi, indossando la parrucca, delle calze scure, una gonna a stampa scozzese sui toni del rosso e del nero, un dolcevita a collo alto ed una collana d'oro che risaltava moltissimo sul nero della maglia.
Qualcosa di semplice, dopotutto saremo andati in un museo...
Sicuramente quei pittori erano molto più bravi di me nel disegno -dovetti rifare la linea di eyeliner otto volte- e le persone presenti sarebbero state molto eleganti e seriose.
Non ero mai stato ad una mostra simile ed ero emozionato... ma forse lo ero perché ci sarebbe stato Taehyung con me, chissà.
Misi gli stivaletti col tacco e la giacca -comprata da me, mia madre avrebbe notato subito l'assenza di una di quelle orribili pellicce- che mi arrivava fino alle ginocchia.
Seriamente, sarei morto di freddo con addosso solamente quelle calze, era metà novembre... qualcosa di coprente mi serviva.
Uscii di casa con una piccola borsa di pelle rossa -mi ricordava un sacco i capelli di Jungkook... l'avrei dovuta regalare a lui- e non era nemmeno scomoda come credevo.
Ci stava dentro di tutto: cellulare, chiavi, fazzoletti, portafogli... a saperlo me la sarei portata anche in discoteca la prima volta che ci andai vestito da donna.
Mi incamminai ed impiegai solamente cinque minuti per raggiungere la stazione -l'appartamento era davvero vicino, una vera fortuna- ed iniziai a guardarmi intorno quando fui al binario giusto.
Il treno di vedeva in lontananza ed il cuore iniziò a battermi forte nel petto man mano che si faceva sempre più vicino, rallentando fino a fermarsi.
Attesi impaziente che i passeggeri scendessero, cercando quei capelli color puffo che mi facevano sorridere divertito ogni volta che li vedevo.
Trattenni il respiro: era lì, davanti a me... ed era bellissimo.
Il cappotto color senape faceva risaltare ancora di più la tinta della sua chioma e quando anche lui mi vide, sorrise a trentadue denti.
Si avvicinò a me ed io gli andai incontro e, entrambi ignorando il mare di gente attorno a noi, ci baciammo.
Le sue labbra mi erano mancate in queste due lunghe settimane e dalla foga con cui mi baciò fu semplice per me capire che anche io gli fossi mancato.
Sorrisi contro la sua bocca e rabbrividii quando lasciò a terra il proprio borsone, circondandomi la vita con le braccia ora libere.
Mi strinse a sé con decisione, ma senza farmi alcun male, ed io gli accarezzai le guance con i polpastrelli.
"Ciao."
"Ciao."
Ricambiai con un filo di voce, cercando di riprendere fiato dopo quel bacio che mi aveva lasciato senza aria nei polmoni e lui sorrise, accarezzandomi la vita.
"Sei ancora più bella di quanto ricordassi."
Arrossii imbarazzato da quel complimento sussurrato, come se la vicinanza dei nostri corpi avesse annullato il fragore dei treni in partenza ed il vociare della folla.
Una sua mano risalì lungo la mia schiena, fermandosi all'altezza delle scapole e fu automatico rispondere a quel gesto: poggiai la guancia sulla sua spalla, mettendo le braccia attorno al suo collo e ricambiando la stretta.
Quella distanza durata due settimane intere scomparì con quell'abbraccio, come se esso fosse sufficiente a colmare quel senso di vuoto nel petto che provavo ogni volta che pensavo a lui.
Socchiusi gli occhi e riuscii a percepire chiaramente i battiti accelerati del mio cuore e fui ancora più sorpreso quando sentii che anche il suo cuore batteva forte tanto quanto il mio.
Fu allora che lo capii.
Taehyung era il mio primo amore.
.
.
.
SPAZIO POLIPETTA 🐙WAAAAH CHE RIVELAZIONE CUTIES! Forse si era già capito, ma leggerlo così... non fa uno strano effetto anche a voi?

STAI LEGGENDO
Ops, He Is A Guy [TAEGI]
Fanfiction"Domani è sabato no? Andremo in discoteca... però tu ti vestirai da ragazza e dovrai farti offrire da bere." "Eh?!"