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Ritardo ed attesa

"Merda merda merda merda merda!"

Guardai un'altra volta l'orologio, ma purtroppo le lancette non sembravano intenzionate in alcun modo a tornare indietro, continuando a segnare le nove di mattina.

Ero in mostruoso ritardo per il servizio fotografico.

Misi gli obbiettivi nello zaino e lo chiusi velocemente, mettendomelo in spalla assieme alla borsa a tracolla che conteneva la macchina fotografica vera e propria.

Raccattai rapido le chiavi di casa ed il cellulare e poi mi lanciai letteralmente fuori dall'appartamento, chiudendo la porta a chiave per poi entrare in ascensore.

Ero davvero così coglione da perdere mezz'ora solamente per cercare una camicia che nascondesse la mia pancia?

A quanto pare sì, perché era esattamente quel che era appena successo.

Scesi le scale della metro e fortunatamente essa arrivò nell'esatto momento in cui misi piede sull'ultimo gradino -mai avuta una fortuna simile- e ringraziai ogni divinità conosciuta.

Salii e poi semplicemente attesi di arrivare a destinazione, ripetendomi mentalmente la frase che mi ero preparato.

Salve, sono il fotografo Kim Taehyung; sono stato contattato per occuparmi di un servizio fotografico.

Semplice, diretta, pulita, perfetta per far trasparire serietà e professionalità.

Non ero mai stato chiamato da una casa discografica e quindi ero un poco nervoso: mi ero sempre occupato di modelli e modelle, talvolta matrimoni di celebrità da mostrare su riviste... ma mai di idol.

Sperai solamente si sarebbe rivelata una bella esperienza da aggiungere al curriculum, magari anche di cui raccontare a Jimin ed Hoseok.

In cinque minuti di camminata arrivai al palazzo che ospitava la CB entrateinment ed entrai, senza alcun ombra di titubanza nello sguardo: ero ben a conoscenza di come esso potesse risultare magnetico a tutti e quindi usavo spesso questa caratteristica a mio vantaggio, facendomi sembrare più sicuro di quanto in realtà non fossi.

"Buongiorno, lei è?"

La donna seduta dietro al bancone mi studiò da capoa piedi, esaminandomi da dietro le lenti degli spesso occhiali da vista, con le labbra titnte di rosso fuoco strette in un espressione seriosa.

"Kim Taehyung: sono stato contattato per occuparmi di un servizio fotografico."

Dissi indicando con lo sguardo la macchina fotografica che tenevo al fianco e lei, dopo aver riservato anche alla mia borsa una lunga occhiata, annuì puntando l'indice anellato verso un corridoio alla sua sinistra.

"Prosegua dritto fino a metà corridoio, ci sarà una porta con scritto accanto "signor Tuan"."

"La ringrazio."

Feci un piccolo inchino e mi diressi nella direzione da lei indicatami, cercando di far muovere il meno possibile la macchina fotografica -mi era costata quasi millecinquecento dollari americani, senza contare tutti gli obbiettivi- e bussai alla porta bianca.

"Kim Taehyung?"

Annuii ed entrai quando l'uomo me ne fece cenno, facendomi accomodare su una sedia posta davanti alla scrivania dove anch'egli era seduto.

Mi tolsi lo zaino dalle spalle e lo posai a terra facendo molta attenzione.

Solamente quando fui sicuro di averlo sistemato in modo che non si danneggasse il materiale al suo interno, mi sedetti.

"Il servizio fotografico che abbiamo deciso di affidarle è di massima importanza; dobbiamo assicurarci che le foto da lei scattate non si potranno visualizzare in alcun modo prima che noi le pubblichiamo. Può darmene la certezza?"

La sua domanda mi spiazzò, maledettamente diretta e concisa, ma annuì con decisione.

"Certamente, non ci saranno alcuna tipologia di problema... solitamente non tengo mai salvati i miei scatti, li consegno e poi li elimino dalla memoria della macchina fotografica, dal computer... è davvero un servizio così importante?"

Domandai con curiosità e lui sorrise appena.

"Decisamente: si tratta del debutto del nostro nuovo artista, quindi vogliamo mantenere la sua identità nascosta il più a lungo possibile, per aumentare la curiosità."

Effettivamente come ragionamento non faceva una piega e non trovai nulla da obbiettare.

"Quindi uhm... dov'è questo artista?"

"Mi segua."

Uscimmo nuovamente nel corridoio e poi arrivammo ad un ascensore che ci portò ad un livello interrato dell'edificio, composto da stanze enormi dove poter posizionare liberamente attrezzature, sfondi e materali da utilizzare nelle foto o nei video.

"Ha bisogno di un aiutante?"

"No grazie, sono abituato a lavorare da solo."

Spiegai -avevo un'idea di fotografia abbastanza malinconica ed intima, quindi preferivo la solitudine-.

Per me era una forma d'arte dove non c'era nessun altro ad eccezzione del fotografo e del soggetto, persona, animale o cosa che fosse, quindi non amavo particolarmente avere dei collaboratori od un pubblico.

Aprì la porta di una stanza, facendomi entrare, ed io mi guardai intorno, sorpreso nel vedere uno scenario quasi... apocalittico.

La carcassa arrugginita di una vecchia macchina era messa da una parte assieme ad alcuni barili vuoti ed ammaccati -difficile dire se fossero veri oppure imitazioni di plastica- il tutto posizionato sopra ad una distesa di fine sabbia compressa, come ad imitare il terreno di una zona arida.

"Arriverà a momenti, non appena termineranno il trucco."

Annuii all'uomo che se ne andò, lasciandomi solo e quindi decisi di iniziare a sistemare gli obbiettivi su una tavola bianca messa in un angolo, così da non dar fastidio per le inquadrature.

L'attesa si faceva sentire: ero ansioso di conoscere questo futuro artista... non mi era nemmeno stato detto se era uomo o donna.

Il rumore della manigia che si abbassava mi fece sussultare e mi voltai velocemente, credendomi pronto ad accogliere chiunque sarebbe entrato.

In realtà, non lo ero affatto.

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SPAZIO POLIPETTA 🐙

ALLA FINE DOMENICA MI SONO SCORDATA DI DIRLO: OVVIAMENTE GLI AGGIORNAMENTI SARANNO OGNI GIORNO DISPARI PROPRIO COM'ERA CON LA PRIMA PARTE!!!!

Che dire, capitolo un po' breve, ma mi serviva per introdurre il prossimo... spero comunque vi sia piaciuto ^^

Ops, He Is A Guy [TAEGI]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora